Un mutamento nell’utilizzo dei prodotti ittici di mare nell’alimentazione popolare, legato in qualche modo ad un processo di educazione al gusto preordinato dall’alto, si avverte nella seconda metà del ‘500 per la concomitanza di una crescita demografica, ma anche di una serie di fattori di carattere religioso, politico, economico a cui si aggiunge poi una importante mutazione del clima. Inverni più lunghi, rigidi e nevosi (dal 1570 fino al 1820) faciliteranno l’allargamento del mercato del pesce di mare fresco, potenziando in qualche modo le politiche governative degli stati rimasti fedeli alla Chiesa di Roma e rimasti nell’orbita cattolica che, nell’applicazione dei decreti del Concilio di Trento, si orientano a promuovere nei rispettivi territori strategie di sfruttamento delle risorse marine per l’approvvigionamento di cibo da consumarsi nei giorni, numerosi, soggetti al precetto di penitenza stabilito dalla religione. Si maturano così nuove economie che permettono la formazione di marinerie da pesca in vari contesti geografici sia del versante tirrenico che adriatico, prima assenti, la messa a punto di nuove tecnologie per la cattura del pesce d’altura, il potenziamento dei mercati, la sperimentazione di metodi di conservazione basati sull’uso del ghiaccio e delle neve per il trasporto del pesce fresco anche in luoghi lontani dai porti di produzione, la compilazione di calendari venatori e di graduatorie dietetiche riguardo alla qualità delle varie specie.

Maria Lucia De Nicolò (2006). Il pesce nella storia dell'alimentazione mediterranea (secc. XVI-XVIII). ISPRA Chioggia : HMAP (History of Marine Animal Population).

Il pesce nella storia dell'alimentazione mediterranea (secc. XVI-XVIII)

DE NICOLO', MARIA LUCIA
2006

Abstract

Un mutamento nell’utilizzo dei prodotti ittici di mare nell’alimentazione popolare, legato in qualche modo ad un processo di educazione al gusto preordinato dall’alto, si avverte nella seconda metà del ‘500 per la concomitanza di una crescita demografica, ma anche di una serie di fattori di carattere religioso, politico, economico a cui si aggiunge poi una importante mutazione del clima. Inverni più lunghi, rigidi e nevosi (dal 1570 fino al 1820) faciliteranno l’allargamento del mercato del pesce di mare fresco, potenziando in qualche modo le politiche governative degli stati rimasti fedeli alla Chiesa di Roma e rimasti nell’orbita cattolica che, nell’applicazione dei decreti del Concilio di Trento, si orientano a promuovere nei rispettivi territori strategie di sfruttamento delle risorse marine per l’approvvigionamento di cibo da consumarsi nei giorni, numerosi, soggetti al precetto di penitenza stabilito dalla religione. Si maturano così nuove economie che permettono la formazione di marinerie da pesca in vari contesti geografici sia del versante tirrenico che adriatico, prima assenti, la messa a punto di nuove tecnologie per la cattura del pesce d’altura, il potenziamento dei mercati, la sperimentazione di metodi di conservazione basati sull’uso del ghiaccio e delle neve per il trasporto del pesce fresco anche in luoghi lontani dai porti di produzione, la compilazione di calendari venatori e di graduatorie dietetiche riguardo alla qualità delle varie specie.
2006
Il mare. Com'era
35
45
Maria Lucia De Nicolò (2006). Il pesce nella storia dell'alimentazione mediterranea (secc. XVI-XVIII). ISPRA Chioggia : HMAP (History of Marine Animal Population).
Maria Lucia De Nicolò
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