Il saggio di Carlotta Farese ‘The country half my own’: l’Italia e i paradossi dell’identità in Christina Rossetti approfondisce i rapporti della nota poetessa vittoriana con la cultura e la letteratura italiana, che ella avvertiva come parte della propria identità di donna e di scrittrice ma con cui istituì, anche a livello intertestuale, una relazione non priva di ambiguità e contraddizioni. In esse si riflettono l’ambivalenza del rapporto con il padre Gabriele e la difficile conquista, nel confronto con la cultura patriarcale, di una soggettività poetica femminile autenticamente orginale ed autonoma. Quasi una Corinne o una Aurora Leigh in carne ed ossa, per Christina Rossetti l’Italia e l’Inghilterra – i due paesi, le due culture, le due lingue – rappresentano gli elementi costitutivi della sua identità, due polarità che ella cerca costantemente di far coesistere all’interno della sua scrittura e della sua complessa e spesso contraddittoria soggettività poetica. La curiosità per le potenzialità poetiche della lingua paterna è testimoniata da un numero considerevole di poesie italiane. Fra esse spiccano le ventuno brevi liriche che compongono Il Rosseggiar dell’Oriente, – che rappresenta una sorta di abbozzo preliminare della ben più compiuta sequenza di sonetti Monna Innominata – in cui Rossetti affronta i temi dell’amore non corrisposto e della ricongiunzione con l’amato dopo la morte, allineando e mettendo in contrasto, come ella spesso fa nella sua poesia, temi secolari e temi religiosi, e in particolare l’amore umano e l’amore divino. Il saggio si concentra inoltre sui testi più utili per investigare l’intricato rapporto di Chrsitina con l’Italia, e cioè quelli che ella scrisse, in inglese, nel 1865 in occasione del suo unico viaggio nella penisola: En route, Italia, Io ti Saluto, Enrica 1865. In queste poesie ella affronta infatti i temi dell’identità, della nostalgia, della perdita e dell’isolamento attorno ai quali ruota la sua tormentata relazione con la patria del padre. Il viaggio in Italia viene ricordato anche nel sonetto Later Life (1881), in cui una voce matura ricorda i felici momenti del passato immaginando la propria morte con una serie di tragiche allusioni che rimandano alla poetica di John Donne. In queste poesie “italiane” si percepiscono ancora più chiaramente le oscurità e le contraddizioni del rapportarsi di Christina all’Italia, perchè è proprio qui che l’Italia viene presentata come la madre patria dalla quale ella si è allontanata ed alienata. Infine, l’attenzione si concentra su alcuni testi in prosa che offrono esempi fra i più interessanti dell’instabile italianità della Rossetti: Vanna’s Twins, una short story profondamente evocativa e malinconica, e l’incompiuto romanzo epistolare Corrispondenza Famigliare.

‘The country half my own’. L’Italia e i paradossi dell’identità in Christina Rossetti / Carlotta Farese. - STAMPA. - (2013), pp. 163-174.

‘The country half my own’. L’Italia e i paradossi dell’identità in Christina Rossetti.

FARESE, CARLOTTA
2013

Abstract

Il saggio di Carlotta Farese ‘The country half my own’: l’Italia e i paradossi dell’identità in Christina Rossetti approfondisce i rapporti della nota poetessa vittoriana con la cultura e la letteratura italiana, che ella avvertiva come parte della propria identità di donna e di scrittrice ma con cui istituì, anche a livello intertestuale, una relazione non priva di ambiguità e contraddizioni. In esse si riflettono l’ambivalenza del rapporto con il padre Gabriele e la difficile conquista, nel confronto con la cultura patriarcale, di una soggettività poetica femminile autenticamente orginale ed autonoma. Quasi una Corinne o una Aurora Leigh in carne ed ossa, per Christina Rossetti l’Italia e l’Inghilterra – i due paesi, le due culture, le due lingue – rappresentano gli elementi costitutivi della sua identità, due polarità che ella cerca costantemente di far coesistere all’interno della sua scrittura e della sua complessa e spesso contraddittoria soggettività poetica. La curiosità per le potenzialità poetiche della lingua paterna è testimoniata da un numero considerevole di poesie italiane. Fra esse spiccano le ventuno brevi liriche che compongono Il Rosseggiar dell’Oriente, – che rappresenta una sorta di abbozzo preliminare della ben più compiuta sequenza di sonetti Monna Innominata – in cui Rossetti affronta i temi dell’amore non corrisposto e della ricongiunzione con l’amato dopo la morte, allineando e mettendo in contrasto, come ella spesso fa nella sua poesia, temi secolari e temi religiosi, e in particolare l’amore umano e l’amore divino. Il saggio si concentra inoltre sui testi più utili per investigare l’intricato rapporto di Chrsitina con l’Italia, e cioè quelli che ella scrisse, in inglese, nel 1865 in occasione del suo unico viaggio nella penisola: En route, Italia, Io ti Saluto, Enrica 1865. In queste poesie ella affronta infatti i temi dell’identità, della nostalgia, della perdita e dell’isolamento attorno ai quali ruota la sua tormentata relazione con la patria del padre. Il viaggio in Italia viene ricordato anche nel sonetto Later Life (1881), in cui una voce matura ricorda i felici momenti del passato immaginando la propria morte con una serie di tragiche allusioni che rimandano alla poetica di John Donne. In queste poesie “italiane” si percepiscono ancora più chiaramente le oscurità e le contraddizioni del rapportarsi di Christina all’Italia, perchè è proprio qui che l’Italia viene presentata come la madre patria dalla quale ella si è allontanata ed alienata. Infine, l’attenzione si concentra su alcuni testi in prosa che offrono esempi fra i più interessanti dell’instabile italianità della Rossetti: Vanna’s Twins, una short story profondamente evocativa e malinconica, e l’incompiuto romanzo epistolare Corrispondenza Famigliare.
2013
British Risorgimento: l’Unità d’Italia e la Gran Bretagna
163
174
‘The country half my own’. L’Italia e i paradossi dell’identità in Christina Rossetti / Carlotta Farese. - STAMPA. - (2013), pp. 163-174.
Carlotta Farese
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/397303
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