Questo studio intende valutare la diffusione sul territorio italiano dei gruppi di auto-aiuto come tecnica di intervento per i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Da un’indagine telefonica condotta su 90 Centri Ospedalieri, Cliniche Private o Pubbliche e Associazioni che si occupano di terapia dei DCA, è risultato che solo 9 strutture (10% del campione) hanno attivato dei gruppi di self-help (19 in totale), per questa tipologia di disturbi. I facilitatori individuati hanno compilato un questionario appositamente approntato e successivamente sono stati sottoposti a un’intervista. Secondo i dati raccolti i gruppi sono costituiti da 5-14 persone (quelli con pochi partecipanti sono ritenuti i più funzionanti), prevalentemente femmine di età dai 14 ai 70 anni, ogni incontro dura mediamente un ora e mezza, con frequenza settimanale. La comunicazione viene descritta come libera, empatica e partecipata con una leadership democratica. Lo scopo è la riduzione della sintomatologia attraverso la condivisione delle informazioni. Gli elementi caratterizzanti sono: la presenza dell’helper, il senso di appartenenza, quello di fiducia e il gruppo come fonte di sostegno emotivo. Quasi l’80% dei gruppi collabora con il sistema sanitario pubblico. In conclusione, in Italia, i gruppi di auto-aiuto non sono utilizzati frequentemente nel trattamento dei DCA, anche se possono risultare una metodologia utile all’interno di protocolli terapeutici (medici e psicologici) più complessi.

Baldoni F., Facondini E., Dallomo A., Franzoni E., Ercolani M. (2005). I gruppi di auto-aiuto come tecnica di intervento nei Disturbi del Comportamento Alimentare.. BARI : GRP.

I gruppi di auto-aiuto come tecnica di intervento nei Disturbi del Comportamento Alimentare.

BALDONI, FRANCO;FRANZONI, EMILIO;ERCOLANI, MAURO
2005

Abstract

Questo studio intende valutare la diffusione sul territorio italiano dei gruppi di auto-aiuto come tecnica di intervento per i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Da un’indagine telefonica condotta su 90 Centri Ospedalieri, Cliniche Private o Pubbliche e Associazioni che si occupano di terapia dei DCA, è risultato che solo 9 strutture (10% del campione) hanno attivato dei gruppi di self-help (19 in totale), per questa tipologia di disturbi. I facilitatori individuati hanno compilato un questionario appositamente approntato e successivamente sono stati sottoposti a un’intervista. Secondo i dati raccolti i gruppi sono costituiti da 5-14 persone (quelli con pochi partecipanti sono ritenuti i più funzionanti), prevalentemente femmine di età dai 14 ai 70 anni, ogni incontro dura mediamente un ora e mezza, con frequenza settimanale. La comunicazione viene descritta come libera, empatica e partecipata con una leadership democratica. Lo scopo è la riduzione della sintomatologia attraverso la condivisione delle informazioni. Gli elementi caratterizzanti sono: la presenza dell’helper, il senso di appartenenza, quello di fiducia e il gruppo come fonte di sostegno emotivo. Quasi l’80% dei gruppi collabora con il sistema sanitario pubblico. In conclusione, in Italia, i gruppi di auto-aiuto non sono utilizzati frequentemente nel trattamento dei DCA, anche se possono risultare una metodologia utile all’interno di protocolli terapeutici (medici e psicologici) più complessi.
2005
ABSTRACTS 2° CONGRESSO NAZIONALE GRUPPO PER LA RICERCA IN PSICOSOMATICA (GRP)
Baldoni F., Facondini E., Dallomo A., Franzoni E., Ercolani M. (2005). I gruppi di auto-aiuto come tecnica di intervento nei Disturbi del Comportamento Alimentare.. BARI : GRP.
Baldoni F.; Facondini E.; Dallomo A.; Franzoni E.; Ercolani M.
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