La ricerca ha associato, mediante una convenzione specifica, anche l'Università di Siena - sede di Grosseto (dott.ssa Silvia Pallecchi). Rimangono le collaborazioni internazionali francesi (CNRS, Fanette laubenheimer; INRAP, Laurence Benquet). I risultati dello scavo che aumenta in estensione e in profondità a vista d'occhio ( quasi 5.000 mq splateati) hanno mostrato la successione nel tempo di quattro fornaci rettangolari e di altre quattro fornaci identiche in sovrapposizione verticale alle quattro precedenti. L'area viene demolita e spianata nell'antichità e due nuovo fornaci vengono create su due delle quattro iniziali: in totale 4 + 4+ 2 = 10 grandi fornaci destinate a cuocere anfore. Di queste ultime si sono caratterizzate le forme che si sono succedute nell'arco di due secoli e mezzo: le csd greco-italiche, le Dressel 1 A, B, C, le Dressel 2/4, le anfore a fondo piatto di varie fogge e dimensioni. E' anche stato individuato un bollo laterizio (VOLVS) che dovrebbe corrispondere al nome di un fabbricante di tegole romane proprio ad Albinia. Il commercio di queste tegole ha interessato la costa tirrenica settentrionale fino a Luni. Si deve infine parlare di un importantissimo drenaggio o vuoto sanitario fatto con centinaia di anfore quasi intere ma con difetti di cottura. Tale drenaggio fu reso necessario per la situazione di sommersione dell'atelier, che venne rialzato nelle fornaci e nelle arre antistanti proprio con potenti riporti di anfore/terra o con piattaforme ad anfore come quella di cui parliamo. Anche questa scoperta è unica per numero e tipologia dei materiali impiegati.

Scavi e ricerche archeologiche ad Albinia (Grosseto) / D. Vitali; S. Pallecchi. - (2006).

Scavi e ricerche archeologiche ad Albinia (Grosseto)

VITALI, DANIELE;
2006

Abstract

La ricerca ha associato, mediante una convenzione specifica, anche l'Università di Siena - sede di Grosseto (dott.ssa Silvia Pallecchi). Rimangono le collaborazioni internazionali francesi (CNRS, Fanette laubenheimer; INRAP, Laurence Benquet). I risultati dello scavo che aumenta in estensione e in profondità a vista d'occhio ( quasi 5.000 mq splateati) hanno mostrato la successione nel tempo di quattro fornaci rettangolari e di altre quattro fornaci identiche in sovrapposizione verticale alle quattro precedenti. L'area viene demolita e spianata nell'antichità e due nuovo fornaci vengono create su due delle quattro iniziali: in totale 4 + 4+ 2 = 10 grandi fornaci destinate a cuocere anfore. Di queste ultime si sono caratterizzate le forme che si sono succedute nell'arco di due secoli e mezzo: le csd greco-italiche, le Dressel 1 A, B, C, le Dressel 2/4, le anfore a fondo piatto di varie fogge e dimensioni. E' anche stato individuato un bollo laterizio (VOLVS) che dovrebbe corrispondere al nome di un fabbricante di tegole romane proprio ad Albinia. Il commercio di queste tegole ha interessato la costa tirrenica settentrionale fino a Luni. Si deve infine parlare di un importantissimo drenaggio o vuoto sanitario fatto con centinaia di anfore quasi intere ma con difetti di cottura. Tale drenaggio fu reso necessario per la situazione di sommersione dell'atelier, che venne rialzato nelle fornaci e nelle arre antistanti proprio con potenti riporti di anfore/terra o con piattaforme ad anfore come quella di cui parliamo. Anche questa scoperta è unica per numero e tipologia dei materiali impiegati.
2006
Scavi e ricerche archeologiche ad Albinia (Grosseto) / D. Vitali; S. Pallecchi. - (2006).
D. Vitali; S. Pallecchi
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