Se dovessimo rinarrare il passaggio al Meiji secondo i codici metaforici del mito potremmo di sicuro, tanto più per il Giappone, usare l’immagine del terremoto, alias sommovimento cosmico: princìpi, valori, strutture sociali perdono – più o meno all’improvviso – la loro compattezza e la loro capacità di normare e dare equilibrio ad un ecosistema socio-culturale. Il precipitare del cosmo in caos, per rimanere nella nostra metafora, innesca un processo analogo a quello che Victor Turner definiva dramma sociale. Un processo in quattro tappe: rottura – degli equilibri dati –; crisi; procedure di rettifica o riparazione nel tentativo di sanare la crisi; ripristino della situazione precedente alla rottura oppure presa di consapevolezza della sua irreparabilità e inaugurazione di un nuovo ordine, insomma, un nuovo cosmo. Nel recinto teatrale del nō, nel periodo compreso tra il 1850 e il 1950, si osservano varie fasi critiche nelle quali le due opzioni che Turner pone quali esiti di un dramma sociale più che darsi in alternativa si realizzano, seppur dialetticamente, in simultanea. Nelle scelte – artistiche e non solo – di Umewaka Minoru (1828-1909), e nelle conseguenze da esse derivate, si possono rintracciare le origini di quegli originali percorsi attraverso i quali il nō ha saputo contestualmente ribadire i propri statuti tradizionali e svolgere un ruolo seminale per nuove configurazioni sceniche, tanto interne quanto esterne al nō e ai confini giapponesi.
Casari M. (2014). Umewaka Minoru (1828-1909): dal caos al cosmo, tra caos e cosmo. Roma : ARACNE editrice Srl.
Umewaka Minoru (1828-1909): dal caos al cosmo, tra caos e cosmo
CASARI, MATTEO
2014
Abstract
Se dovessimo rinarrare il passaggio al Meiji secondo i codici metaforici del mito potremmo di sicuro, tanto più per il Giappone, usare l’immagine del terremoto, alias sommovimento cosmico: princìpi, valori, strutture sociali perdono – più o meno all’improvviso – la loro compattezza e la loro capacità di normare e dare equilibrio ad un ecosistema socio-culturale. Il precipitare del cosmo in caos, per rimanere nella nostra metafora, innesca un processo analogo a quello che Victor Turner definiva dramma sociale. Un processo in quattro tappe: rottura – degli equilibri dati –; crisi; procedure di rettifica o riparazione nel tentativo di sanare la crisi; ripristino della situazione precedente alla rottura oppure presa di consapevolezza della sua irreparabilità e inaugurazione di un nuovo ordine, insomma, un nuovo cosmo. Nel recinto teatrale del nō, nel periodo compreso tra il 1850 e il 1950, si osservano varie fasi critiche nelle quali le due opzioni che Turner pone quali esiti di un dramma sociale più che darsi in alternativa si realizzano, seppur dialetticamente, in simultanea. Nelle scelte – artistiche e non solo – di Umewaka Minoru (1828-1909), e nelle conseguenze da esse derivate, si possono rintracciare le origini di quegli originali percorsi attraverso i quali il nō ha saputo contestualmente ribadire i propri statuti tradizionali e svolgere un ruolo seminale per nuove configurazioni sceniche, tanto interne quanto esterne al nō e ai confini giapponesi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.