Gli undici canti carnascialeschi composti da Lorenzo il Magnifico si rivelarono un valido ausilio per la sua politica di consolidamento governativo: la loro finalità festiva e il ricercato utilizzo linguistico del double entendre mirarono a realizzare un legame complice con gli strati borghesi della popolazione fiorentina. Ciò sembra particolarmente evidente nei quattro canti laurenziani dedicati al cibo, dei quali la musica ci è pervenuta, parziale, in un solo caso (a parte, forse, quella di un altro sotto forma di contrafactum laudistico). In quei testi l’intreccio tematico fra cibo e sesso, di origini antichissime, viene amplificato al massimo grado e ribadisce la tradizionale differenza culturale percepita nei riguardi dell’appetito: il punto di vista, sempre maschile, legge l’interesse femminile verso il cibo come un traslato di quello verso il sesso. Foriere di evidente modernità, le ardite performances sessuali descritte nei testi per il tramite di movimenti legati alla produzione del cibo compattavano i cittadini distinguendoli tanto dai semplici campagnoli quanto dalla nobiltà fiorentina, percepita un pericoloso ostacolo per la stabilità dell’egemonia dei Medici.
Gioia Filocamo (2014). Eros e cibo in musica: i canti carnascialeschi di Lorenzo il Magnifico. Bologna : Bononia University Press.
Eros e cibo in musica: i canti carnascialeschi di Lorenzo il Magnifico
FILOCAMO, GIOIA
2014
Abstract
Gli undici canti carnascialeschi composti da Lorenzo il Magnifico si rivelarono un valido ausilio per la sua politica di consolidamento governativo: la loro finalità festiva e il ricercato utilizzo linguistico del double entendre mirarono a realizzare un legame complice con gli strati borghesi della popolazione fiorentina. Ciò sembra particolarmente evidente nei quattro canti laurenziani dedicati al cibo, dei quali la musica ci è pervenuta, parziale, in un solo caso (a parte, forse, quella di un altro sotto forma di contrafactum laudistico). In quei testi l’intreccio tematico fra cibo e sesso, di origini antichissime, viene amplificato al massimo grado e ribadisce la tradizionale differenza culturale percepita nei riguardi dell’appetito: il punto di vista, sempre maschile, legge l’interesse femminile verso il cibo come un traslato di quello verso il sesso. Foriere di evidente modernità, le ardite performances sessuali descritte nei testi per il tramite di movimenti legati alla produzione del cibo compattavano i cittadini distinguendoli tanto dai semplici campagnoli quanto dalla nobiltà fiorentina, percepita un pericoloso ostacolo per la stabilità dell’egemonia dei Medici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.