Dopo la mostra Giovanni Chiaramonte "Interno perduto" organizzata dal Laboratorio "Ricerca Emilia" della Facoltà di Architettura “Aldo Rossi” di Cesena per documentare la distruzione causata in Emilia dal terremoto di maggio, in diretta continuità si apre il 6 marzo una seconda esposizione, intitolata Architetture padane per investigare come è stata gestita l'emergenza in questi mesi e per raccontare la storia di questo territorio. Architetture padane è il titolo che Aldo Rossi con Luigi Ghirri diede ad una importante mostra sulla sua opera presentata al pubblico nel 1984 alla Casa del Mantegna a Mantova. Si è ritenuto indispensabile ripartire da quella significativa esperienza, che è stata capace di cogliere la verità di un territorio connotato da valori architettonici precisi e identitari, relazionati con il paesaggio a salvaguardia di una antica tradizione, fondata – come scriveva il Maestro – sulla “commistione tra campagna e città, tra terra e acqua”. Questa nuova mostra cesenate ripartendo da quelle posizioni vuole evidenziare la necessità di porre al centro delle pratiche della ricostruzione in Emilia questa conoscenza, portando un contributo culturale col fine di evitare che il dopo terremoto sia più devastante del terremoto stesso. Il rischio di dimenticare la storia di queste terre e di cancellare irrimediabilmente architetture storiche e segni antropici è altissimo. Curata dal Dottorato di ricerca in Architettura per il Laboratorio "Ricerca Emilia", la mostra si divide in 3 sezioni principali: “Paesaggio e Storia”, “Distruzione”, “Emergenza”. Come incipit diretto, nella sezione “Paesaggio e Storia” sono esposti alcuni disegni originali del progetto Fiera Catena di Aldo Rossi e Gianni Braghieri presentati alla mostra mantovana del 1984, oltre ad una importante documentazione cartografica proveniente dalla collezione comunale di Mirandola che descrive il territorio emiliano e le sue origini. Uno straordinario modello ligneo della città di Mirandola risalente al XVI secolo chiude questa prima parte dell'esposizione. Nella sezione “Distruzione” una serie di documenti ripercorre i danni causati dal sisma alle architetture emiliane: oltre alla campagna fotografica aerea di Nazario Spadoni, grafici e schede di sintesi descrivono il patrimonio architettonico danneggiato dal terremoto. Infine la terza sezione presenta in anteprima alcuni tra i più importanti progetti per la ricostruzione in Emilia: tra gli altri, la chiesa temporanea di Paolo Zermani, la chiesa di Medolla di Marazzi Architetti, il centro polisportivo di San Felice sul Panaro di Architetcure for humanity con Rizoma architetture, il municipio temporaneo di Novi di Zamboni Associati e Politecnica, le tre proposte progettuali elaborate per il complesso scolastico di Cavezzo su invito di Renzo Piano.

Architetture padane

TRENTIN, ANNALISA;AGNOLETTO, MATTEO;POLETTI, GIOVANNI;FANTINI, AGNESE;BARBOLINI, FAUSTO;LICITRA, FABIO;ORI, EVA;TAGLIAZUCCHI, SILVIA;CANTALUPO, MASSIMILIANO;CASSANI SIMONETTI, MATTEO;SIGNORELLI, LEILA;LAZZARINI, GIULIA;SERRAU, ANDREA;LUCCARONI, ANDREA;MAZZOLI, CECILIA;MONTERUMISI, CHIARA;GIANCIPOLI, GILDA;PASCALE GUIDOTTI MAGNANI, DANIELE;NITTI, ANTONIO;ANDREOLA, FLORENCIA NATALIA
2013

Abstract

Dopo la mostra Giovanni Chiaramonte "Interno perduto" organizzata dal Laboratorio "Ricerca Emilia" della Facoltà di Architettura “Aldo Rossi” di Cesena per documentare la distruzione causata in Emilia dal terremoto di maggio, in diretta continuità si apre il 6 marzo una seconda esposizione, intitolata Architetture padane per investigare come è stata gestita l'emergenza in questi mesi e per raccontare la storia di questo territorio. Architetture padane è il titolo che Aldo Rossi con Luigi Ghirri diede ad una importante mostra sulla sua opera presentata al pubblico nel 1984 alla Casa del Mantegna a Mantova. Si è ritenuto indispensabile ripartire da quella significativa esperienza, che è stata capace di cogliere la verità di un territorio connotato da valori architettonici precisi e identitari, relazionati con il paesaggio a salvaguardia di una antica tradizione, fondata – come scriveva il Maestro – sulla “commistione tra campagna e città, tra terra e acqua”. Questa nuova mostra cesenate ripartendo da quelle posizioni vuole evidenziare la necessità di porre al centro delle pratiche della ricostruzione in Emilia questa conoscenza, portando un contributo culturale col fine di evitare che il dopo terremoto sia più devastante del terremoto stesso. Il rischio di dimenticare la storia di queste terre e di cancellare irrimediabilmente architetture storiche e segni antropici è altissimo. Curata dal Dottorato di ricerca in Architettura per il Laboratorio "Ricerca Emilia", la mostra si divide in 3 sezioni principali: “Paesaggio e Storia”, “Distruzione”, “Emergenza”. Come incipit diretto, nella sezione “Paesaggio e Storia” sono esposti alcuni disegni originali del progetto Fiera Catena di Aldo Rossi e Gianni Braghieri presentati alla mostra mantovana del 1984, oltre ad una importante documentazione cartografica proveniente dalla collezione comunale di Mirandola che descrive il territorio emiliano e le sue origini. Uno straordinario modello ligneo della città di Mirandola risalente al XVI secolo chiude questa prima parte dell'esposizione. Nella sezione “Distruzione” una serie di documenti ripercorre i danni causati dal sisma alle architetture emiliane: oltre alla campagna fotografica aerea di Nazario Spadoni, grafici e schede di sintesi descrivono il patrimonio architettonico danneggiato dal terremoto. Infine la terza sezione presenta in anteprima alcuni tra i più importanti progetti per la ricostruzione in Emilia: tra gli altri, la chiesa temporanea di Paolo Zermani, la chiesa di Medolla di Marazzi Architetti, il centro polisportivo di San Felice sul Panaro di Architetcure for humanity con Rizoma architetture, il municipio temporaneo di Novi di Zamboni Associati e Politecnica, le tre proposte progettuali elaborate per il complesso scolastico di Cavezzo su invito di Renzo Piano.
2013
Annalisa Trentin; Matteo Agnoletto; Giovanni Poletti; Agnese Fantini; Fausto Barbolini; Fabio Licitra; Eva Ori; Silvia Tagliazucchi; Massimiliano Cantalupo; Matteo Cassani Simonetti; Leila Signorelli; Giulia Lazzarini; Andrea Serrau; Andrea Luccaroni; Cecilia Mazzoli; Chiara Monterumisi; Gilda Giancipoli; Daniele Pascale; Antonio Nitti; Florencia Andreola
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/400202
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