In altri capitoli di questo volume, si è visto come l’Istria durante il primo Novecento abbia vissuto varie modifiche nei confini e nelle appartenenze nazionali, con l’attribuzione della maggior parte del territorio della penisola alla Jugoslavia, fra 1945 e 1954. Un’ulteriore riorganizzazione internazionale della regione è avvenuta negli anni’90, quando la disgregazione della Federazione jugoslava ha portato nuovi stati e nuovi confini nei Balcani, accompagnati da guerre e “pulizie etniche” in molti dei territori interessati. Anche l’Istria ha visto emergere una nuova divisione interna nel 1991 con la nascita dei due stati indipendenti di Slovenia e Croazia. Il fiume Dragogna (Dragonja), che era una semplice delimitazione interna alla Federazione, è divenuto un confine internazionale e oggi, quindi, la penisola istriana è suddivisa fra tre stati: la parte settentrionale è italiana e costituisce la periferia di Trieste, con la città di Muggia; segue poi il territorio sloveno, con le città costiere di Capodistria, Isola d’Istria, Pirano. La maggior parte dell’Istria è però appartenente alla Croazia e organizzata in due regioni (o contee), l’Istria, propriamente detta, con capoluogo Pisino (Pazin) e la regione Litoranea montana, con capoluogo Fiume (Rijeka), che si affaccia sul golfo del Carnaro. Questo capitolo si propone di presentare alcuni dei processi collegati a questi avvenimenti, con particolare attenzione alla minoranza italiana che vive nei territori istriani, specialmente nelle piccole città della penisola. La popolazione di lingua e cultura italiana ha una lunga storia di insediamento nelle città dell’Istria ed il suo consistente esodo, seguito agli eventi della seconda guerra mondiale e ai nuovi confini nazionali, l’ha portata da una situazione maggioritaria a quella di esigua minoranza. Per inquadrare la situazione contemporanea, perciò, si richiameranno in primo luogo alcuni aspetti della costruzione di questa minoranza dagli anni’50 in poi. Approfondimenti sui contesti urbani dopo il 1991 riguarderanno, poi, le città dell’Istria croata di Rovigno e Pola.
M.Marchi (2014). Le città dell'Istria e la minoranza italiana dopo il 1991. Bologna : Bononia University Press.
Le città dell'Istria e la minoranza italiana dopo il 1991
MARCHI, MARZIA
2014
Abstract
In altri capitoli di questo volume, si è visto come l’Istria durante il primo Novecento abbia vissuto varie modifiche nei confini e nelle appartenenze nazionali, con l’attribuzione della maggior parte del territorio della penisola alla Jugoslavia, fra 1945 e 1954. Un’ulteriore riorganizzazione internazionale della regione è avvenuta negli anni’90, quando la disgregazione della Federazione jugoslava ha portato nuovi stati e nuovi confini nei Balcani, accompagnati da guerre e “pulizie etniche” in molti dei territori interessati. Anche l’Istria ha visto emergere una nuova divisione interna nel 1991 con la nascita dei due stati indipendenti di Slovenia e Croazia. Il fiume Dragogna (Dragonja), che era una semplice delimitazione interna alla Federazione, è divenuto un confine internazionale e oggi, quindi, la penisola istriana è suddivisa fra tre stati: la parte settentrionale è italiana e costituisce la periferia di Trieste, con la città di Muggia; segue poi il territorio sloveno, con le città costiere di Capodistria, Isola d’Istria, Pirano. La maggior parte dell’Istria è però appartenente alla Croazia e organizzata in due regioni (o contee), l’Istria, propriamente detta, con capoluogo Pisino (Pazin) e la regione Litoranea montana, con capoluogo Fiume (Rijeka), che si affaccia sul golfo del Carnaro. Questo capitolo si propone di presentare alcuni dei processi collegati a questi avvenimenti, con particolare attenzione alla minoranza italiana che vive nei territori istriani, specialmente nelle piccole città della penisola. La popolazione di lingua e cultura italiana ha una lunga storia di insediamento nelle città dell’Istria ed il suo consistente esodo, seguito agli eventi della seconda guerra mondiale e ai nuovi confini nazionali, l’ha portata da una situazione maggioritaria a quella di esigua minoranza. Per inquadrare la situazione contemporanea, perciò, si richiameranno in primo luogo alcuni aspetti della costruzione di questa minoranza dagli anni’50 in poi. Approfondimenti sui contesti urbani dopo il 1991 riguarderanno, poi, le città dell’Istria croata di Rovigno e Pola.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.