Lo “stoccaggio geologico della CO2” è diventato da pochi anni un dibattuto tema scientifico e di politica energetica e ambientale, per le sue caratteristiche potenzialità che ben si prestano a sensibili riduzioni delle emissioni di gas serra. Le tecniche di “cattura e stoccaggio della CO2” sono state messe in luce durante le conferenze internazionali Green House Gas Technologies (GHGT), a partire soprattutto del quinto incontro tenutosi in Australia nel 2000, poi nel sesto (GHGT-6) tenutosi a Kyoto, nel 2002 e successivamente nel corso del settimo (GHGT-7), tenutosi a Vancouver nel 2004. Intendimento di questo Seminario nazionale, organizzato dall’Alma Mater Studiorum e dall’Associazione Italiana Gestione Energia (AIGE), è quello di affrontate le tematiche relative allo stoccaggio di CO2 (originata dall’uso dei combustibili fossili per la produzione di energia) nel sottosuolo, e in particolare in acquiferi e in giacimenti esauriti di idrocarburi, allo scopo di ridurre l’emissione in atmosfera di questo gas che, secondo l’opinione degli specialisti, è il maggiore responsabile del cosiddetto effetto serra. Il Seminario si prefigge, pertanto, di fornire informazioni e di discutere in modo esaustivo gli aspetti di ricerca al fine investigare e massimizzare le potenzialità di un approccio integrato alla razionalizzazione del rapporto tra fonti di emissione di CO2 e siti di stoccaggio sul territorio nazionale. Le tecnologie relative al sequestro della CO2 sono relativamente mature, pur rimanendo aperte alcune problematiche di carattere ambientale, di sicurezza e di costo unitamente ad aspetti istituzionali e di accettabilità pubblica. Da più parti è stato rilevato che «paradossalmente, Kyoto è al contempo troppo debole e troppo forte. Troppo forte perché i suoi tagli iniziali sono percepiti da taluni Paesi come un peso economico eccessivo (gli Stati Uniti per questa ragione ne hanno ritirato l’appoggio); troppo debole perché sarebbero necessarie riduzioni delle emissioni molto maggiori e non disponiamo delle tecnologie per ottenerle». I numeri parlano da soli. Le emissioni di anidride carbonica su scala mondiale sono previste quasi raddoppiare tra l’anno base 1990 ed il 2030 a circa 38 mld. tonn. Crescita imputabile per i 7/10 ai maggiori consumi di energia fossile nei Paesi in via di sviluppo. Pur ammettendo che Europa e Stati Uniti fossero in grado di stabilizzare a quella data le loro emissioni ai livelli di partenza, le emissioni totali resterebbero, comunque, al 2030 superiori del 70% a quelle del 1990. Ragioni varie spiegano in particolare da una parte il rifiuto a sottoscriverlo da parte dell’Amministrazione americana e la ritrosia a farlo della stessa Russia; dall’altra le crescenti difficoltà che la sua attuazione va incontrando nell’Unione Europea decisa ad adeguarsi unilateralmente agli obiettivi del Protocollo. Il sistema di permessi di emissione introdotto dal Protocollo di Kyoto con il relativo mercato, attribuisce un valore monetario ad esternalità influenti negativamente sull’ambiente, introducendo nuovi oneri di sistema che si traducono, in modo misurabile, su costi, prezzi e profitti delle imprese operanti nel settore energetico. Perché il sistema produttivo possa rispondere adeguatamente, è necessario che le sfide siano raccolte da tutte le parti interessate: da una parte l’Autorità regolatrice dovrebbe definire norme chiare ed esaustive, promuovere sia accordi di cooperazione internazionale, sia la comunicazione e il dialogo tra i vari attori, dall’altra, gli Operatori dovrebbero dotarsi al loro interno di tecnologie innovative. Le università e i centri di ricerca sono i soggetti strutturalmente attrezzati a fornire soluzioni tecnologiche a costi compatibili. Non a caso, quindi, si è pensato di dare avvio a questo Seminario proprio dall’interno dell’Università, allo scopo di promuovere quella ricerca e quello sviluppo ritenute condizione necessaria per l’individuazione di misure percorribili ne...

G. Brighenti, E. Lorenzini, E. Mesini (2006). Atti del Seminario Nazionale "Da Kyoto allo stoccaggio della CO2". BOLOGNA : CLUEB.

