Raterio di Verona dedica alla figura del re i due libri centrali (III e IV) dei suoi Praeloquia, lungo trattato parenetico sui doveri dei buoni cristiani. Un’attenta esegesi e l’inquadramento dell’opera nel contesto della sua composizione consente di comprenderne appieno il significato e i riferimenti politici: i due libri, scritti in prigionia dopo che Raterio fu allontanato della cattedra veronese con l’accusa di tradimento da re Ugo, pur richiamando in parte il modello dello “specchio del principe” di tradizione carolingia, sono costruiti dal vescovo come atto d’accusa per il comportamento del re nei suoi confronti: non solo Ugo lo ha sottratto alla sua chiesa senza un processo canonico, ma la volontà di colpire il vescovo di Verona dipende in realtà dall’opposizione di Raterio alle mire del re sui beni della chiesa veronese.
Giacomo Vignodelli (2005). Il problema della regalità nei Praeloquia di Raterio di Verona. Bologna : CLUEB [10.978.88491/24545].
Il problema della regalità nei Praeloquia di Raterio di Verona
VIGNODELLI, GIACOMO
2005
Abstract
Raterio di Verona dedica alla figura del re i due libri centrali (III e IV) dei suoi Praeloquia, lungo trattato parenetico sui doveri dei buoni cristiani. Un’attenta esegesi e l’inquadramento dell’opera nel contesto della sua composizione consente di comprenderne appieno il significato e i riferimenti politici: i due libri, scritti in prigionia dopo che Raterio fu allontanato della cattedra veronese con l’accusa di tradimento da re Ugo, pur richiamando in parte il modello dello “specchio del principe” di tradizione carolingia, sono costruiti dal vescovo come atto d’accusa per il comportamento del re nei suoi confronti: non solo Ugo lo ha sottratto alla sua chiesa senza un processo canonico, ma la volontà di colpire il vescovo di Verona dipende in realtà dall’opposizione di Raterio alle mire del re sui beni della chiesa veronese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.