Il convegno si propone di investigare le forme attraverso cui si esprime oggi il termine tradizione in architettura. Tradizione è sinonimo di continuità. La parola si usa quando si vuole porre l'attenzione su una cosa, un concetto, che richiama un valore ancorato al passato, o al patrimonio di conoscenza collettiva, o semplicemente alla prassi costruttiva. Il termine tradizione, tuttavia, non gode oggi, almeno in Italia, di popolarità culturale; compare raramente e in associazione a stereotipi negativi. Il concetto di "tradizione" appare confuso e ripercuote sui progetti, forme e tecnologie incerte, non sostenute dalla critica architettonica, disattenta, se non addirittura insofferente, alle manifestazioni dell'architettura tradizionalista, declinata alternativamente come "nostalgica", "classica", "neo-classica", "classicista", "post-moderna", o, nel migliore dei casi, come "regionale" o "vernacolare". Un convegno sulla tradizione in architettura assume vari significati, a seconda dell'interpretazione che viene data al termine. L'obiettivo è quello di fare affiorare i significati che la contemporaneità attribuisce al termine. E' oggi attuale il concetto di tradizione? Per quali scopi viene usato, o strumentalmente sfruttato? Quali sono gli aspetti per i quali ha ancora valore discuterne? La casa conserva un valore, non solo culturale, ma anche di mercato, legato alla "tradizione" del vivere. Esiste una ricerca di spazi familiari, considerati collettivamente "tradizionali", che gode di ottima fortuna immobiliare. L'insistente ricerca del contatto con la natura - il giardino, l'interazione tra vegetazione e costruzione, l'attenzione nei confronti degli aspetti bio-climatici, la sensibilità per i materiali del luogo o naturali - è sinonimo di una, seppur mascherata, tradizione? La città tradizionale - fatta di strade e piazze, pubbliche e pedonali, di costruzioni dense e aderenti al filo stradale - non costituisce più, da tempo ormai, un modello morfologico, ad uso dei progettisti e di pianificatori, a cui riferire le città contemporanee. Eppure la città storica, il borgo pittoresco, il paese ricostruito, il nuovo villaggio esclusivo raccolgono un largo consenso da parte della popolazione, che vede in essi i luoghi ideali di incontro, intrattenimento e riposo, riconoscendone il fondamentale ruolo di testimonianza del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico. Esiste infine una forma di tradizione legata alla tecnologia. Se definiamo come "tecnologia tradizionale" un uso prudente dei mezzi tecnici di produzione, rispettoso del consumo delle risorse, attento ai valori locali e culturali del passato, in continuità con esso, allora l'uso di tale tecnologia acquista un valore duplice: come supporto alla forma "tradizionale/tradizionalista", o "regionale/regionalista", o "classica/classicista" degli edifici e delle città; come supporto alla riscoperta di aspetti della progettazione a "regola d'arte", in gran parte dimenticati - nella fattispecie del patrimonio tecnico tradizionalmente noto -, ma in parte ripresi dalla progettazione bio-climatica ed eco-sostenibile.

A. Barozzi, P. Bertozzi, D. Desiderio, A. Ghini, L. Guardigli, G. Manfredi, et al. (2004). Convegno: Le forme della tradizione. Attulità della tradizione in architettura tra scelta culturale, necessità tecnologica e offerta di mercato. Parma, 12-13 marzo 2004.

Convegno: Le forme della tradizione. Attulità della tradizione in architettura tra scelta culturale, necessità tecnologica e offerta di mercato. Parma, 12-13 marzo 2004

BAROZZI, ANNA;GHINI, AGNESE;GUARDIGLI, LUCA;
2004

Abstract

Il convegno si propone di investigare le forme attraverso cui si esprime oggi il termine tradizione in architettura. Tradizione è sinonimo di continuità. La parola si usa quando si vuole porre l'attenzione su una cosa, un concetto, che richiama un valore ancorato al passato, o al patrimonio di conoscenza collettiva, o semplicemente alla prassi costruttiva. Il termine tradizione, tuttavia, non gode oggi, almeno in Italia, di popolarità culturale; compare raramente e in associazione a stereotipi negativi. Il concetto di "tradizione" appare confuso e ripercuote sui progetti, forme e tecnologie incerte, non sostenute dalla critica architettonica, disattenta, se non addirittura insofferente, alle manifestazioni dell'architettura tradizionalista, declinata alternativamente come "nostalgica", "classica", "neo-classica", "classicista", "post-moderna", o, nel migliore dei casi, come "regionale" o "vernacolare". Un convegno sulla tradizione in architettura assume vari significati, a seconda dell'interpretazione che viene data al termine. L'obiettivo è quello di fare affiorare i significati che la contemporaneità attribuisce al termine. E' oggi attuale il concetto di tradizione? Per quali scopi viene usato, o strumentalmente sfruttato? Quali sono gli aspetti per i quali ha ancora valore discuterne? La casa conserva un valore, non solo culturale, ma anche di mercato, legato alla "tradizione" del vivere. Esiste una ricerca di spazi familiari, considerati collettivamente "tradizionali", che gode di ottima fortuna immobiliare. L'insistente ricerca del contatto con la natura - il giardino, l'interazione tra vegetazione e costruzione, l'attenzione nei confronti degli aspetti bio-climatici, la sensibilità per i materiali del luogo o naturali - è sinonimo di una, seppur mascherata, tradizione? La città tradizionale - fatta di strade e piazze, pubbliche e pedonali, di costruzioni dense e aderenti al filo stradale - non costituisce più, da tempo ormai, un modello morfologico, ad uso dei progettisti e di pianificatori, a cui riferire le città contemporanee. Eppure la città storica, il borgo pittoresco, il paese ricostruito, il nuovo villaggio esclusivo raccolgono un largo consenso da parte della popolazione, che vede in essi i luoghi ideali di incontro, intrattenimento e riposo, riconoscendone il fondamentale ruolo di testimonianza del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico. Esiste infine una forma di tradizione legata alla tecnologia. Se definiamo come "tecnologia tradizionale" un uso prudente dei mezzi tecnici di produzione, rispettoso del consumo delle risorse, attento ai valori locali e culturali del passato, in continuità con esso, allora l'uso di tale tecnologia acquista un valore duplice: come supporto alla forma "tradizionale/tradizionalista", o "regionale/regionalista", o "classica/classicista" degli edifici e delle città; come supporto alla riscoperta di aspetti della progettazione a "regola d'arte", in gran parte dimenticati - nella fattispecie del patrimonio tecnico tradizionalmente noto -, ma in parte ripresi dalla progettazione bio-climatica ed eco-sostenibile.
2004
A. Barozzi, P. Bertozzi, D. Desiderio, A. Ghini, L. Guardigli, G. Manfredi, et al. (2004). Convegno: Le forme della tradizione. Attulità della tradizione in architettura tra scelta culturale, necessità tecnologica e offerta di mercato. Parma, 12-13 marzo 2004.
A. Barozzi; P. Bertozzi; D. Desiderio; A. Ghini; L. Guardigli; G. Manfredi; A. Pacciani
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