Il convegno Lucrezio, la natura e la scienza si è tenuto il 15 novembre 2006 presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Bologna – sede di Ravenna. Il primo e più rilevante motivo di interesse dell’iniziativa può essere individuato nella novità del tema proposto: l’incontro infatti ha offerto l’occasione di adottare una nuova prospettiva di analisi, volta a illuminare la dimensione scientifica del poema lucreziano, tradizionalmente oggetto di indagini di carattere prevalentemente letterario. In secondo luogo il metodo filologico e le acquisizioni degli studi fin qui condotti sul versante linguistico e stilistico è stato posto al servizio di un nuovo tipo di ricerca, di carattere interdisciplinare, mirante a favorire un’adeguata collocazione di Lucrezio nella storia del pensiero scientifico. Il convegno, dunque, si è posto come naturale sviluppo di un filone di ricerca con cui il Centro Studi «La permanenza del Classico» dell’Università di Bologna (di cui fanno parte due membri del comitato scientifico) sta riflettendo sulla relazione fra le antichità classiche e le scienze cosiddette ‘esatte’ o ‘dure’, nell’ambito di un progetto di ricerca (e di didattica) d’Ateneo, articolato su diversi livelli: storia del lessico scientifico, storia dei testi, storia delle idee. All’iniziativa hanno aderito alcuni tra i maggiori esperti a livello internazionale di Lucrezio e di storia della scienza nell’antichità. Alle lezioni introduttive di PAOLO FEDELI (Università di Bari) sulla scienza della natura presso i Romani e di TIZIANO DORANDI (CNRS, Paris) sulla geometria di Epicuro e degli epicurei fino a Lucrezio, sono seguiti interventi, più analitici su singoli aspetti dell’opera lucreziana in rapporto alle scienze antiche: ELISA ROMANO (Pavia) è intervenuta sul concetto lucreziano di progresso; GIOVANNI DI PASQUALE (Firenze), sulla machina mundi in Lucrezio; ALESSANDRO SCHIESARO (Roma e King’s College, London), per quanto riguarda il rapporto tra politica escienza; IVANO DIONIGI (Bologna), su Lucrezio, le parole e le cose, ovvero sul rapporto tra tematica scientifica ed innovazione linguistica; LISA PIAZZI (SNS, Pisa) su scienza e atomismo da Empedocle a Lucrezio; PHILIP HARDIE (Cambridge), sul procedimento delle “spiegazioni multiple” lucreziane nella letteratura augustea.
F. Citti, M. Beretta (2006). Lucrezio, la natura e la scienza.
Lucrezio, la natura e la scienza
CITTI, FRANCESCO;BERETTA, MARCO
2006
Abstract
Il convegno Lucrezio, la natura e la scienza si è tenuto il 15 novembre 2006 presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Bologna – sede di Ravenna. Il primo e più rilevante motivo di interesse dell’iniziativa può essere individuato nella novità del tema proposto: l’incontro infatti ha offerto l’occasione di adottare una nuova prospettiva di analisi, volta a illuminare la dimensione scientifica del poema lucreziano, tradizionalmente oggetto di indagini di carattere prevalentemente letterario. In secondo luogo il metodo filologico e le acquisizioni degli studi fin qui condotti sul versante linguistico e stilistico è stato posto al servizio di un nuovo tipo di ricerca, di carattere interdisciplinare, mirante a favorire un’adeguata collocazione di Lucrezio nella storia del pensiero scientifico. Il convegno, dunque, si è posto come naturale sviluppo di un filone di ricerca con cui il Centro Studi «La permanenza del Classico» dell’Università di Bologna (di cui fanno parte due membri del comitato scientifico) sta riflettendo sulla relazione fra le antichità classiche e le scienze cosiddette ‘esatte’ o ‘dure’, nell’ambito di un progetto di ricerca (e di didattica) d’Ateneo, articolato su diversi livelli: storia del lessico scientifico, storia dei testi, storia delle idee. All’iniziativa hanno aderito alcuni tra i maggiori esperti a livello internazionale di Lucrezio e di storia della scienza nell’antichità. Alle lezioni introduttive di PAOLO FEDELI (Università di Bari) sulla scienza della natura presso i Romani e di TIZIANO DORANDI (CNRS, Paris) sulla geometria di Epicuro e degli epicurei fino a Lucrezio, sono seguiti interventi, più analitici su singoli aspetti dell’opera lucreziana in rapporto alle scienze antiche: ELISA ROMANO (Pavia) è intervenuta sul concetto lucreziano di progresso; GIOVANNI DI PASQUALE (Firenze), sulla machina mundi in Lucrezio; ALESSANDRO SCHIESARO (Roma e King’s College, London), per quanto riguarda il rapporto tra politica escienza; IVANO DIONIGI (Bologna), su Lucrezio, le parole e le cose, ovvero sul rapporto tra tematica scientifica ed innovazione linguistica; LISA PIAZZI (SNS, Pisa) su scienza e atomismo da Empedocle a Lucrezio; PHILIP HARDIE (Cambridge), sul procedimento delle “spiegazioni multiple” lucreziane nella letteratura augustea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.