Fino a tempi relativamente recenti, la ricerca epid emiologica era focalizzata sulle patologie umane e degli animali terrestri, mentre pochi studi si occupavano della sanità degli animali acquatici. Negli ultimi anni la necessità di un approccio epidemiologico di tipo sa nitario nei confronti delle specie ittiche è aument ata di fronte alle sfide derivanti da cambiamenti climatic i, crescenti pressioni antropiche, fonti idriche li mitate e dalla crescita del settore dell'acquacoltura. Studi epidemiologici che potrebbero essere molto rilevan ti per il settore ittico sono quelli condotti per dimostrare la presenza o l'assenza di una malattia e/o per sti marne la frequenza. Essi si avvalgono dei metodi di indagine campionaria basati sull’osservazione del fenomeno (la malattia) in una popolazione di interesse. Rarament e è possibile esaminare ogni singolo individuo dell'intera popolazione (indagine totale o censimen to); in genere ci si concentra, attraverso il “campionamento”, su un sottoinsieme (indagine parzi ale o campionaria o survey) per le limitate risors e disponibili (economiche, di personale, di laborator i ecc.) o, in altri casi, poiché l'intera popolazio ne da studiare non è fisicamente raggiungibile o non è de l tutto nota. Il principale obiettivo di un campion amento è raccogliere informazioni che consentiranno di gen eralizzare all'intera popolazione i risultati otten uti dal campione. Scopo del presente lavoro è illustrare le modalità utilizzate per stabilire alcuni protocoll i di campionamento delle popolazioni ittiche selvatiche dei bacini lacustri dell’Italia settentrionale e de lle specie ittiche che vengono allevate in sistemi conn essi agli ambienti acquatici lacustri. Innanzitutto occorre definire preliminarmente gli obiettivi del campiona mento: ad es. stimare dati di prevalenza relativi alle patologie di interesse nelle specie ittiche present i; oppure verificare se un dato problema è presente o lo è a livelli non trascurabili. Per illustrare le fasi su ccessive saranno esposte alcune esperienze concrete che hanno comportato l’applicazione di protocolli di ca mpionamento. In particolare si fa riferimento alla pianificazione delle attività svolte nell’ambito de lla ricerca finalizzata “Indagine epidemiologica su lle zoonosi parassitarie trasmesse dai pesci d’acqua do lce”. Lo scopo principale della ricerca è fornire d ati epidemiologici esaurienti sui parassiti zoonotici p resenti nelle popolazioni ittiche di diversi ambien ti lacustri e d’allevamento in Italia settentrionale, e, conseguentemente, definire il rischio correlato al consumo di preparazioni tradizionali e/o tipiche lo cali a base di pesce crudo. I piani di campionament o applicati serviranno a: 1) avvalorare le prevalenze storiche; dovendo stimare e confrontare le prevale nze delle patologie ricercate nei maggiori laghi, in og nuno è stato effettuato un campionamento ampio, mediante campionamenti ripetuti di 150 pesci per la go, pescati da pescatori professionali in profondit à (dai 10 ai 20 metri). La numerosità campionaria è stata fissata, con approccio conservativo, in modo da sve lare la presenza della patologia nel caso in cui la sua prevalenza fosse pari almeno al 2% e nel caso del s uo riscontro di stimarne la prevalenza con un errore s ufficientemente piccolo. 2) verificare l’esistenza delle patologie ricercate nei laghi minori: attuando camp ionamenti basati sul rischio (risk-based), con nume rosità campionarie basse (15 pesci), in grado di svelare u na prevalenza massima del 20%. 3) identificare la presenza di patologie associate a specifiche ed ete rogenee situazioni di rischio in 4 grandi laghi (Co mo, Iseo, Maggiore e Garda). Ad es. si è scelto di inda gare tre punti addizionali ad alto rischio per cias cun lago per tener conto della presenza di fattori biotici e abiotici in grado di influenzare le eventuali pre valenze. 4) ottenere, nelle specie ittiche allevate, da un lato (1) dati di prevalenza relativi alla eventuale pre senza dei parassiti, dall'altro (2) quale strumento da utiliz zare con la GDO per dimostrare che il problema, qua lora presente, sia trascurabile. Il prelievo è stato fat to nel punto di maggior rischio lungo la filiera e la numerosità campionaria è stata fissata, con approcc io conservativo, in modo da svelare la presenza del parassita nel caso in cui la sua prevalenza fosse p ari almeno al 2%. I dati presentati descrivono come uno studio epidemiologico per essere valido debba esser e attentamente progettato; inoltre alcuni limiti in trinseci devono servire alla corretta interpretazione dei ri sultati ottenuti: ad es. qualsiasi sia la strategia di campionamento, non si otterrà il valore vero di pop olazione ma solo una sua approssimazione (stima) necessariamente associata ad un certo “errore campi onario”. E’ quindi necessario ricorrere a tecniche statistiche relativamente complesse mediante le qua li ottenere dai campioni stime valide e precise del le caratteristiche della popolazione bersaglio.

