CONIDAE, IL GRANDE SUCCESSO DEI PICCOLI PREDATORI All’interno del phylum Mollusca, la famiglia Conidae costituisce uno dei taxon più diversificati e con ampia distribuzione geografica. Essa è presente in quasi tutti i biotopi marini con una ricchezza specifica, rispetto agli altri membri della superfamiglia Conoidea, molto elevata (dal 40%-45% in Africa occidentale ad oltre l’80% in Europa; Tucker, 2004). Tale diversificazione è testimonianza di un grande successo evolutivo che sembra correlabile all’efficiente apparato radulare (Taylor et al., 1993). La maggior parte delle specie, infatti, immobilizza le prede con sostanze neurotossiche iniettate per mezzo di un dente radulare modificato in dardo e collegato ad una ghiandola velenifera. L’andamento della biodiversità all’interno della superfamiglia Conoidea negli ultimi 60 milioni di anni, sembra aver premiato la famiglia Conidae rispetto a Turridae che appare in deciso declino. La prima, al contrario, è in costante ascesa: da circa il 15% delle specie della superfamiglia nel Cretaceo, a più del 60% nell’Olocene (Tucker, 2004). Un’analisi di dettaglio dell’andamento della biodiversità all’interno della famiglia oggetto di studio, evidenzia come la grande spinta evolutiva sia sostenuta essenzialmente dalle sottofamiglie Mangeliinae, Daphnellinae e Oenopotinae. Relativamente ai taxa trattati in questo volume: Clathurellinae sebbene nel Plio-Pleistocene sia il gruppo più diversificato, primato che durava dal Paleocene, negli ultimi 2 milioni di anni ha subito un drastico declino in termini di ricchezza tassonomica; la sottofamiglia Conorbinae, sulla quale disponiamo di dati solo dall’Eocene, è da allora in costante calo, mentre la sottofamiglia Taraninae è sempre stata caratterizzata da una bassa diversità tassonomica.
G. Della Bella, D. Scarponi (2006). I Molluschi marini del Plio-Pleistocene dell'Emilia-Romagna e Toscana. Superfamiglia Conoidea. Vol. 2 Conidae I. BOLOGNA : Regione Emilia Romagna.
I Molluschi marini del Plio-Pleistocene dell'Emilia-Romagna e Toscana. Superfamiglia Conoidea. Vol. 2 Conidae I
SCARPONI, DANIELE
2006
Abstract
CONIDAE, IL GRANDE SUCCESSO DEI PICCOLI PREDATORI All’interno del phylum Mollusca, la famiglia Conidae costituisce uno dei taxon più diversificati e con ampia distribuzione geografica. Essa è presente in quasi tutti i biotopi marini con una ricchezza specifica, rispetto agli altri membri della superfamiglia Conoidea, molto elevata (dal 40%-45% in Africa occidentale ad oltre l’80% in Europa; Tucker, 2004). Tale diversificazione è testimonianza di un grande successo evolutivo che sembra correlabile all’efficiente apparato radulare (Taylor et al., 1993). La maggior parte delle specie, infatti, immobilizza le prede con sostanze neurotossiche iniettate per mezzo di un dente radulare modificato in dardo e collegato ad una ghiandola velenifera. L’andamento della biodiversità all’interno della superfamiglia Conoidea negli ultimi 60 milioni di anni, sembra aver premiato la famiglia Conidae rispetto a Turridae che appare in deciso declino. La prima, al contrario, è in costante ascesa: da circa il 15% delle specie della superfamiglia nel Cretaceo, a più del 60% nell’Olocene (Tucker, 2004). Un’analisi di dettaglio dell’andamento della biodiversità all’interno della famiglia oggetto di studio, evidenzia come la grande spinta evolutiva sia sostenuta essenzialmente dalle sottofamiglie Mangeliinae, Daphnellinae e Oenopotinae. Relativamente ai taxa trattati in questo volume: Clathurellinae sebbene nel Plio-Pleistocene sia il gruppo più diversificato, primato che durava dal Paleocene, negli ultimi 2 milioni di anni ha subito un drastico declino in termini di ricchezza tassonomica; la sottofamiglia Conorbinae, sulla quale disponiamo di dati solo dall’Eocene, è da allora in costante calo, mentre la sottofamiglia Taraninae è sempre stata caratterizzata da una bassa diversità tassonomica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.