Il volume, frutto di una lunga esperienza di ricerca etnografica sul campo nel Nord-Ovest del Camerun, prende in esame le interpretazioni e le dinamiche economico-politiche che fanno dell’AIDS un fenomeno sociale. Con meno dell’8% della popolazione mondiale, l’Africa sub-sahariana comprende circa i due terzi dei casi globali di AIDS. Eppure, nel contesto preso in esame, si sostiene che l’AIDS non esista: la sindrome è considerata un’invenzione dell’Occidente per controllare la crescita demografica del continente; oppure nulla di diverso da condizioni sempre esistite e afferenti al campo delle violazioni delle interdizioni sessuali. Al fine di comprendere i significati veicolati da tali interpretazioni, occorre adottare un approccio capace di cogliere il ruolo dell’azione umana nella sua elaborazione e diffusione. È con questo spirito che qui si propone un’analisi dettagliata sia delle pratiche simboliche attraverso cui l’AIDS è stato culturalmente costruito a Nso’ (provincia del Camerun), sia delle dinamiche socio-economiche che ne favoriscono la diffusione. Combinando un approccio interpretativo con una prospettiva storiografica e politico-economica, la malattia viene apprezzata come una specifica pratica culturale in cui il personale e il collettivo, il presente e il passato, il locale e il globale sono intrecciati nell’immediatezza dell’esperienza di sofferenza. Quest’ultima emerge come l’incorporazione individuale di più ampi processi socio-politici la cui analisi rappresenta il filo rosso dell’intero volume.
Quaranta I (2006). Corpo, potere e malattia. Antropologia e AIDS nei Grassfields del Camerun.. ROMA : Meltemi.
Corpo, potere e malattia. Antropologia e AIDS nei Grassfields del Camerun.
QUARANTA, IVO
2006
Abstract
Il volume, frutto di una lunga esperienza di ricerca etnografica sul campo nel Nord-Ovest del Camerun, prende in esame le interpretazioni e le dinamiche economico-politiche che fanno dell’AIDS un fenomeno sociale. Con meno dell’8% della popolazione mondiale, l’Africa sub-sahariana comprende circa i due terzi dei casi globali di AIDS. Eppure, nel contesto preso in esame, si sostiene che l’AIDS non esista: la sindrome è considerata un’invenzione dell’Occidente per controllare la crescita demografica del continente; oppure nulla di diverso da condizioni sempre esistite e afferenti al campo delle violazioni delle interdizioni sessuali. Al fine di comprendere i significati veicolati da tali interpretazioni, occorre adottare un approccio capace di cogliere il ruolo dell’azione umana nella sua elaborazione e diffusione. È con questo spirito che qui si propone un’analisi dettagliata sia delle pratiche simboliche attraverso cui l’AIDS è stato culturalmente costruito a Nso’ (provincia del Camerun), sia delle dinamiche socio-economiche che ne favoriscono la diffusione. Combinando un approccio interpretativo con una prospettiva storiografica e politico-economica, la malattia viene apprezzata come una specifica pratica culturale in cui il personale e il collettivo, il presente e il passato, il locale e il globale sono intrecciati nell’immediatezza dell’esperienza di sofferenza. Quest’ultima emerge come l’incorporazione individuale di più ampi processi socio-politici la cui analisi rappresenta il filo rosso dell’intero volume.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.