Il saggio ricostruisce, le fasi salienti di costituzione dell'architettura kemalista turca (1923 al 1938 ) ed il ruolo che assunsero nella costruzione di una identità nazionale, le elaborazioni culturali di una élite militare, realizzate con il contributo degli intellettuali europei esuli a seguito delle persecuzioni politico-razziali nazifasciste. Un contributo, quello turco, alla storia dell'architettura moderna, che stenta ad essere riconosciuto nel panorama internazionale e che rivela ricchezza e qualità formali sorprendenti. Identità e modernità sono a volte considerati termini antitetici: la modernità è presentata infatti come la negazione dell’attaccamento alle radici e alle tradizioni culturali che sono un elemento chiave nella costruzione della propria identità. Questa interpretazione, implicando l’idea che la modernità si identifichi con un astratto razionalismo e prescinda dalla configurazione storica di ogni tradizione culturale, appare datata: in primo luogo perché non esiste alcuna tradizione che, per quanto compatta e unitaria in apparenza, non abbia al suo interno una pluralità, spesso marcata, di posizioni; in secondo luogo, perché la presenza contemporanea di tradizioni culturali diverse in uno stesso ambito geografico e politico è un fatto strutturale della nostra epoca (e forse lo è sempre stato); in terzo luogo perché ogni identità è sempre consistita in un percorso storico costruito inglobando differenze e non è mai stata l’applicazione passiva di un modello culturale elaborato in illo tempore. Nella loro varietà, i saggi qui pubblicati sono un esempio (una prima serie) di come le contaminazioni letterarie e le situazioni interculturali trovino nel problema dell’alterità occasioni di crescita e di irrobustimento di ciascuna tradizione.
Andreina Milan (2006). Tradizione e modernità in Turchia: La costruzione di un'identità nazionale (1923-1938). TRIESTE : EUT - Edizioni Università di Trieste.
Tradizione e modernità in Turchia: La costruzione di un'identità nazionale (1923-1938)
MILAN, ANDREINA
2006
Abstract
Il saggio ricostruisce, le fasi salienti di costituzione dell'architettura kemalista turca (1923 al 1938 ) ed il ruolo che assunsero nella costruzione di una identità nazionale, le elaborazioni culturali di una élite militare, realizzate con il contributo degli intellettuali europei esuli a seguito delle persecuzioni politico-razziali nazifasciste. Un contributo, quello turco, alla storia dell'architettura moderna, che stenta ad essere riconosciuto nel panorama internazionale e che rivela ricchezza e qualità formali sorprendenti. Identità e modernità sono a volte considerati termini antitetici: la modernità è presentata infatti come la negazione dell’attaccamento alle radici e alle tradizioni culturali che sono un elemento chiave nella costruzione della propria identità. Questa interpretazione, implicando l’idea che la modernità si identifichi con un astratto razionalismo e prescinda dalla configurazione storica di ogni tradizione culturale, appare datata: in primo luogo perché non esiste alcuna tradizione che, per quanto compatta e unitaria in apparenza, non abbia al suo interno una pluralità, spesso marcata, di posizioni; in secondo luogo, perché la presenza contemporanea di tradizioni culturali diverse in uno stesso ambito geografico e politico è un fatto strutturale della nostra epoca (e forse lo è sempre stato); in terzo luogo perché ogni identità è sempre consistita in un percorso storico costruito inglobando differenze e non è mai stata l’applicazione passiva di un modello culturale elaborato in illo tempore. Nella loro varietà, i saggi qui pubblicati sono un esempio (una prima serie) di come le contaminazioni letterarie e le situazioni interculturali trovino nel problema dell’alterità occasioni di crescita e di irrobustimento di ciascuna tradizione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.