Nella seconda metà del Settecento la scuola pittorica bolognese è protagonista della cultura artistica italiana nelle figure dei fratelli Ubaldo e Gaetano Gandolfi, celeberrimo, quest'ultimo, anche fuori d'Europa. Il Lanzi medesimo informa della grande fama del più giovane pittore, smarrita con l'imporsi del gusto neoclassico e la completa incomprensione dell'Accademia settecentesca nel secolo successivo; più ancora per Ubaldo, la cui arte, di forte e vigoroso pathos, cesso' di essere compresa persino dagli allievi. Ma per cinquant'anni i Gandolfi dominarono la scena italiana con solenni pale d'altere, fantasiose invenzioni allegoriche e mitologiche, e seppero, Ubaldo soprattutto, aprire alla cultura del vero negli studi di carattere, struggenti e patetici ritratti di ignoti la cui realtà è epitome della fatica del vivere, dipinti che molto piacquero a Longhi, il primo estimatore del pittore nel secolo scorso. Gaetano si misuro', da pari, con la pittura dei tanto più celebri artisti francesi, Fragonard che conobbe presso l'Accademia bolognese, la Clementina, e quindi, nel prosieguo, con quanti si produssero nella pittura religiosa, Doyen, Restout, Vien e per la pittura profana misurandosi per la committenza internazionale con il Batoni; conobbe e apprezzo' il gusto neoclassico, sul quale ironizzo' con sagacia in dipinti di carattere mitologico scegliendo di difendere, sino in ultimo, la tradizione di scuola. Grandissimo dunque intellettuale, instrado' il figlio Mauro che, forte della fama del padre - richiesto di opere da Giorgio III d'Inghilterra, dallo Yusupov, ministro di Caterina II, come attestato dai documenti -, scelse di seguirne le orme preferendo tuttavia la più remunerativa carriera di incisore, e traducendo la sensualità raffinata dei dipinti profani del padre in scoperto erotismo, nei suoi molti disegni ad inchiostro; volle conoscere le Americhe, viaggio' sino a Philadelphia, Washington: trovando la strada spianata dalla conoscenza dell'arte bolognese da parte degli artisti locali per il medium delle incisioni del padre. Si inverte così il processo che per molto tempo ha visto gli artisti americani condursi in Europa.

Donatella Biagi Maino (2012). Talento di famiglia. La pittura di Ubaldo, Gaetano e Mauro Gandolfi. Torino : Umberto Allemandi & C..

Talento di famiglia. La pittura di Ubaldo, Gaetano e Mauro Gandolfi

BIAGI, DONATELLA
2012

Abstract

Nella seconda metà del Settecento la scuola pittorica bolognese è protagonista della cultura artistica italiana nelle figure dei fratelli Ubaldo e Gaetano Gandolfi, celeberrimo, quest'ultimo, anche fuori d'Europa. Il Lanzi medesimo informa della grande fama del più giovane pittore, smarrita con l'imporsi del gusto neoclassico e la completa incomprensione dell'Accademia settecentesca nel secolo successivo; più ancora per Ubaldo, la cui arte, di forte e vigoroso pathos, cesso' di essere compresa persino dagli allievi. Ma per cinquant'anni i Gandolfi dominarono la scena italiana con solenni pale d'altere, fantasiose invenzioni allegoriche e mitologiche, e seppero, Ubaldo soprattutto, aprire alla cultura del vero negli studi di carattere, struggenti e patetici ritratti di ignoti la cui realtà è epitome della fatica del vivere, dipinti che molto piacquero a Longhi, il primo estimatore del pittore nel secolo scorso. Gaetano si misuro', da pari, con la pittura dei tanto più celebri artisti francesi, Fragonard che conobbe presso l'Accademia bolognese, la Clementina, e quindi, nel prosieguo, con quanti si produssero nella pittura religiosa, Doyen, Restout, Vien e per la pittura profana misurandosi per la committenza internazionale con il Batoni; conobbe e apprezzo' il gusto neoclassico, sul quale ironizzo' con sagacia in dipinti di carattere mitologico scegliendo di difendere, sino in ultimo, la tradizione di scuola. Grandissimo dunque intellettuale, instrado' il figlio Mauro che, forte della fama del padre - richiesto di opere da Giorgio III d'Inghilterra, dallo Yusupov, ministro di Caterina II, come attestato dai documenti -, scelse di seguirne le orme preferendo tuttavia la più remunerativa carriera di incisore, e traducendo la sensualità raffinata dei dipinti profani del padre in scoperto erotismo, nei suoi molti disegni ad inchiostro; volle conoscere le Americhe, viaggio' sino a Philadelphia, Washington: trovando la strada spianata dalla conoscenza dell'arte bolognese da parte degli artisti locali per il medium delle incisioni del padre. Si inverte così il processo che per molto tempo ha visto gli artisti americani condursi in Europa.
2012
Da Bononia a Bologna. 189 a. C. - 2011. Percorsi d'eccellenza nell'arte bolognese
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Donatella Biagi Maino (2012). Talento di famiglia. La pittura di Ubaldo, Gaetano e Mauro Gandolfi. Torino : Umberto Allemandi & C..
Donatella Biagi Maino
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