Il volume, curato dall'autore e da M. Pizzo, è stato realizzato sotto l'alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri in occasione del semestre di presidenza italiana dell'Unione Europea. Il volume si compone di 22 saggi di autori italiani, francesi, belgi e tedeschi ed è completato da un CD-ROM, dal titolo "Les Musées blessés. 1914-1918. Images, documents, sources". Durante la prima guerra mondiale i bombardamenti aerei spezzano la fragile illusione di sicurezza delle città d’arte, dei loro monumenti e dei loro musei. La fotografia storica, grazie al suo apporto fondamentale alla documentazione dei danni al tessuto artistico urbano è oggi una fonte privilegiata, ma ancora poco utilizzata, per l’analisi del dibattito sulla conservazione e la produzione del patrimonio artistico urbano. Dalla cattedrale di Reims alle chiese di Venezia la percezione del valore del patrimonio artistico e la consapevolezza delle sue ferite diventano una questione popolare e internazionale grazie, soprattutto, alla fotografia che divenne il mezzo privilegiato di una nuova comunicazione e di una nuova mediazione culturale, più dirette ed immediate, dei valori dell’arte contro la “barbarie” della guerra. In questo contesto di ricerca il saggio dell'autore analizza il dibattito tra protezione in loco e dislocazione delle opere ed il ruolo avuto dalle immagini dei monumenti “in guerra” in Italia ed in Francia. I fondi fotografici della Grande Guerra costituiscono uno strumento importante per l’analisi della storia dei Beni Culturali italiani durante il conflitto, ma anche per comprendere come la fotografia del patrimonio artistico sia stata strumento di coesione identitaria, mezzo di propaganda e insieme soluzione tecnica volta ad una migliore conoscenza e conservazione delle opere d’arte. Ormai legata ai problemi e alle sfide di una “comunicazione culturale” di massa e internazionale, la fotografia testimonia le ferite del patrimonio artistico europeo secondo delle modalità differenti che rispondono alle priorità, spesso contraddittorie, di istituzioni pubbliche e private, centrali e locali. Anche grazie alle opportunità offerte dal nuovo mezzo tecnico alla rappresentazione delle opere d'arte durante la guerra, nasce un nuovo approccio metodologico alla storia dell'arte e della critica caratterizzato da un allargamento del campo di interessi e dallo sviluppo della nozione di "tessuto patrimoniale d'arte e di storia".
Costa, S. (2014). Proteggere e dislocare : il ruolo delle immagini fotografiche in Italia ed in Francia. Grenoble : ELLUG.
Proteggere e dislocare : il ruolo delle immagini fotografiche in Italia ed in Francia
COSTA, SANDRA
2014
Abstract
Il volume, curato dall'autore e da M. Pizzo, è stato realizzato sotto l'alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri in occasione del semestre di presidenza italiana dell'Unione Europea. Il volume si compone di 22 saggi di autori italiani, francesi, belgi e tedeschi ed è completato da un CD-ROM, dal titolo "Les Musées blessés. 1914-1918. Images, documents, sources". Durante la prima guerra mondiale i bombardamenti aerei spezzano la fragile illusione di sicurezza delle città d’arte, dei loro monumenti e dei loro musei. La fotografia storica, grazie al suo apporto fondamentale alla documentazione dei danni al tessuto artistico urbano è oggi una fonte privilegiata, ma ancora poco utilizzata, per l’analisi del dibattito sulla conservazione e la produzione del patrimonio artistico urbano. Dalla cattedrale di Reims alle chiese di Venezia la percezione del valore del patrimonio artistico e la consapevolezza delle sue ferite diventano una questione popolare e internazionale grazie, soprattutto, alla fotografia che divenne il mezzo privilegiato di una nuova comunicazione e di una nuova mediazione culturale, più dirette ed immediate, dei valori dell’arte contro la “barbarie” della guerra. In questo contesto di ricerca il saggio dell'autore analizza il dibattito tra protezione in loco e dislocazione delle opere ed il ruolo avuto dalle immagini dei monumenti “in guerra” in Italia ed in Francia. I fondi fotografici della Grande Guerra costituiscono uno strumento importante per l’analisi della storia dei Beni Culturali italiani durante il conflitto, ma anche per comprendere come la fotografia del patrimonio artistico sia stata strumento di coesione identitaria, mezzo di propaganda e insieme soluzione tecnica volta ad una migliore conoscenza e conservazione delle opere d’arte. Ormai legata ai problemi e alle sfide di una “comunicazione culturale” di massa e internazionale, la fotografia testimonia le ferite del patrimonio artistico europeo secondo delle modalità differenti che rispondono alle priorità, spesso contraddittorie, di istituzioni pubbliche e private, centrali e locali. Anche grazie alle opportunità offerte dal nuovo mezzo tecnico alla rappresentazione delle opere d'arte durante la guerra, nasce un nuovo approccio metodologico alla storia dell'arte e della critica caratterizzato da un allargamento del campo di interessi e dallo sviluppo della nozione di "tessuto patrimoniale d'arte e di storia".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.