Il workshop “Insegnanti e Tecnologie dell’informazione e della comunicazione” ha voluto porre attenzione a quella che oggi, da più parti, è vista come la nuova opportunità per la scuola italiana per ripensare e innovare le proprie prassi pedagogiche: l’introduzione, la diffusione e l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic). Il contributo di Marco Pitzalis e Antonietta De Feo fornisce un’anticipazione dei risultati emersi dal progetto “Scuola Digitale-Semi-d@s”, che dal 2009 sta interessando le scuole di ogni ordine e grado della Sardegna. Il progetto prevede la diffusione delle Tic nelle scuole sarde grazie alla progressiva e capillare installazione in tutte le aule di diversi strumenti tecnologici. A tal riguardo, gli autori analizzano l’impatto che la lavagna interattiva multimediale (Lim) sta avendo sugli insegnanti e sul loro modo di insegnare. Il quadro che emerge evidenzia un’incapacità ancora piuttosto diffusa fra gli insegnanti a sfruttare le nuove opportunità offerte dall’introduzione di questo strumento, tanto che l’utilizzo “tradizionale” della Lim tende a prevalere. Ciononostante, si ravvisano eccezioni in alcuni ambiti disciplinari e al variare delle caratteristiche degli utenti che ne fruiscono. Il divario digitale è, quindi, identificabile non solo fra gli insegnanti, ma anche fra gli studenti. La fruizione della Lim – e delle Tic in generale – deve, pertanto, essere esaminata tenendo conto non solo della cultura disciplinare del docente, ma anche delle condizioni socio-culturali dello studente. Il rapporto degli insegnanti con le Tic è, invece, il tema investigato da Valeria Pandolfini. L’autrice approfondisce gli atteggiamenti degli insegnanti italiani nei confronti delle Tic e l’impatto che queste ultime hanno sulla loro professionalità. Il quadro complessivo che emerge evidenzia una classe insegnante che – seppur spesso formatasi, per ragioni anagrafiche, in contesti privi di strumentazioni tecnologiche – risulta positivamente orientata nei confronti delle Tic, tanto da essersi già impegnata nella frequentazione di corsi di aggiornamento/formazione sull’applicazione delle tecnologie digitali nell’insegnamento, nonché da dichiararsi intenzionata a continuare il percorso di aggiornamento intrapreso. La figura dell’insegnante coinvolto nel progetto Cl@ssi 2.0 e il suo rapporto con le Tic è il tema centrale anche del saggio di Simona Tirocchi e Gabriella Taddeo. Le due autrici offrono una lettura analitica del materiale raccolto in un’indagine qualitativa condotta per tre anni in Piemonte, che ha visto il coinvolgimento degli insegnanti di alcune scuole primarie e secondarie. Le analisi – qui incentrate solo sulla secondaria di primo grado – tracciano alcune linee di demarcazione che contraddistinguono l’insegnante “tradizionale” da quello “2.0”. In particolare, in una prospettiva di lifelong learning, l’indagine ha messo in evidenza la consapevolezza ormai acquisita dai docenti in merito all’improcrastinabile necessità di impadronirsi delle competenze digitali per poter esercitare il proprio incarico e recuperare un ruolo strategico in questa fase di mutamento sociale. Infine, il contributo di Guido Benvenuto, Stefano Ferrante e Riccardo Santilli offre un esempio concreto di come l’innovazione tecnologica possa offrire nuove opportunità in ambito scolastico. Nello specifico, a partire dall’esigenza di promuovere forme di valutazione degli apprendimenti degli studenti che siano condivise dalla classe docente, gli autori presentano le caratteristiche e il funzionamento di un applicativo – denominato PRO.V.A. e disponibile all’interno del portale dedicato al “Progetto Valutazione” – utile per «l’ideazione e la realizzazione di prove di singoli docenti, ma anche per gruppi di docenti che vogliono realizzare collegialmente i loro formati valutativi». Oltre ad essere un pratico strumento per la costruzione delle prove di valutazione, PRO.V.A. incentiva, quindi, la collaborazione e il confronto fra i docenti nel processo di costruzione degli stessi materiali utili alla valutazione. La diffusione delle Tic nella scuola è ormai diventata un requisito indispensabile per favorire i processi di apprendimento degli studenti. In un convegno dedicato alla professionalità insegnante, la presenza di un workshop dedicato al rapporto fra scuola e Tic non può che essere un segnale positivo.

Insegnanti e tecnologie dell'informazione e della comunicazione / D. Mantovani. - STAMPA. - (2014), pp. 201-202.

