La mostra inaugurata presso il Museo Archeologico L. Fantini di Monterenzio fa il punto sulla presenza di manufatti artistici o di uso pratico presso le comunità di Etruschi e di Celti che hanno abitato l'appennino bolognese tra IV e II sec. a.C. Vasellame di bronzo, specchi decorati, attrezzi da palestra come gli strigili e vasi porta sabbia o unguenti, elementi di parure come le fibule e infine armi di prestigio come gli elmi del tipo a berretto da fantino permettono di valutare la facies culturale degli abitanti preromani che ebbero un vasto orizzonte di rapporti tra il mare e l'italia meridionale. Alcuni di questi bronzi presentano decorazioni ottenune con particolari tecniche e materiali (incrostazioni di vetro rosso opaco, ferro sbalzato, figurazioni immaginarie) che mostrano l'esistenza di ateliers di metallurgisti dove operavano congiuntamente etruschi e celti. La mostra si è concretizzata in un catalogo a stampa che fa parte del 3 numero dei Quaderni del Museo Civico L. fantini di Monterenzio. Vi sono anche interventi scientifici di restauratori e di archeologi sperimentalisti, che hanno tentato di riproporre con successo la catena operativa per fabbricare dalla materia prima grezza un vaso di bronzo (il kyathos csd "a rocchetto") presente sistematicamente nelle tombe maschili o femminili dell'Italia centrosettentrionale in tra il V e il III sec. a.C.
I bronzi degli Etruschi e dei Celti nella valle dell'Idic
VITALI, DANIELE
2006
Abstract
La mostra inaugurata presso il Museo Archeologico L. Fantini di Monterenzio fa il punto sulla presenza di manufatti artistici o di uso pratico presso le comunità di Etruschi e di Celti che hanno abitato l'appennino bolognese tra IV e II sec. a.C. Vasellame di bronzo, specchi decorati, attrezzi da palestra come gli strigili e vasi porta sabbia o unguenti, elementi di parure come le fibule e infine armi di prestigio come gli elmi del tipo a berretto da fantino permettono di valutare la facies culturale degli abitanti preromani che ebbero un vasto orizzonte di rapporti tra il mare e l'italia meridionale. Alcuni di questi bronzi presentano decorazioni ottenune con particolari tecniche e materiali (incrostazioni di vetro rosso opaco, ferro sbalzato, figurazioni immaginarie) che mostrano l'esistenza di ateliers di metallurgisti dove operavano congiuntamente etruschi e celti. La mostra si è concretizzata in un catalogo a stampa che fa parte del 3 numero dei Quaderni del Museo Civico L. fantini di Monterenzio. Vi sono anche interventi scientifici di restauratori e di archeologi sperimentalisti, che hanno tentato di riproporre con successo la catena operativa per fabbricare dalla materia prima grezza un vaso di bronzo (il kyathos csd "a rocchetto") presente sistematicamente nelle tombe maschili o femminili dell'Italia centrosettentrionale in tra il V e il III sec. a.C.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.