In tale ricerca sono messi a confronto alcuni autori appartenenti a due “scuole” di pensiero differenti, come l’Ecole de Pensée Juive di Parigi, che ruotò intorno ai “Colloques des intellectuels juifs de langue française”, organizzati dalla sezione francese del Congrès Juif Mondial nell’immediato dopoguerra, da un lato, e, dall'altro, la Scuola di Francoforte, che si raggruppà, tra Francoforte e New York, intorno alla rivista Zeitschrift für Sozialforschung, negli anni a cavallo della guerra e in quelli immediatamente successivi. Questi filosofi, tutti di origine ebraica, s’interrogarono sull’evento storico della Shoah (lo sterminio del popolo ebraico), sulle sue conseguenze e implicazioni nel pensiero filosofico in generale e sul pensiero ebraico in particolare. Chi collettivamente, chi separatamente, chi anticipatamente, chi posteriormente, i pensatori facenti capo al gruppo di Francoforte e quelli appartenenti al gruppo di Parigi si commisurarono con le questioni scottanti che il dopoguerra imponeva. Soprattutto in Francia, all’indomani della guerra, si sviluppò un’esperienza nuova del pensiero ebraico, nuova perché collettiva e apertamente finalizzata a comprendere le sorti dell’ebraismo europeo. Degli intellettuali come Léon Askénazi, Vladimir Jankélévitch, André Neher, e lo stesso Levinas, crearono un movimento di pensiero, l’Ecole Juive di Parigi appunto, che attingeva alla tradizione d’Israele e che s’interrogava sul ruolo della coscienza ebraica nella cultura occidentale dopo l’inabissarsi della modernità con il sopravvento della barbarie. Dall’incontro di questi autori, spesso legati da profonda amicizia, nacquero i famosi “Colloques” che fecero epoca, contribuendo al rinnovamento e al rilancio della cultura ebraica in Europa.

L’Ecole de Pensée Juive di Parigi e la Scuola di Francoforte: due “scuole” a confronto nel dibattito ebraico del secondo dopoguerra / O. Ombrosi. - (2005).

L’Ecole de Pensée Juive di Parigi e la Scuola di Francoforte: due “scuole” a confronto nel dibattito ebraico del secondo dopoguerra.

OMBROSI, ORIETTA
2005

Abstract

In tale ricerca sono messi a confronto alcuni autori appartenenti a due “scuole” di pensiero differenti, come l’Ecole de Pensée Juive di Parigi, che ruotò intorno ai “Colloques des intellectuels juifs de langue française”, organizzati dalla sezione francese del Congrès Juif Mondial nell’immediato dopoguerra, da un lato, e, dall'altro, la Scuola di Francoforte, che si raggruppà, tra Francoforte e New York, intorno alla rivista Zeitschrift für Sozialforschung, negli anni a cavallo della guerra e in quelli immediatamente successivi. Questi filosofi, tutti di origine ebraica, s’interrogarono sull’evento storico della Shoah (lo sterminio del popolo ebraico), sulle sue conseguenze e implicazioni nel pensiero filosofico in generale e sul pensiero ebraico in particolare. Chi collettivamente, chi separatamente, chi anticipatamente, chi posteriormente, i pensatori facenti capo al gruppo di Francoforte e quelli appartenenti al gruppo di Parigi si commisurarono con le questioni scottanti che il dopoguerra imponeva. Soprattutto in Francia, all’indomani della guerra, si sviluppò un’esperienza nuova del pensiero ebraico, nuova perché collettiva e apertamente finalizzata a comprendere le sorti dell’ebraismo europeo. Degli intellettuali come Léon Askénazi, Vladimir Jankélévitch, André Neher, e lo stesso Levinas, crearono un movimento di pensiero, l’Ecole Juive di Parigi appunto, che attingeva alla tradizione d’Israele e che s’interrogava sul ruolo della coscienza ebraica nella cultura occidentale dopo l’inabissarsi della modernità con il sopravvento della barbarie. Dall’incontro di questi autori, spesso legati da profonda amicizia, nacquero i famosi “Colloques” che fecero epoca, contribuendo al rinnovamento e al rilancio della cultura ebraica in Europa.
2005
L’Ecole de Pensée Juive di Parigi e la Scuola di Francoforte: due “scuole” a confronto nel dibattito ebraico del secondo dopoguerra / O. Ombrosi. - (2005).
O. Ombrosi
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