Nell’Europa occidentale dei secoli V-X, con minime variazioni regionali, le donne potevano disporre di pieni diritti di proprietà. Il loro patrimonio personale era composto dalla quota ereditaria che ricevevano dalla famiglia d’origine e che spesso coincideva con la dote e, inoltre, dalla dote che ricevevano dal marito, la meta nel diritto longobardo, e dal morgengabe, il dono cui avevano diritto una volta che l’unione fosse stata consumata. Il diritto a possedere può però non coincidere con un’effettiva autonoma capacità patrimoniale, la possibilità cioè di disporre concretamente dei propri beni per tessere relazioni, stringere alleanze, attivare un sistema di scambi. Il panel si propone di rileggere alcuni esempi noti, i ricchi dotari delle regine dei secoli IX e X, per indagare se esistesse alla loro base una logica politica della quale le donne stesse si sentissero partecipi e in quale misura esse fossero in grado di agire in prima persona, giostrandosi fra le esigenze del gruppo parentale d’origine e di quello in cui erano entrate con il matrimonio, senza dimenticare le prerogative dei figli e quelle della conservazione del regno. Il panel vuole dunque verificare se quelle donne godessero di una condizione culturale e sociale tale da metterle in grado di attuare politiche personali, sfruttando quei margini effettivi di azione che il diritto vigente e le complesse strategie parentali dell’epoca lasciavano loro.
Tiziana Lazzari (2013). Possedere, gestire, governare: capacità patrimoniale e potere femminile nei secoli IX e X, in Nuove frontiere per la storia di genere, a cura di Laura Guidi e Maria Rosaria Pelizzari. Salerno : Università di Salerno.
Possedere, gestire, governare: capacità patrimoniale e potere femminile nei secoli IX e X, in Nuove frontiere per la storia di genere, a cura di Laura Guidi e Maria Rosaria Pelizzari
LAZZARI, TIZIANA
2013
Abstract
Nell’Europa occidentale dei secoli V-X, con minime variazioni regionali, le donne potevano disporre di pieni diritti di proprietà. Il loro patrimonio personale era composto dalla quota ereditaria che ricevevano dalla famiglia d’origine e che spesso coincideva con la dote e, inoltre, dalla dote che ricevevano dal marito, la meta nel diritto longobardo, e dal morgengabe, il dono cui avevano diritto una volta che l’unione fosse stata consumata. Il diritto a possedere può però non coincidere con un’effettiva autonoma capacità patrimoniale, la possibilità cioè di disporre concretamente dei propri beni per tessere relazioni, stringere alleanze, attivare un sistema di scambi. Il panel si propone di rileggere alcuni esempi noti, i ricchi dotari delle regine dei secoli IX e X, per indagare se esistesse alla loro base una logica politica della quale le donne stesse si sentissero partecipi e in quale misura esse fossero in grado di agire in prima persona, giostrandosi fra le esigenze del gruppo parentale d’origine e di quello in cui erano entrate con il matrimonio, senza dimenticare le prerogative dei figli e quelle della conservazione del regno. Il panel vuole dunque verificare se quelle donne godessero di una condizione culturale e sociale tale da metterle in grado di attuare politiche personali, sfruttando quei margini effettivi di azione che il diritto vigente e le complesse strategie parentali dell’epoca lasciavano loro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.