Questo volume si contraddistingue per la creatività che anima giovani e aspiranti studiosi; conserva un marcato carattere laboratoriale in relazione all’antropologia del cibo e della nutrizione. Si tratta di esperimenti originali sul cibo, sia di campo che di scrittura, elaborati tramite la raccolta di storie di vita, una osservazione ravvicinata, una fisica e concreta frequentazione dei luoghi e delle persone. Medesimi i temi di base che scatenano attrazione, nella Pop Art come in questi scritti: cibo e bevande, sigarette e altri beni di consumo; le case o i caffè come luoghi di commensalità o profonda solitudine; le strade e le sale da ballo; le automobili e la tecnologia; i simboli nazionalistici. L’obiettivo è di mettere a disposizione di un pubblico ampio gli studi etnografici sul cibo del panorama bolognese. Le battaglie su cosa è sano, puro, tipico, tradizionale – nelle superurbane Londra e Tokyo, in Africa al mercato del pesce o sotto le brande dei dormitori universitari, nei menù scolastici in Chaco o nella ribollente sensualità delle cuoche di Bahia – sono filtrate “attraverso le lenti del cibo”. In questo volume-banchetto il lettore scoprirà nervi concettuali potenti della disciplina: il gusto come prodotto bio-culturale e in relazione ai concetti nutrizionali occidentali; il cibo come luogo di mescolanza di categorie dietetiche e culturali; il meccanismo della distinzione per la costruzione/invenzione della nazione; i gusti (tecnicamente) spartiti fra lusso e necessità; il dono e la reinterpretazione dei prodotti di scarto; la fortissima componente estetica del cibo e la relazione fra occhi e palato.
FRANCESCHI Z.A., PEVERI V. (2013). Pop Food. Il cibo dell’etnografia. BOLOGNA : I Libri di Emil.
Pop Food. Il cibo dell’etnografia
FRANCESCHI, ZELDA ALICE;PEVERI, VALENTINA
2013
Abstract
Questo volume si contraddistingue per la creatività che anima giovani e aspiranti studiosi; conserva un marcato carattere laboratoriale in relazione all’antropologia del cibo e della nutrizione. Si tratta di esperimenti originali sul cibo, sia di campo che di scrittura, elaborati tramite la raccolta di storie di vita, una osservazione ravvicinata, una fisica e concreta frequentazione dei luoghi e delle persone. Medesimi i temi di base che scatenano attrazione, nella Pop Art come in questi scritti: cibo e bevande, sigarette e altri beni di consumo; le case o i caffè come luoghi di commensalità o profonda solitudine; le strade e le sale da ballo; le automobili e la tecnologia; i simboli nazionalistici. L’obiettivo è di mettere a disposizione di un pubblico ampio gli studi etnografici sul cibo del panorama bolognese. Le battaglie su cosa è sano, puro, tipico, tradizionale – nelle superurbane Londra e Tokyo, in Africa al mercato del pesce o sotto le brande dei dormitori universitari, nei menù scolastici in Chaco o nella ribollente sensualità delle cuoche di Bahia – sono filtrate “attraverso le lenti del cibo”. In questo volume-banchetto il lettore scoprirà nervi concettuali potenti della disciplina: il gusto come prodotto bio-culturale e in relazione ai concetti nutrizionali occidentali; il cibo come luogo di mescolanza di categorie dietetiche e culturali; il meccanismo della distinzione per la costruzione/invenzione della nazione; i gusti (tecnicamente) spartiti fra lusso e necessità; il dono e la reinterpretazione dei prodotti di scarto; la fortissima componente estetica del cibo e la relazione fra occhi e palato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.