In Italia, Maria Luisa Berneri (Arezzo 1918 - Londra 1949) è una figura poco conosciuta e ancor meno studiata, anche se il suo nome e il suo ricordo circolarono fin dagli anni Cinquanta, tra le minoranze laiche e libertarie impegnate nell’intervento sociale ed educativo, soprattutto grazie all’esperienza della Colonia “Maria Luisa Berneri” fondata a Sorrento nel 1951 dalla madre Giovanna Caleffi insieme a Cesare Zaccaria. La sua opera principale, Journey through Utopia, edita sia a Londra che a New York nel 1950, venne pubblicata in italiano solamente nel 1981, conoscendo una circolazione molto limitata. Altri lavori significativi, e in grado di esercitare una notevole influenza negli ambienti libertari di lingua inglese, come Workers in Stalin’s Russia (1944), non sono mai stati tradotti. Maria Luisa (o Marie Louise, secondo la versione francese da lei stessa adottata nell’attività di giornalista e militante) crebbe in una famiglia profondamente segnata dalle vicende che interessarono la storia italiana ed europea dopo la Prima guerra mondiale. Il padre, Camillo Berneri, appartiene alla generazione più drammatica del movimento anarchico e socialista, quella nata negli anni Novanta dell’Ottocento. I militanti di quella generazione si ritrovarono in trincea a vent’anni e chi tra loro tornò dal fronte visse i decenni successivi nell’Europa segnata dall’ascesa dei totalitarismi. L’esperienza dell’esilio coinvolse l’intera famiglia Berneri, come tanti altri nuclei familiari antifascisti. Maria Luisa si formò a Parigi, negli anni Trenta, compiendo il percorso liceale e frequentando un corso di studi psico-pedagogici alla Sorbona. Nel 1937 si sposò con l’intellettuale anarchico italo-britannico Vernon Richards e si trasferì a Londra, dove visse fino alla morte prematura nel 1949. In quegli anni svolse una intensa attività nel giornalismo politico, come ispiratrice e redattrice – insieme a Richards – di tre periodici anarchici: «Spain and the World», «War Commentary» e «Freedom», intorno ai quali si sviluppò una ampia circolazione di scambi e dibattiti. Marie Louise e Vernon, entrambi ventenni o poco più, riuscirono ad attirare verso il movimento anarchico molti giovani radicali, segnando con la loro attività una intera stagione dell’anarchismo inglese, quella compresa tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta. A lungo marginalizzati dai classici del marxismo, riemergono in questo libro – ma più in generale nella produzione storiografica degli ultimi decenni – autori, riviste e ambienti militanti del XIX e XX secolo riscoperti e valorizzati attraverso l’applicazione del metodo biografico e della network analysis.
Carlo De Maria (2013). Maria Luisa Berneri e l'anarchismo inglese. Reggio Emilia : Biblioteca Panizzi - Archivio Famiglia Berneri.
Maria Luisa Berneri e l'anarchismo inglese
DE MARIA, CARLO
2013
Abstract
In Italia, Maria Luisa Berneri (Arezzo 1918 - Londra 1949) è una figura poco conosciuta e ancor meno studiata, anche se il suo nome e il suo ricordo circolarono fin dagli anni Cinquanta, tra le minoranze laiche e libertarie impegnate nell’intervento sociale ed educativo, soprattutto grazie all’esperienza della Colonia “Maria Luisa Berneri” fondata a Sorrento nel 1951 dalla madre Giovanna Caleffi insieme a Cesare Zaccaria. La sua opera principale, Journey through Utopia, edita sia a Londra che a New York nel 1950, venne pubblicata in italiano solamente nel 1981, conoscendo una circolazione molto limitata. Altri lavori significativi, e in grado di esercitare una notevole influenza negli ambienti libertari di lingua inglese, come Workers in Stalin’s Russia (1944), non sono mai stati tradotti. Maria Luisa (o Marie Louise, secondo la versione francese da lei stessa adottata nell’attività di giornalista e militante) crebbe in una famiglia profondamente segnata dalle vicende che interessarono la storia italiana ed europea dopo la Prima guerra mondiale. Il padre, Camillo Berneri, appartiene alla generazione più drammatica del movimento anarchico e socialista, quella nata negli anni Novanta dell’Ottocento. I militanti di quella generazione si ritrovarono in trincea a vent’anni e chi tra loro tornò dal fronte visse i decenni successivi nell’Europa segnata dall’ascesa dei totalitarismi. L’esperienza dell’esilio coinvolse l’intera famiglia Berneri, come tanti altri nuclei familiari antifascisti. Maria Luisa si formò a Parigi, negli anni Trenta, compiendo il percorso liceale e frequentando un corso di studi psico-pedagogici alla Sorbona. Nel 1937 si sposò con l’intellettuale anarchico italo-britannico Vernon Richards e si trasferì a Londra, dove visse fino alla morte prematura nel 1949. In quegli anni svolse una intensa attività nel giornalismo politico, come ispiratrice e redattrice – insieme a Richards – di tre periodici anarchici: «Spain and the World», «War Commentary» e «Freedom», intorno ai quali si sviluppò una ampia circolazione di scambi e dibattiti. Marie Louise e Vernon, entrambi ventenni o poco più, riuscirono ad attirare verso il movimento anarchico molti giovani radicali, segnando con la loro attività una intera stagione dell’anarchismo inglese, quella compresa tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta. A lungo marginalizzati dai classici del marxismo, riemergono in questo libro – ma più in generale nella produzione storiografica degli ultimi decenni – autori, riviste e ambienti militanti del XIX e XX secolo riscoperti e valorizzati attraverso l’applicazione del metodo biografico e della network analysis.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.