Il libro ha per oggetto l’Adriatico orientale, cioè la parte della penisola balcanica che si affaccia sul mare Adriatico lungo l’asse Gorizia-Sarajevo. Si tratta di territori che, specialmente nel Novecento, hanno vissuto diversi cambiamenti nei confini e nelle appartenenze nazionali, dopo le due guerre mondiali e gli eventi bellici, che hanno accompagnato la dissoluzione della Federazione jugoslava negli anni Novanta. Data l’ampiezza, e la diversa articolazione nazionale della regione, che oggi appartiene a Italia, Slovenia, Croazia e Bosnia Erzegovina, si è scelto di considerare soltanto alcune aree chiave, maggiormente interessate dai cambiamenti di confine. E sono specialmente alcune città, come Gorizia, Trieste, Pola e i piccoli centri dell’Istria, Fiume e Sarajevo, che vengono osservate più da vicino, perché vi risultano più evidenti gli effetti delle trasformazioni sulle popolazioni, oltre che sulle strutture materiali e simboliche dei paesaggi. La nostra attuale percezione della regione si riferisce alle fasi più difficili dei conflitti qui emersi per la costruzione degli stati nazionali. Per comprendere meglio le sue caratteristiche e specificità, è necessario però cambiare il punto di vista, considerandola in un orizzonte temporale di più lungo periodo e valorizzandola per le sue ricche potenzialità multiculturali, come si è cercato di fare nei vari capitoli del volume.
M.Marchi (2014). Geografie dell'Adriatico orientale nel Novecento. Bologna : BONONIA UNIVERSITY PRESS.
Geografie dell'Adriatico orientale nel Novecento
MARCHI, MARZIA
2014
Abstract
Il libro ha per oggetto l’Adriatico orientale, cioè la parte della penisola balcanica che si affaccia sul mare Adriatico lungo l’asse Gorizia-Sarajevo. Si tratta di territori che, specialmente nel Novecento, hanno vissuto diversi cambiamenti nei confini e nelle appartenenze nazionali, dopo le due guerre mondiali e gli eventi bellici, che hanno accompagnato la dissoluzione della Federazione jugoslava negli anni Novanta. Data l’ampiezza, e la diversa articolazione nazionale della regione, che oggi appartiene a Italia, Slovenia, Croazia e Bosnia Erzegovina, si è scelto di considerare soltanto alcune aree chiave, maggiormente interessate dai cambiamenti di confine. E sono specialmente alcune città, come Gorizia, Trieste, Pola e i piccoli centri dell’Istria, Fiume e Sarajevo, che vengono osservate più da vicino, perché vi risultano più evidenti gli effetti delle trasformazioni sulle popolazioni, oltre che sulle strutture materiali e simboliche dei paesaggi. La nostra attuale percezione della regione si riferisce alle fasi più difficili dei conflitti qui emersi per la costruzione degli stati nazionali. Per comprendere meglio le sue caratteristiche e specificità, è necessario però cambiare il punto di vista, considerandola in un orizzonte temporale di più lungo periodo e valorizzandola per le sue ricche potenzialità multiculturali, come si è cercato di fare nei vari capitoli del volume.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.