APPLICAZIONE DELL’EPIDEMIOLOGIA NELLA SANITÀ DELLE POPOLAZIONI ITTICHE: UNA GRANDE OPPORTUNITÀ

GUSTINELLI, ANDREA;FIORAVANTI, MARIALETIZIA;
2014

Abstract

Fino a tempi relativamente recenti, la ricerca epid emiologica era focalizzata sulle patologie umane e degli animali terrestri, mentre pochi studi si occupavano della sanità degli animali acquatici. Negli ultimi anni la necessità di un approccio epidemiologico di tipo sa nitario nei confronti delle specie ittiche è aument ata di fronte alle sfide derivanti da cambiamenti climatic i, crescenti pressioni antropiche, fonti idriche li mitate e dalla crescita del settore dell'acquacoltura. Studi epidemiologici che potrebbero essere molto rilevan ti per il settore ittico sono quelli condotti per dimostrare la presenza o l'assenza di una malattia e/o per sti marne la frequenza. Essi si avvalgono dei metodi di indagine campionaria basati sull’osservazione del fenomeno (la malattia) in una popolazione di interesse. Rarament e è possibile esaminare ogni singolo individuo dell'intera popolazione (indagine totale o censimen to); in genere ci si concentra, attraverso il “campionamento”, su un sottoinsieme (indagine parzi ale o campionaria o survey) per le limitate risors e disponibili (economiche, di personale, di laborator i ecc.) o, in altri casi, poiché l'intera popolazio ne da studiare non è fisicamente raggiungibile o non è de l tutto nota. Il principale obiettivo di un campion amento è raccogliere informazioni che consentiranno di gen eralizzare all'intera popolazione i risultati otten uti dal campione. Scopo del presente lavoro è illustrare le modalità utilizzate per stabilire alcuni protocoll i di campionamento delle popolazioni ittiche selvatiche dei bacini lacustri dell’Italia settentrionale e de lle specie ittiche che vengono allevate in sistemi conn essi agli ambienti acquatici lacustri. Innanzitutto occorre definire preliminarmente gli obiettivi del campiona mento: ad es. stimare dati di prevalenza relativi alle patologie di interesse nelle specie ittiche present i; oppure verificare se un dato problema è presente o lo è a livelli non trascurabili. Per illustrare le fasi su ccessive saranno esposte alcune esperienze concrete che hanno comportato l’applicazione di protocolli di ca mpionamento. In particolare si fa riferimento alla pianificazione delle attività svolte nell’ambito de lla ricerca finalizzata “Indagine epidemiologica su lle zoonosi parassitarie trasmesse dai pesci d’acqua do lce”. Lo scopo principale della ricerca è fornire d ati epidemiologici esaurienti sui parassiti zoonotici p resenti nelle popolazioni ittiche di diversi ambien ti lacustri e d’allevamento in Italia settentrionale, e, conseguentemente, definire il rischio correlato al consumo di preparazioni tradizionali e/o tipiche lo cali a base di pesce crudo. I piani di campionament o applicati serviranno a: 1) avvalorare le prevalenze storiche; dovendo stimare e confrontare le prevale nze delle patologie ricercate nei maggiori laghi, in og nuno è stato effettuato un campionamento ampio, mediante campionamenti ripetuti di 150 pesci per la go, pescati da pescatori professionali in profondit à (dai 10 ai 20 metri). La numerosità campionaria è stata fissata, con approccio conservativo, in modo da sve lare la presenza della patologia nel caso in cui la sua prevalenza fosse pari almeno al 2% e nel caso del s uo riscontro di stimarne la prevalenza con un errore s ufficientemente piccolo. 2) verificare l’esistenza delle patologie ricercate nei laghi minori: attuando camp ionamenti basati sul rischio (risk-based), con nume rosità campionarie basse (15 pesci), in grado di svelare u na prevalenza massima del 20%. 3) identificare la presenza di patologie associate a specifiche ed ete rogenee situazioni di rischio in 4 grandi laghi (Co mo, Iseo, Maggiore e Garda). Ad es. si è scelto di inda gare tre punti addizionali ad alto rischio per cias cun lago per tener conto della presenza di fattori biotici e abiotici in grado di influenzare le eventuali pre valenze. 4) ottenere, nelle specie ittiche allevate, da un lato (1) dati di prevalenza relativi alla eventuale pre senza dei parassiti, dall'altro (2) quale strumento da utiliz zare con la GDO per dimostrare che il problema, qua lora presente, sia trascurabile. Il prelievo è stato fat to nel punto di maggior rischio lungo la filiera e la numerosità campionaria è stata fissata, con approcc io conservativo, in modo da svelare la presenza del parassita nel caso in cui la sua prevalenza fosse p ari almeno al 2%. I dati presentati descrivono come uno studio epidemiologico per essere valido debba esser e attentamente progettato; inoltre alcuni limiti in trinseci devono servire alla corretta interpretazione dei ri sultati ottenuti: ad es. qualsiasi sia la strategia di campionamento, non si otterrà il valore vero di pop olazione ma solo una sua approssimazione (stima) necessariamente associata ad un certo “errore campi onario”. E’ quindi necessario ricorrere a tecniche statistiche relativamente complesse mediante le qua li ottenere dai campioni stime valide e precise del le caratteristiche della popolazione bersaglio.
2014
Atti del XX Convegno Nazionale S.I.P.I.
18
18
Bona M.C.; Ru G.; Scanzio T.; Righetti M.; Gustinelli A.; Fioravanti M.L.; Prearo M.
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