Il saggio propone un'articolata lettura di "Great Expectations" come caso esemplare, una sorta di paradigma su cui misurare tendenze di più ampio respiro che riguardano la teoria e la storia del romanzo europeo, cioè la forma simbolica più rappresentativa della modernità borghese. Attraverso una lettura serrata di alcuni aspetti del romanzo, il saggio mette in luce tre punti cruciali: a) Lo statuto problematico del soggetto moderno, soggetto instabile e dinamico, non garantito da un senso trascendente, in cerca di un destino (e di un plot) mai definito a priori ma iscritto in un’immanenza caotica di scelte, dubbi, incertezze, errori; b) Il rapporto conflittuale tra il soggetto e il mondo, la tensione irrisolta tra quelle che Hegel chiamava la “poesia del cuore” e la “prosa della vita reale”, una prosa tenacemente affrontata, descritta con estrema minuzia analitica ma al tempo stesso respinta, trascesa, trasfigurata con i sotterfugi del linguaggio e dell’immaginazione; c) La profonda ambiguità del mondo in cui si avventura l’eroe romanzesco, incapace di decifrare in modo univoco i segni che la realtà gli presenta, come appare in modo emblematico in uno dei testi fondativi del genere, il Don Chisciotte.

Dickens e il romanzo europeo: "Great Expectations"

BERTONI, FEDERICO
2014

Abstract

Il saggio propone un'articolata lettura di "Great Expectations" come caso esemplare, una sorta di paradigma su cui misurare tendenze di più ampio respiro che riguardano la teoria e la storia del romanzo europeo, cioè la forma simbolica più rappresentativa della modernità borghese. Attraverso una lettura serrata di alcuni aspetti del romanzo, il saggio mette in luce tre punti cruciali: a) Lo statuto problematico del soggetto moderno, soggetto instabile e dinamico, non garantito da un senso trascendente, in cerca di un destino (e di un plot) mai definito a priori ma iscritto in un’immanenza caotica di scelte, dubbi, incertezze, errori; b) Il rapporto conflittuale tra il soggetto e il mondo, la tensione irrisolta tra quelle che Hegel chiamava la “poesia del cuore” e la “prosa della vita reale”, una prosa tenacemente affrontata, descritta con estrema minuzia analitica ma al tempo stesso respinta, trascesa, trasfigurata con i sotterfugi del linguaggio e dell’immaginazione; c) La profonda ambiguità del mondo in cui si avventura l’eroe romanzesco, incapace di decifrare in modo univoco i segni che la realtà gli presenta, come appare in modo emblematico in uno dei testi fondativi del genere, il Don Chisciotte.
2014
The Invention(s) of Charles Dickens
155
173
Bertoni F.
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