I pesi per la polvere d’oro degli akan sono noti sia per essere la categoria più rappresentata tra gli oggetti d’arte africana esistenti al mondo sia soprattutto per la loro varietà tipologica e la loro perfezione formale. I pesi akan sono potenti veicoli di esteriorizzazione della memoria innanzitutto perché riescono a fornire una descrizione quasi esaustiva dell’universo culturale. Forse però ciò non sarebbe stato sufficiente a garantire il loro ruolo di supporti della memoria se non fosse intervenuta una caratteristica che accomuna tutti gli strumenti di comunicazione che sopravvivono allo scorrere del tempo: la capacità di incorporare i mutamenti storici. I pesi akan hanno infatti saputo documentare con ricchezza di particolari, nel corso del tempo, l’incontro con i colonizzatori, le loro sembianze stilizzate e la loro dotazione peculiare e hanno in tal modo fissato, oppure indotto la composizione, di locuzioni sapienziali che hanno integrato questi elementi nuovi nel sapere condiviso. In base a queste caratteristiche i pesi possono essere considerati veicoli della memoria culturale così come è intesa da Assmann (1997) – o quanto meno di una sua canonizzazione parziale rappresentata dalle locuzioni sapienziali. Ciò nondimeno essi pagano un tributo all’oralità poiché dipendono da ciò che Assmann definisce “memoria comunicativa”. Senza quest’ultima, infatti, l’interpretazione stessa dei pesi akan risulterebbe problematica, e il loro valore documentario resterebbe confinato ad un’elencazione tipologica di forme naturali e di prodotti dell’attività umana.

Il sapere nelle culture orali: il caso akan

NATALI, CRISTIANA
2012

Abstract

I pesi per la polvere d’oro degli akan sono noti sia per essere la categoria più rappresentata tra gli oggetti d’arte africana esistenti al mondo sia soprattutto per la loro varietà tipologica e la loro perfezione formale. I pesi akan sono potenti veicoli di esteriorizzazione della memoria innanzitutto perché riescono a fornire una descrizione quasi esaustiva dell’universo culturale. Forse però ciò non sarebbe stato sufficiente a garantire il loro ruolo di supporti della memoria se non fosse intervenuta una caratteristica che accomuna tutti gli strumenti di comunicazione che sopravvivono allo scorrere del tempo: la capacità di incorporare i mutamenti storici. I pesi akan hanno infatti saputo documentare con ricchezza di particolari, nel corso del tempo, l’incontro con i colonizzatori, le loro sembianze stilizzate e la loro dotazione peculiare e hanno in tal modo fissato, oppure indotto la composizione, di locuzioni sapienziali che hanno integrato questi elementi nuovi nel sapere condiviso. In base a queste caratteristiche i pesi possono essere considerati veicoli della memoria culturale così come è intesa da Assmann (1997) – o quanto meno di una sua canonizzazione parziale rappresentata dalle locuzioni sapienziali. Ciò nondimeno essi pagano un tributo all’oralità poiché dipendono da ciò che Assmann definisce “memoria comunicativa”. Senza quest’ultima, infatti, l’interpretazione stessa dei pesi akan risulterebbe problematica, e il loro valore documentario resterebbe confinato ad un’elencazione tipologica di forme naturali e di prodotti dell’attività umana.
2012
Miscellanea Orientalia
97
115
Natali C
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/373997
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact