Il libro indaga la riflessione di Arthur Schopenhauer sull’educazione, per lo più trascurata non solo nella letteratura in lingua italiana, ma anche in quella di lingua tedesca e nelle principali lingue di studio. Il carattere che essa assume è, pertanto, eminentemente storico, critico e ricostruttivo, da un lato, e di elaborazione teorica e concettuale, dall’altro, in entrambi i casi con un andamento saggistico dell’analisi, che pure non rinuncerà in alcuni passaggi – esame della letteratura specialistica, ricognizione testuale dei lemmi, approfondimenti bibliografici – a pretese di sistematicità. Innanzitutto (sez. prima), il lavoro identifica e ricostruisce il corpus teorico e testuale delle nozioni di “educazione” (Erziehung) e “formazione” (Bildung) all’interno degli scritti schopenhaueriani, arrivando in tal modo a proporne il contributo di riflessione intorno a nozioni e testi collaterali che le illustrano, come è il caso delle idee di “educazione naturale”, “pensare da sé”, conoscenza attraverso l’intuizione e diretta apprensione del mondo. L’obiettivo è quello di ritrovare la ricchezza del “campo educativo” schopenhaueriano, a lungo oscurata dalle difficoltà della sua ricezione – che verrà a sua volta analizzata – e da motivi di sviluppo interno dell’opera, nella quale vennero esplicitandosi solo tardivamente e nella forma per lo più precettistica dell’arte del vivere e della propedeutica allo studio e al superamento dei pregiudizi. L’iscrizione dei materiali sull’educazione all’interno del sistema schopenhaueriano, come pure la discussione del più rilevante tra i tentavi di segnarne l’attualità odierna, svolgono un ruolo complementare alla rilevazione del campo. Circoscritti così i termini elementari di una vocazione a interrogarsi sulla Bildung improntata al filosofo, diventerà possibile (sez. seconda) convocare al suo cospetto alcune delle grandi figure che di Schopenhauer hanno valorizzato in varia forma la valenza di educatore, il Nietzsche della terza inattuale, l’Hadot e il Foucault dell’arte di vivere e della cura di sé, o, rovesciando la prospettiva, i ruoli che sul filosofo vennero proiettati in funzione magistrale, l’educatore estetico che fu maestro nella contemplazione artistica di svariate generazioni di artisti e scrittori tra ottocento e Novecento, il maestro di saggezza, e disvelatore delle culture orientali, assunto come modello eudemonologico di filosofia pratica. Si tratta, a quel punto, di prendere in esame (sez. terza) il portato della recente ripresa di interesse all’interno della cultura tedesca per la Bildung e per la sua riformulazione nelle circostanze mutate del presente, in modo da fornire al riesame del pensiero di Schopenhauer una cornice di domande nella quale inserirsi, a partire dall’assunzione del contrasto tra attesa di autenticità e pluralità della condizione umana e dell’educazione, come pure dei processi degenerativi della formazione fino alle brutture della non formazione nella società della conoscenza. Sicché, infine (sez. quarta) si può riproporre in forma più radicale e in nuce il problema di come ritornare da un diverso punto di vista, quello dei “risultati antropologici” di una tale filosofia, al medesimo nucleo concettuale – la relazione tra campo educativo e universo filosofico di Schopenhauer in connessione con la sua concezione del soggetto umano – proponendosi un andamento argomentativo che punta a confermare e correggere l’assunto iniziale secondo il quale tra i motivi decisivi della crisi del modello della Bildung c’è quella sfaldatura, negazione e riorganizzazione su altre basi – per così dire antinomico-antropologiche – della soggettività registrata e approfondita dall’impresa filosofica schopenhaueriana.

A. Borsari (2012). Schopenhauer educatore? Storia e crisi di un’idea tra filosofia morale, estetica e antropologia. Firenze : Firenze Univerity Press.

Schopenhauer educatore? Storia e crisi di un’idea tra filosofia morale, estetica e antropologia

BORSARI, ANDREA
2012

Abstract

Il libro indaga la riflessione di Arthur Schopenhauer sull’educazione, per lo più trascurata non solo nella letteratura in lingua italiana, ma anche in quella di lingua tedesca e nelle principali lingue di studio. Il carattere che essa assume è, pertanto, eminentemente storico, critico e ricostruttivo, da un lato, e di elaborazione teorica e concettuale, dall’altro, in entrambi i casi con un andamento saggistico dell’analisi, che pure non rinuncerà in alcuni passaggi – esame della letteratura specialistica, ricognizione testuale dei lemmi, approfondimenti bibliografici – a pretese di sistematicità. Innanzitutto (sez. prima), il lavoro identifica e ricostruisce il corpus teorico e testuale delle nozioni di “educazione” (Erziehung) e “formazione” (Bildung) all’interno degli scritti schopenhaueriani, arrivando in tal modo a proporne il contributo di riflessione intorno a nozioni e testi collaterali che le illustrano, come è il caso delle idee di “educazione naturale”, “pensare da sé”, conoscenza attraverso l’intuizione e diretta apprensione del mondo. L’obiettivo è quello di ritrovare la ricchezza del “campo educativo” schopenhaueriano, a lungo oscurata dalle difficoltà della sua ricezione – che verrà a sua volta analizzata – e da motivi di sviluppo interno dell’opera, nella quale vennero esplicitandosi solo tardivamente e nella forma per lo più precettistica dell’arte del vivere e della propedeutica allo studio e al superamento dei pregiudizi. L’iscrizione dei materiali sull’educazione all’interno del sistema schopenhaueriano, come pure la discussione del più rilevante tra i tentavi di segnarne l’attualità odierna, svolgono un ruolo complementare alla rilevazione del campo. Circoscritti così i termini elementari di una vocazione a interrogarsi sulla Bildung improntata al filosofo, diventerà possibile (sez. seconda) convocare al suo cospetto alcune delle grandi figure che di Schopenhauer hanno valorizzato in varia forma la valenza di educatore, il Nietzsche della terza inattuale, l’Hadot e il Foucault dell’arte di vivere e della cura di sé, o, rovesciando la prospettiva, i ruoli che sul filosofo vennero proiettati in funzione magistrale, l’educatore estetico che fu maestro nella contemplazione artistica di svariate generazioni di artisti e scrittori tra ottocento e Novecento, il maestro di saggezza, e disvelatore delle culture orientali, assunto come modello eudemonologico di filosofia pratica. Si tratta, a quel punto, di prendere in esame (sez. terza) il portato della recente ripresa di interesse all’interno della cultura tedesca per la Bildung e per la sua riformulazione nelle circostanze mutate del presente, in modo da fornire al riesame del pensiero di Schopenhauer una cornice di domande nella quale inserirsi, a partire dall’assunzione del contrasto tra attesa di autenticità e pluralità della condizione umana e dell’educazione, come pure dei processi degenerativi della formazione fino alle brutture della non formazione nella società della conoscenza. Sicché, infine (sez. quarta) si può riproporre in forma più radicale e in nuce il problema di come ritornare da un diverso punto di vista, quello dei “risultati antropologici” di una tale filosofia, al medesimo nucleo concettuale – la relazione tra campo educativo e universo filosofico di Schopenhauer in connessione con la sua concezione del soggetto umano – proponendosi un andamento argomentativo che punta a confermare e correggere l’assunto iniziale secondo il quale tra i motivi decisivi della crisi del modello della Bildung c’è quella sfaldatura, negazione e riorganizzazione su altre basi – per così dire antinomico-antropologiche – della soggettività registrata e approfondita dall’impresa filosofica schopenhaueriana.
2012
112
9788866552888
A. Borsari (2012). Schopenhauer educatore? Storia e crisi di un’idea tra filosofia morale, estetica e antropologia. Firenze : Firenze Univerity Press.
A. Borsari
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/392553
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