Vilém Flusser (1920-1991), fu uno studioso del linguaggio e della cultura, della teoria e delle tecnologie della comunicazione e dell’immagine, nato a Praga da famiglia ebraico-tedesca, vissuto a lungo in Brasile (professore di filosofia all’Università di San Paolo) e diventato, dopo il suo rientro in Europa negli anni settanta, punto di riferimento per la filosofia dei media e per la nascente comunità degli artisti digitali e della cultura informatica nei paesi di lingua tedesca. Ne “La cultura dei media” proposta in traduzione italiana, tra i termini estremi definiti dal rischio totalitario cui è esposta l’attuale società della comunicazione monodirezionale, basata sul controllo centralizzato delle forme di discorso, e dalle possibilità utopiche dell’apertura allo scambio e al mutuo arricchimento delle informazioni, dischiuse dalla reciprocità e pluralità del dialogo a rete, Flusser dispiega la sua analisi fenomenologica del mondo codificato, del nostro tentativo di proiettare senso in esso e di ricreare vicinanza nella distanza della società telematica. In luce diversa appaiono così le case, le città, il lavoro, gli oggetti di uso quotidiano, la televisione, il cinema, la politica, i paradigmi di interpretazione, la realtà stessa. La messa in questione della linearità della scrittura prodotta dalle nuove tecnologie dell’immagine e degli apparati informatici, rende problematiche le forme di coscienza storica che da essa derivano e rappresenta una sfida per elaborare una nuova immaginazione e nuove disposizioni alla relazione, a riconoscere nell’altro che ci è prossimo, nel migrante, nel nomade destinato all’infondatezza e alla perdita di radici, ciò che ci è più proprio. La Postfazione al volume ricostruisce le linee principali dell’opera di Flusser e della sua interpretazione dei media.
A. Borsari (2004). La cultura dei media. Milano : BRUNO MONDADORI.
La cultura dei media
BORSARI, ANDREA
2004
Abstract
Vilém Flusser (1920-1991), fu uno studioso del linguaggio e della cultura, della teoria e delle tecnologie della comunicazione e dell’immagine, nato a Praga da famiglia ebraico-tedesca, vissuto a lungo in Brasile (professore di filosofia all’Università di San Paolo) e diventato, dopo il suo rientro in Europa negli anni settanta, punto di riferimento per la filosofia dei media e per la nascente comunità degli artisti digitali e della cultura informatica nei paesi di lingua tedesca. Ne “La cultura dei media” proposta in traduzione italiana, tra i termini estremi definiti dal rischio totalitario cui è esposta l’attuale società della comunicazione monodirezionale, basata sul controllo centralizzato delle forme di discorso, e dalle possibilità utopiche dell’apertura allo scambio e al mutuo arricchimento delle informazioni, dischiuse dalla reciprocità e pluralità del dialogo a rete, Flusser dispiega la sua analisi fenomenologica del mondo codificato, del nostro tentativo di proiettare senso in esso e di ricreare vicinanza nella distanza della società telematica. In luce diversa appaiono così le case, le città, il lavoro, gli oggetti di uso quotidiano, la televisione, il cinema, la politica, i paradigmi di interpretazione, la realtà stessa. La messa in questione della linearità della scrittura prodotta dalle nuove tecnologie dell’immagine e degli apparati informatici, rende problematiche le forme di coscienza storica che da essa derivano e rappresenta una sfida per elaborare una nuova immaginazione e nuove disposizioni alla relazione, a riconoscere nell’altro che ci è prossimo, nel migrante, nel nomade destinato all’infondatezza e alla perdita di radici, ciò che ci è più proprio. La Postfazione al volume ricostruisce le linee principali dell’opera di Flusser e della sua interpretazione dei media.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.