Insegnanti e tecnologie dell'informazione e della comunicazione

MANTOVANI, DEBORA
2014

Abstract

Il workshop “Insegnanti e Tecnologie dell’informazione e della comunicazione” ha voluto porre attenzione a quella che oggi, da più parti, è vista come la nuova opportunità per la scuola italiana per ripensare e innovare le proprie prassi pedagogiche: l’introduzione, la diffusione e l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic). Il contributo di Marco Pitzalis e Antonietta De Feo fornisce un’anticipazione dei risultati emersi dal progetto “Scuola Digitale-Semi-d@s”, che dal 2009 sta interessando le scuole di ogni ordine e grado della Sardegna. Il progetto prevede la diffusione delle Tic nelle scuole sarde grazie alla progressiva e capillare installazione in tutte le aule di diversi strumenti tecnologici. A tal riguardo, gli autori analizzano l’impatto che la lavagna interattiva multimediale (Lim) sta avendo sugli insegnanti e sul loro modo di insegnare. Il quadro che emerge evidenzia un’incapacità ancora piuttosto diffusa fra gli insegnanti a sfruttare le nuove opportunità offerte dall’introduzione di questo strumento, tanto che l’utilizzo “tradizionale” della Lim tende a prevalere. Ciononostante, si ravvisano eccezioni in alcuni ambiti disciplinari e al variare delle caratteristiche degli utenti che ne fruiscono. Il divario digitale è, quindi, identificabile non solo fra gli insegnanti, ma anche fra gli studenti. La fruizione della Lim – e delle Tic in generale – deve, pertanto, essere esaminata tenendo conto non solo della cultura disciplinare del docente, ma anche delle condizioni socio-culturali dello studente. Il rapporto degli insegnanti con le Tic è, invece, il tema investigato da Valeria Pandolfini. L’autrice approfondisce gli atteggiamenti degli insegnanti italiani nei confronti delle Tic e l’impatto che queste ultime hanno sulla loro professionalità. Il quadro complessivo che emerge evidenzia una classe insegnante che – seppur spesso formatasi, per ragioni anagrafiche, in contesti privi di strumentazioni tecnologiche – risulta positivamente orientata nei confronti delle Tic, tanto da essersi già impegnata nella frequentazione di corsi di aggiornamento/formazione sull’applicazione delle tecnologie digitali nell’insegnamento, nonché da dichiararsi intenzionata a continuare il percorso di aggiornamento intrapreso. La figura dell’insegnante coinvolto nel progetto Cl@ssi 2.0 e il suo rapporto con le Tic è il tema centrale anche del saggio di Simona Tirocchi e Gabriella Taddeo. Le due autrici offrono una lettura analitica del materiale raccolto in un’indagine qualitativa condotta per tre anni in Piemonte, che ha visto il coinvolgimento degli insegnanti di alcune scuole primarie e secondarie. Le analisi – qui incentrate solo sulla secondaria di primo grado – tracciano alcune linee di demarcazione che contraddistinguono l’insegnante “tradizionale” da quello “2.0”. In particolare, in una prospettiva di lifelong learning, l’indagine ha messo in evidenza la consapevolezza ormai acquisita dai docenti in merito all’improcrastinabile necessità di impadronirsi delle competenze digitali per poter esercitare il proprio incarico e recuperare un ruolo strategico in questa fase di mutamento sociale. Infine, il contributo di Guido Benvenuto, Stefano Ferrante e Riccardo Santilli offre un esempio concreto di come l’innovazione tecnologica possa offrire nuove opportunità in ambito scolastico. Nello specifico, a partire dall’esigenza di promuovere forme di valutazione degli apprendimenti degli studenti che siano condivise dalla classe docente, gli autori presentano le caratteristiche e il funzionamento di un applicativo – denominato PRO.V.A. e disponibile all’interno del portale dedicato al “Progetto Valutazione” – utile per «l’ideazione e la realizzazione di prove di singoli docenti, ma anche per gruppi di docenti che vogliono realizzare collegialmente i loro formati valutativi». Oltre ad essere un pratico strumento per la costruzione delle prove di valutazione, PRO.V.A. incentiva, quindi, la collaborazione e il confronto fra i docenti nel processo di costruzione degli stessi materiali utili alla valutazione. La diffusione delle Tic nella scuola è ormai diventata un requisito indispensabile per favorire i processi di apprendimento degli studenti. In un convegno dedicato alla professionalità insegnante, la presenza di un workshop dedicato al rapporto fra scuola e Tic non può che essere un segnale positivo.
2014
La professionalità dell’insegnante. Valorizzare il passato, progettare il futuro
201
202
Insegnanti e tecnologie dell'informazione e della comunicazione / D. Mantovani. - STAMPA. - (2014), pp. 201-202.
D. Mantovani
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/372750
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