Tra l’autunno e l’inverno del 1944-45 l’avanzata dell’esercito alleato in Italia subisce un brusco arresto sulla Linea Gotica. Tale linea, che costituisce uno sbarramento che si estende dal Tirreno all’Adriatico e che ha i propri punti di forza nei contrafforti dell’Appennino toscoemiliano, è stata approntata dai tedeschi a partire dal 1943 proprio allo scopo di fermare l’avanzata alleata. Le popolazioni civili coinvolte dall’arresto della linea del fronte si trovano a dovere affrontare un periodo di gravissimi sconvolgimenti: i bombardamenti americani, l’esistenza dei campi minati, le stragi tedesche e fasciste inducono una modifica radicale del rapporto di queste popolazioni con la realtà della morte. Se nel corso degli anni precedenti coloro che rischiano e perdono la vita sono soprattutto gli uomini adulti che partecipano al conflitto, in questo periodo tutti, compresi bambini, donne e anziani, sono costretti a intrattenere un rapporto quotidiano e ravvicinato con la morte e con i morti. Il saggio indaga in un territorio circoscritto, vale a dire in una zona della montagna bolognese interessata dall’arresto del fronte, in che modo un mutamento così profondo e repentino del rapporto con la realtà della morte. La ricerca ha evidenziato l’esistenza di una peculiarità propria del rituale funebre del tempo di guerra. Poiché per esso è impossibile rispettare i tempi prescritti e soddisfare le condizioni formali di esecuzione, esso non si configura come un rito di passaggio vero e proprio, quanto piuttosto come una fase ambigua in cui il rito viene sospeso per essere ripreso in un tempo successivo.

Natali C (2012). Una ritualità incompiuta: prassi belliche e strategie del ricordo. BOLOGNA : Bonomo Editrice.

Una ritualità incompiuta: prassi belliche e strategie del ricordo

NATALI, CRISTIANA
2012

Abstract

Tra l’autunno e l’inverno del 1944-45 l’avanzata dell’esercito alleato in Italia subisce un brusco arresto sulla Linea Gotica. Tale linea, che costituisce uno sbarramento che si estende dal Tirreno all’Adriatico e che ha i propri punti di forza nei contrafforti dell’Appennino toscoemiliano, è stata approntata dai tedeschi a partire dal 1943 proprio allo scopo di fermare l’avanzata alleata. Le popolazioni civili coinvolte dall’arresto della linea del fronte si trovano a dovere affrontare un periodo di gravissimi sconvolgimenti: i bombardamenti americani, l’esistenza dei campi minati, le stragi tedesche e fasciste inducono una modifica radicale del rapporto di queste popolazioni con la realtà della morte. Se nel corso degli anni precedenti coloro che rischiano e perdono la vita sono soprattutto gli uomini adulti che partecipano al conflitto, in questo periodo tutti, compresi bambini, donne e anziani, sono costretti a intrattenere un rapporto quotidiano e ravvicinato con la morte e con i morti. Il saggio indaga in un territorio circoscritto, vale a dire in una zona della montagna bolognese interessata dall’arresto del fronte, in che modo un mutamento così profondo e repentino del rapporto con la realtà della morte. La ricerca ha evidenziato l’esistenza di una peculiarità propria del rituale funebre del tempo di guerra. Poiché per esso è impossibile rispettare i tempi prescritti e soddisfare le condizioni formali di esecuzione, esso non si configura come un rito di passaggio vero e proprio, quanto piuttosto come una fase ambigua in cui il rito viene sospeso per essere ripreso in un tempo successivo.
2012
Miscellanea Orientalia
117
136
Natali C (2012). Una ritualità incompiuta: prassi belliche e strategie del ricordo. BOLOGNA : Bonomo Editrice.
Natali C
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