Teoria della moda.Definire la moda può apparire scontato, tanto viviamo quotidianamente immersi nella sua influenza. Questo perché la moda, così come l’arte, la letteratura o il cinema è divenuta una parte essenziale delle attività immaginative della nostra cultura. L’abito, suo campo preferenziale, è un abito definito dalla moda (Wilson 2003). Anche chi cerca di opporvisi, si mette in relazione con la moda. Le istanze anti-moda, cioè quei comportamenti contro la moda, non sarebbero altro che una prova del suo potere. “ Vestirsi fuori moda può diventare di moda in intere cerchie di una società estesa, si tratta di una delle più notevoli complicazioni sociopsicologiche” come indica già Simmel a metà Ottocento (1986:34). E’ infatti in seno alla moda che nasce l’anti-moda. Davis, per esempio, (1993) ne individua diverse categorie, dalla critica femminista a quella conservatrice, dalle istanze salutistiche e utopiche di fine Ottocento e primi Novecento, alle sottoculture giovanili degli anni Sessanta del XX secolo. Opponendosi con diverse motivazioni all’ideologia che la moda si ritiene rappresenti, questi movimenti anti- moda si situano in un rapporto dialettico con la moda stessa. Ma nella contemporaneità i fenomeni di anti-moda sono inglobati sin dal loro nascere nella moda. Sia perché non c’è più un’unica moda, come il New Look lanciato da Dior del 1949 o il diktat americano Think Pink! del 1950 - tante mode diverse oggi coesistono - sia perché i tempi tra azione e reazione sono sempre più brevi. Un esempio è il grunge, modo di vestire alternativo e spontaneo, nato entro la cultura musicale dei giovani di Seattle nel 1990 e presentato pochi mesi dopo sulle passerelle del prêt à porter internazionale da stilisti come Anne Sui, Perry Ellis, Marc Jacobs. “None of us can escape fahion” scrive l’antropologa Kondo (1997:19), cioè nessuno può sfuggire alla moda, farne a meno, ignorarla. E aggiunge Colaiacomo “In epoca di comunicazione globale siamo tutti interni al sistema fashion” (2002:17). Il dilagare della moda e dell’interesse per la moda è quindi un fatto. Ma definirla è ancora largamente un’opinione.
Segre Reinach S (2010). La moda. Un'introduzione. Seconda Edizione ampliata. Roma-Bari : Editori Laterza.
La moda. Un'introduzione. Seconda Edizione ampliata
SEGRE REINACH, SIMONA MARIA
2010
Abstract
Teoria della moda.Definire la moda può apparire scontato, tanto viviamo quotidianamente immersi nella sua influenza. Questo perché la moda, così come l’arte, la letteratura o il cinema è divenuta una parte essenziale delle attività immaginative della nostra cultura. L’abito, suo campo preferenziale, è un abito definito dalla moda (Wilson 2003). Anche chi cerca di opporvisi, si mette in relazione con la moda. Le istanze anti-moda, cioè quei comportamenti contro la moda, non sarebbero altro che una prova del suo potere. “ Vestirsi fuori moda può diventare di moda in intere cerchie di una società estesa, si tratta di una delle più notevoli complicazioni sociopsicologiche” come indica già Simmel a metà Ottocento (1986:34). E’ infatti in seno alla moda che nasce l’anti-moda. Davis, per esempio, (1993) ne individua diverse categorie, dalla critica femminista a quella conservatrice, dalle istanze salutistiche e utopiche di fine Ottocento e primi Novecento, alle sottoculture giovanili degli anni Sessanta del XX secolo. Opponendosi con diverse motivazioni all’ideologia che la moda si ritiene rappresenti, questi movimenti anti- moda si situano in un rapporto dialettico con la moda stessa. Ma nella contemporaneità i fenomeni di anti-moda sono inglobati sin dal loro nascere nella moda. Sia perché non c’è più un’unica moda, come il New Look lanciato da Dior del 1949 o il diktat americano Think Pink! del 1950 - tante mode diverse oggi coesistono - sia perché i tempi tra azione e reazione sono sempre più brevi. Un esempio è il grunge, modo di vestire alternativo e spontaneo, nato entro la cultura musicale dei giovani di Seattle nel 1990 e presentato pochi mesi dopo sulle passerelle del prêt à porter internazionale da stilisti come Anne Sui, Perry Ellis, Marc Jacobs. “None of us can escape fahion” scrive l’antropologa Kondo (1997:19), cioè nessuno può sfuggire alla moda, farne a meno, ignorarla. E aggiunge Colaiacomo “In epoca di comunicazione globale siamo tutti interni al sistema fashion” (2002:17). Il dilagare della moda e dell’interesse per la moda è quindi un fatto. Ma definirla è ancora largamente un’opinione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.