Il progetto di ricerca prende le mosse dal cinquantenario del grattacielo di Milano Marittima (1956) e quello di Cesenatico (1957). Nell'ottica della diffusione di una sensibilità che possa far riconnettere queste opere ad una rinnovata attenzione per l'architettura degli anni Cinquanta, si avanza con la presente una proposta che faccia luce sulla presenza di edifici alti in Emilia Romagna e soprattutto lungo la costa romagnola, area che ha visto la realizzazione di esempi noti ed importanti a livello nazionale. Tale studio riveste un notevole interesse non solo per il fatto che la costruzione delle due alte torri romagnole contribuì a caratterizzare l'immagine della Riviera negli anni del boom economico e anche succesivamente, con due importanti segni territoriali; tale interesse è testimoniato anche dal fatto che l'opera dell'ingegner Eugenio Berardi, progettista dei due grattacieli non perse di vista il contesto nazionale, rimanendo in stretto contatto sia con l'ambiente bolognese per la redazione dei calcoli strutturali (prof. ing. Bruno Bottau), sia con le vicende che a Milano vedevano la contemporanea realizzazione del grattacielo Pirelli di Gio Ponti e Pierluigi Nervi (1956) e della torre Velasca dei BBPR (1958). Con tutto ciò, l'esperienza romagnola debitamente connessa a quella emiliana (quest'ultima testimoniata dalla realizzazione di tall buildings ad esempio a Parma, oltre che a Bologna dove il rapporto con le torri medievali è stato sentito dai progettisti senza soluzione di continuità fino alle proposte più recenti da Kenzo Tange a Zacchiroli, ai progetti per la nuova stazione ferroviaria, alle sperimentazioni sulla prefabbricazione), è venuta a costituire, fin dagli anni Cinquanta del Novecento, un momento nodale nella discussione sulla modernizzazione delle città e sull'applicazione di innovative tecnologie costruttive alle nuove tipologie in altezza. La ricerca viene dunque ad avere una rilevanza nazionale, oltre che emiliano-romagnola, per i caratteri delle realizzazioni, con la diffusione, presso il vasto pubblico e presso gli specialisti, della conoscenza di una serie di esempi architettonici fino ad ora rimasti nell'ombra, stimolando un rinnovato dibattito sulle prospettive di tale tipologia specialistica e sulla conservazione degli esempi più noti e importanti.

Gli edifici alti in Emilia-Romagna e nell'Italia degli anni Cinquanta. Sperimentazioni a confronto / A. Trentin. - (2006).

Gli edifici alti in Emilia-Romagna e nell'Italia degli anni Cinquanta. Sperimentazioni a confronto

TRENTIN, ANNALISA
2006

Abstract

Il progetto di ricerca prende le mosse dal cinquantenario del grattacielo di Milano Marittima (1956) e quello di Cesenatico (1957). Nell'ottica della diffusione di una sensibilità che possa far riconnettere queste opere ad una rinnovata attenzione per l'architettura degli anni Cinquanta, si avanza con la presente una proposta che faccia luce sulla presenza di edifici alti in Emilia Romagna e soprattutto lungo la costa romagnola, area che ha visto la realizzazione di esempi noti ed importanti a livello nazionale. Tale studio riveste un notevole interesse non solo per il fatto che la costruzione delle due alte torri romagnole contribuì a caratterizzare l'immagine della Riviera negli anni del boom economico e anche succesivamente, con due importanti segni territoriali; tale interesse è testimoniato anche dal fatto che l'opera dell'ingegner Eugenio Berardi, progettista dei due grattacieli non perse di vista il contesto nazionale, rimanendo in stretto contatto sia con l'ambiente bolognese per la redazione dei calcoli strutturali (prof. ing. Bruno Bottau), sia con le vicende che a Milano vedevano la contemporanea realizzazione del grattacielo Pirelli di Gio Ponti e Pierluigi Nervi (1956) e della torre Velasca dei BBPR (1958). Con tutto ciò, l'esperienza romagnola debitamente connessa a quella emiliana (quest'ultima testimoniata dalla realizzazione di tall buildings ad esempio a Parma, oltre che a Bologna dove il rapporto con le torri medievali è stato sentito dai progettisti senza soluzione di continuità fino alle proposte più recenti da Kenzo Tange a Zacchiroli, ai progetti per la nuova stazione ferroviaria, alle sperimentazioni sulla prefabbricazione), è venuta a costituire, fin dagli anni Cinquanta del Novecento, un momento nodale nella discussione sulla modernizzazione delle città e sull'applicazione di innovative tecnologie costruttive alle nuove tipologie in altezza. La ricerca viene dunque ad avere una rilevanza nazionale, oltre che emiliano-romagnola, per i caratteri delle realizzazioni, con la diffusione, presso il vasto pubblico e presso gli specialisti, della conoscenza di una serie di esempi architettonici fino ad ora rimasti nell'ombra, stimolando un rinnovato dibattito sulle prospettive di tale tipologia specialistica e sulla conservazione degli esempi più noti e importanti.
2006
Gli edifici alti in Emilia-Romagna e nell'Italia degli anni Cinquanta. Sperimentazioni a confronto / A. Trentin. - (2006).
A. Trentin
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