Il volume descrive il patrimonio di libri a stampa in armeno conservati dalla Biblioteca Palatina di Parma: di 160 titoli, per quasi 230 volumi, pubblicati tra il 1538 e il 1845. Per ciascuno di essi viene fornita una scheda contenente: la trascrizione completa del frontespizio, la traslitterazione e una traduzione in italiano; la descrizione fisica dell’edizione; il riferimento ai principali repertori; la segnatura della Biblioteca Palatina; eventuali note su legatura, ex-libris e note manoscritte. Chiudono il volume indici di titoli, autori e traduttori, luoghi di stampa e note di possesso. Si tratta di rare antichità librarie, ma anche di strumenti linguistici, storici e filologici editi dai Padri Mechitaristi, di difficile reperimento ed inestimabile valore per gli studiosi. La maggior parte di questi volumi appartennero al duca di Lucca Carlo Ludovico, trasferitosi a Parma alla morte di Maria Luigia, nel 1847. Questi, bibliofilo e poliglotta, aveva appreso l’armeno a Venezia, presso i Padri Mechitaristi di San Lazzaro, nel 1845; i libri giuntici paiono essere una biblioteca acquisita in blocco dopo quel soggiorno. Preesistenti a Carlo Ludovico sono invece alcuni alfabeti, grammatiche e catechismi a cura della Propaganda Fide, e opere di esotismo linguistico e virtuosismo tipografico, legati alle insigni personalità dell’orientalista Giovanni Bernardo De Rossi e del tipografo Giambattista Bodoni.

I libri armeni a stampa della Biblioteca Palatina di Parma

AIMI, CHIARA
2013

Abstract

Il volume descrive il patrimonio di libri a stampa in armeno conservati dalla Biblioteca Palatina di Parma: di 160 titoli, per quasi 230 volumi, pubblicati tra il 1538 e il 1845. Per ciascuno di essi viene fornita una scheda contenente: la trascrizione completa del frontespizio, la traslitterazione e una traduzione in italiano; la descrizione fisica dell’edizione; il riferimento ai principali repertori; la segnatura della Biblioteca Palatina; eventuali note su legatura, ex-libris e note manoscritte. Chiudono il volume indici di titoli, autori e traduttori, luoghi di stampa e note di possesso. Si tratta di rare antichità librarie, ma anche di strumenti linguistici, storici e filologici editi dai Padri Mechitaristi, di difficile reperimento ed inestimabile valore per gli studiosi. La maggior parte di questi volumi appartennero al duca di Lucca Carlo Ludovico, trasferitosi a Parma alla morte di Maria Luigia, nel 1847. Questi, bibliofilo e poliglotta, aveva appreso l’armeno a Venezia, presso i Padri Mechitaristi di San Lazzaro, nel 1845; i libri giuntici paiono essere una biblioteca acquisita in blocco dopo quel soggiorno. Preesistenti a Carlo Ludovico sono invece alcuni alfabeti, grammatiche e catechismi a cura della Propaganda Fide, e opere di esotismo linguistico e virtuosismo tipografico, legati alle insigni personalità dell’orientalista Giovanni Bernardo De Rossi e del tipografo Giambattista Bodoni.
2013
170
Chiara Aimi
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