Nel saggio Leonelli riprende alcune delle conclusioni della ricerca dalla quale è nato il volume, per declinarle in ambito educativo. A proposito della televisione, viene fatto il punto sugli adolescenti che, nei contesti educativi, sono considerati, alternativamente, o del tutto passivi di fronte ai condizionamenti televisivi oppure consumatori competenti, disincantati osservatori. Tali rappresentazioni veicolano specifiche visioni (implicite) sul ruolo esercitato dalla scuola nell’apprendimento del vivere sociale. La domanda cruciale – la televisione “dentro” o “fuori” dai contesti educativi formalizzati? – trova poi una sua risposta nello iato tra le proposte innovative della media education e la realtà delle Indicazioni Nazionali della Scuola secondaria superiore. Sulle “questioni di genere” viene presentato lo stato dell’arte, all’interno delle aule scolastiche, a proposito dei percorsi formativi esplicitamente dedicati a questo tema (notando, tuttavia, che il termine più corretto da utilizzare sarebbe “assenza”). Le quattro parole chiave che hanno guidato la ricerca e il volume – genere, televisione, adolescenza, corpo – s’intrecciano in conclusione nella formulazione di proposte laboratoriali, intese come esperienze scolastiche finalizzate alla costruzione di competenze e guidate da alcuni obiettivi precisi. In particolare, si tratta di aiutare i/le giovani ad assumere un ruolo attivo: nel riconoscere l’attuale ordine di genere; nel decostruire gli stereotipi sessisti; nel “giocare” con i simboli di genere; nello sperimentare nuovi modi di stare al mondo che sappiano essere rispettosi e inclusivi di ogni differenza.

“Negoziare la televisione, negoziare il genere: spunti educativi per la Scuole Secondaria Superiore”

LEONELLI, SILVIA
2013

Abstract

Nel saggio Leonelli riprende alcune delle conclusioni della ricerca dalla quale è nato il volume, per declinarle in ambito educativo. A proposito della televisione, viene fatto il punto sugli adolescenti che, nei contesti educativi, sono considerati, alternativamente, o del tutto passivi di fronte ai condizionamenti televisivi oppure consumatori competenti, disincantati osservatori. Tali rappresentazioni veicolano specifiche visioni (implicite) sul ruolo esercitato dalla scuola nell’apprendimento del vivere sociale. La domanda cruciale – la televisione “dentro” o “fuori” dai contesti educativi formalizzati? – trova poi una sua risposta nello iato tra le proposte innovative della media education e la realtà delle Indicazioni Nazionali della Scuola secondaria superiore. Sulle “questioni di genere” viene presentato lo stato dell’arte, all’interno delle aule scolastiche, a proposito dei percorsi formativi esplicitamente dedicati a questo tema (notando, tuttavia, che il termine più corretto da utilizzare sarebbe “assenza”). Le quattro parole chiave che hanno guidato la ricerca e il volume – genere, televisione, adolescenza, corpo – s’intrecciano in conclusione nella formulazione di proposte laboratoriali, intese come esperienze scolastiche finalizzate alla costruzione di competenze e guidate da alcuni obiettivi precisi. In particolare, si tratta di aiutare i/le giovani ad assumere un ruolo attivo: nel riconoscere l’attuale ordine di genere; nel decostruire gli stereotipi sessisti; nel “giocare” con i simboli di genere; nello sperimentare nuovi modi di stare al mondo che sappiano essere rispettosi e inclusivi di ogni differenza.
2013
Genere, corpi e televisione. Sguardi di adolescenti
179
219
Silvia Leonelli
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