INTRODUZIONE. Studi epidemiologici hanno individuato molteplici fattori di rischio per lo sviluppo dell'ictus cerebrale: il fumo, l'eccessivo consumo di alcol e il disagio psicologico sono modificabili attraverso interventi di natura psicosociale. Recentemente la ricerca ha evidenziato che la presenza di un funzionamento psicologico positivo è un fattore protettivo nei confronti dello sviluppo di varie malattie ed è associato a comportamenti e stili di vita salutari. Obiettivo di questo studio pilota è esplorare gli stili di vita (consumo di alcol e abitudine al fumo), la sofferenza psicologica, il benessere psicologico e la qualità di vita in pazienti ospedalizzati con esiti d’ictus cerebrale, confrontandoli con soggetti della popolazione generale. METODI. 40 soggetti con esiti d'ictus cerebrale (47,5% maschi; età media 72,02 anni) e 40 soggetti della popolazione generale controbilanciati per variabili socio-demografiche, previo consenso informato, sono stati sottoposti al seguente assessment clinimetrico: Psychosocial Index (PSI) di G. A Fava e N. Sonino, Symptom Questionnaire (SQ) di R. Kellner e Psychological Well-Being Scales (PWB) di C. Ryff. RISULTATI. Nel gruppo sperimentale si evidenzia un consumo di alcol significativamente superiore rispetto al gruppo di controllo, mentre non emergono differenze significative relativamente all'attuale abitudine al fumo. Rispetto ai controlli, i pazienti con esiti d'ictus presentano punteggi significativamente superiori alla scala stress psicologico dello PSI e alle scale ansia, depressione, somatizzazione e ostilità dell’SQ con punteggi inferiori in tutte le scale del PWB, ad eccezione dello scopo nella vita. All'interno del gruppo sperimentale, i fumatori riportano punteggi di qualità della vita (PSI) significativamente inferiori rispetto ai non fumatori e coloro che presentano bassi punteggi nelle scale autonomia, auto-accettazione, padronanza ambientale e relazioni positive del PWB riportano anche più elevata ostilità, sintomatologia ansiosa e depressiva all’SQ. CONCLUSIONI. Questi dati suggeriscono l'importanza della messa in atto d’interventi in ambito psicosociale e di comunità che, secondo un’ottica proattiva, prevengano il disagio e promuovano stili di vita salutari e d’interventi psicologici clinici che, oltre alla riduzione della comorbilità psicologica e psicosomatica, possano favorire il miglioramento della qualità di vita attraverso la promozione del benessere psicologico nel paziente con ictus cerebrale.
Staccini L., Farinelli M., Tomba E. (2014). STILI DI VITA, DISAGIO E BENESSERE PSICOLOGICO IN PAZIENTI CON ESITI D'ICTUS: UNO STUDIO CONTROLLATO..
STILI DI VITA, DISAGIO E BENESSERE PSICOLOGICO IN PAZIENTI CON ESITI D'ICTUS: UNO STUDIO CONTROLLATO.
STACCINI, LAURA;TOMBA, ELENA
2014
Abstract
INTRODUZIONE. Studi epidemiologici hanno individuato molteplici fattori di rischio per lo sviluppo dell'ictus cerebrale: il fumo, l'eccessivo consumo di alcol e il disagio psicologico sono modificabili attraverso interventi di natura psicosociale. Recentemente la ricerca ha evidenziato che la presenza di un funzionamento psicologico positivo è un fattore protettivo nei confronti dello sviluppo di varie malattie ed è associato a comportamenti e stili di vita salutari. Obiettivo di questo studio pilota è esplorare gli stili di vita (consumo di alcol e abitudine al fumo), la sofferenza psicologica, il benessere psicologico e la qualità di vita in pazienti ospedalizzati con esiti d’ictus cerebrale, confrontandoli con soggetti della popolazione generale. METODI. 40 soggetti con esiti d'ictus cerebrale (47,5% maschi; età media 72,02 anni) e 40 soggetti della popolazione generale controbilanciati per variabili socio-demografiche, previo consenso informato, sono stati sottoposti al seguente assessment clinimetrico: Psychosocial Index (PSI) di G. A Fava e N. Sonino, Symptom Questionnaire (SQ) di R. Kellner e Psychological Well-Being Scales (PWB) di C. Ryff. RISULTATI. Nel gruppo sperimentale si evidenzia un consumo di alcol significativamente superiore rispetto al gruppo di controllo, mentre non emergono differenze significative relativamente all'attuale abitudine al fumo. Rispetto ai controlli, i pazienti con esiti d'ictus presentano punteggi significativamente superiori alla scala stress psicologico dello PSI e alle scale ansia, depressione, somatizzazione e ostilità dell’SQ con punteggi inferiori in tutte le scale del PWB, ad eccezione dello scopo nella vita. All'interno del gruppo sperimentale, i fumatori riportano punteggi di qualità della vita (PSI) significativamente inferiori rispetto ai non fumatori e coloro che presentano bassi punteggi nelle scale autonomia, auto-accettazione, padronanza ambientale e relazioni positive del PWB riportano anche più elevata ostilità, sintomatologia ansiosa e depressiva all’SQ. CONCLUSIONI. Questi dati suggeriscono l'importanza della messa in atto d’interventi in ambito psicosociale e di comunità che, secondo un’ottica proattiva, prevengano il disagio e promuovano stili di vita salutari e d’interventi psicologici clinici che, oltre alla riduzione della comorbilità psicologica e psicosomatica, possano favorire il miglioramento della qualità di vita attraverso la promozione del benessere psicologico nel paziente con ictus cerebrale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.