Atti del Seminario Nazionale "Da Kyoto allo stoccaggio della CO2"

BRIGHENTI, GIOVANNI;LORENZINI, ENRICO;MESINI, EZIO
2006

Abstract

Lo “stoccaggio geologico della CO2” è diventato da pochi anni un dibattuto tema scientifico e di politica energetica e ambientale, per le sue caratteristiche potenzialità che ben si prestano a sensibili riduzioni delle emissioni di gas serra. Le tecniche di “cattura e stoccaggio della CO2” sono state messe in luce durante le conferenze internazionali Green House Gas Technologies (GHGT), a partire soprattutto del quinto incontro tenutosi in Australia nel 2000, poi nel sesto (GHGT-6) tenutosi a Kyoto, nel 2002 e successivamente nel corso del settimo (GHGT-7), tenutosi a Vancouver nel 2004. Intendimento di questo Seminario nazionale, organizzato dall’Alma Mater Studiorum e dall’Associazione Italiana Gestione Energia (AIGE), è quello di affrontate le tematiche relative allo stoccaggio di CO2 (originata dall’uso dei combustibili fossili per la produzione di energia) nel sottosuolo, e in particolare in acquiferi e in giacimenti esauriti di idrocarburi, allo scopo di ridurre l’emissione in atmosfera di questo gas che, secondo l’opinione degli specialisti, è il maggiore responsabile del cosiddetto effetto serra. Il Seminario si prefigge, pertanto, di fornire informazioni e di discutere in modo esaustivo gli aspetti di ricerca al fine investigare e massimizzare le potenzialità di un approccio integrato alla razionalizzazione del rapporto tra fonti di emissione di CO2 e siti di stoccaggio sul territorio nazionale. Le tecnologie relative al sequestro della CO2 sono relativamente mature, pur rimanendo aperte alcune problematiche di carattere ambientale, di sicurezza e di costo unitamente ad aspetti istituzionali e di accettabilità pubblica. Da più parti è stato rilevato che «paradossalmente, Kyoto è al contempo troppo debole e troppo forte. Troppo forte perché i suoi tagli iniziali sono percepiti da taluni Paesi come un peso economico eccessivo (gli Stati Uniti per questa ragione ne hanno ritirato l’appoggio); troppo debole perché sarebbero necessarie riduzioni delle emissioni molto maggiori e non disponiamo delle tecnologie per ottenerle». I numeri parlano da soli. Le emissioni di anidride carbonica su scala mondiale sono previste quasi raddoppiare tra l’anno base 1990 ed il 2030 a circa 38 mld. tonn. Crescita imputabile per i 7/10 ai maggiori consumi di energia fossile nei Paesi in via di sviluppo. Pur ammettendo che Europa e Stati Uniti fossero in grado di stabilizzare a quella data le loro emissioni ai livelli di partenza, le emissioni totali resterebbero, comunque, al 2030 superiori del 70% a quelle del 1990. Ragioni varie spiegano in particolare da una parte il rifiuto a sottoscriverlo da parte dell’Amministrazione americana e la ritrosia a farlo della stessa Russia; dall’altra le crescenti difficoltà che la sua attuazione va incontrando nell’Unione Europea decisa ad adeguarsi unilateralmente agli obiettivi del Protocollo. Il sistema di permessi di emissione introdotto dal Protocollo di Kyoto con il relativo mercato, attribuisce un valore monetario ad esternalità influenti negativamente sull’ambiente, introducendo nuovi oneri di sistema che si traducono, in modo misurabile, su costi, prezzi e profitti delle imprese operanti nel settore energetico. Perché il sistema produttivo possa rispondere adeguatamente, è necessario che le sfide siano raccolte da tutte le parti interessate: da una parte l’Autorità regolatrice dovrebbe definire norme chiare ed esaustive, promuovere sia accordi di cooperazione internazionale, sia la comunicazione e il dialogo tra i vari attori, dall’altra, gli Operatori dovrebbero dotarsi al loro interno di tecnologie innovative. Le università e i centri di ricerca sono i soggetti strutturalmente attrezzati a fornire soluzioni tecnologiche a costi compatibili. Non a caso, quindi, si è pensato di dare avvio a questo Seminario proprio dall’interno dell’Università, allo scopo di promuovere quella ricerca e quello sviluppo ritenute condizione necessaria per l’individuazione di misure percorribili ne...
2006
70 pp.
8849126999
G. Brighenti, E. Lorenzini, E. Mesini (2006). Atti del Seminario Nazionale "Da Kyoto allo stoccaggio della CO2". BOLOGNA : CLUEB.
G. Brighenti; E. Lorenzini; E. Mesini
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/43405
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact