Il capitolo attraverso interviste a testimoni privilegiati e gli esiti di 40 interviste mediante questionario strutturato a imprenditori egiziani residenti nella provincia di Milano cerca di offrire un quadro dell'imprenditorialità egiziana nel campo dell'edilizia milanese. La comunità egiziana appare più una “non comunità”. I soggetti intervistati non partecipano alle attività di associazioni etniche, salvo quelle di tipo religioso che però non connotano l’appartenenza nazionale. Progetti migratori di breve periodo tendono a trasformarsi in percorsi di stabilizzazione e integrazione permanente nella società ospitante, nonostante tutti gli intervistati mantengano stretti rapporti con il paese d’origine e investano nell’acquisto di una casa in Egitto. Le attività imprenditoriali sono di tipo aperto: si sfruttano cioè segmenti di mercato nazionale che si sono liberati (o che non sono svolti dagli italiani) con clientela e fornitori tipicamente italiani. La rete informale dei connazionali, ma anche le opportunità offerte dal mercato sono i motivi che stanno dietro alla scelta di specializzazione settoriale degli egiziani. Alcune differenze sono emerse nella struttura delle relazioni quando si è tenuto distinto il periodo migratorio. I pionieri (arrivati nella seconda metà degli anni settanta) e coloro che li hanno immediatamente seguiti (fino al 1989) hanno avuto minori possibilità di attivare le risorse e i legami nazionali e parentali, ciononostante hanno potuto contare su un più elevato capitale culturale rispetto a chi li ha seguiti. Inoltre, la classe sociale d’origine, nella maggior parte dei casi medio elevata, ha probabilmente fornito lo spirito d’intraprendenza necessario a superare le difficoltà linguistiche e gli svantaggi economici e sociali subiti all’arrivo in Italia prima, e la volontà di avviare e mantenere un’attività in proprio in seguito. Si tratta di iniziative solide, nonostante le difficoltà settoriali. Nonostante la scarsa numerosità degli imprenditori arrivati dopo le regolarizzazioni del 1998 le attività svolte appaiono sempre tipiche di imprese aperte, ma l’arrivo in Italia è stato per lo più agevolato dalla presenza di connazionali e parenti. L’Italia rappresenta un mito di successo economico in un breve lasso di tempo. In questo senso l’attività in proprio è strumentale al raggiungimento di questo obiettivo e continua a risentire della condizione di straniero (anche nei confronti dei potenziali concorrenti) nonostante sia rivolta a un mercato italiano. Coloro che sono arrivati tra il 1990 e il 1998 si collocano in una posizione intermedia: sono vicini agli imprenditori pionieri (in termini di capitale culturale), ma a quelli strumentali in termini di spinte attrattive verso l’Italia e come questi ultimi hanno potuto affidarsi a una rete etnica, tipicamente parentale, più solida.
Santangelo, F. (2011). Imprenditori egiziani nel settore edile a Milano. Roma : CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO.
Imprenditori egiziani nel settore edile a Milano
SANTANGELO, FEDERICA
2011
Abstract
Il capitolo attraverso interviste a testimoni privilegiati e gli esiti di 40 interviste mediante questionario strutturato a imprenditori egiziani residenti nella provincia di Milano cerca di offrire un quadro dell'imprenditorialità egiziana nel campo dell'edilizia milanese. La comunità egiziana appare più una “non comunità”. I soggetti intervistati non partecipano alle attività di associazioni etniche, salvo quelle di tipo religioso che però non connotano l’appartenenza nazionale. Progetti migratori di breve periodo tendono a trasformarsi in percorsi di stabilizzazione e integrazione permanente nella società ospitante, nonostante tutti gli intervistati mantengano stretti rapporti con il paese d’origine e investano nell’acquisto di una casa in Egitto. Le attività imprenditoriali sono di tipo aperto: si sfruttano cioè segmenti di mercato nazionale che si sono liberati (o che non sono svolti dagli italiani) con clientela e fornitori tipicamente italiani. La rete informale dei connazionali, ma anche le opportunità offerte dal mercato sono i motivi che stanno dietro alla scelta di specializzazione settoriale degli egiziani. Alcune differenze sono emerse nella struttura delle relazioni quando si è tenuto distinto il periodo migratorio. I pionieri (arrivati nella seconda metà degli anni settanta) e coloro che li hanno immediatamente seguiti (fino al 1989) hanno avuto minori possibilità di attivare le risorse e i legami nazionali e parentali, ciononostante hanno potuto contare su un più elevato capitale culturale rispetto a chi li ha seguiti. Inoltre, la classe sociale d’origine, nella maggior parte dei casi medio elevata, ha probabilmente fornito lo spirito d’intraprendenza necessario a superare le difficoltà linguistiche e gli svantaggi economici e sociali subiti all’arrivo in Italia prima, e la volontà di avviare e mantenere un’attività in proprio in seguito. Si tratta di iniziative solide, nonostante le difficoltà settoriali. Nonostante la scarsa numerosità degli imprenditori arrivati dopo le regolarizzazioni del 1998 le attività svolte appaiono sempre tipiche di imprese aperte, ma l’arrivo in Italia è stato per lo più agevolato dalla presenza di connazionali e parenti. L’Italia rappresenta un mito di successo economico in un breve lasso di tempo. In questo senso l’attività in proprio è strumentale al raggiungimento di questo obiettivo e continua a risentire della condizione di straniero (anche nei confronti dei potenziali concorrenti) nonostante sia rivolta a un mercato italiano. Coloro che sono arrivati tra il 1990 e il 1998 si collocano in una posizione intermedia: sono vicini agli imprenditori pionieri (in termini di capitale culturale), ma a quelli strumentali in termini di spinte attrattive verso l’Italia e come questi ultimi hanno potuto affidarsi a una rete etnica, tipicamente parentale, più solida.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.