La tesi difesa dal contributo è la seguente. Una migliore armonizzazione delle conoscenze di fondi ed aiuti per lo sviluppo dell'Appennino, così come l’appropriato coordinamento delle iniziative in merito saranno facilitate dall’impiego appropriato delle reti di comunicazione telematica, e in particolare tramite l’apertura di un Portale telematico per lo sviluppo della Montagna reggiana. Anche nel Reggiano esistono già alcune esperienze nel campo della comunicazione con le nuove tecnologie. Il Sistema informativo regionale per il Turista, progettato e coordinato dal Servizio Turismo e Qualità Aree Turistiche della Regione Emilia-Romagna, rappresenta un sistema unico nel suo genere (al 2003) nel nostro Paese per la mole delle informazioni presenti, per l'ampiezza dei territori cui si riferiscono e per il suo modello organizzativo. Il sistema si basa, infatti, su 19 redazioni locali, che operano in autonomia per valorizzare il proprio territorio attraversi siti locali che consentono di mettere a disposizione una grossa mola di dati turistici omogenei e aggiornati. Occorre però dire che la qualità delle realizzazioni reggiane è bassa e che i siti realizzati –a parte quello del Parco del Gigante – appaiono di scarsa capacità comunicativa e poveri di informazione , o addirittura impediscono l’accesso al navigante non provvisto di password. Al contrario, altre province emiliane (al 2003) hanno impiegato questo Sistema informativo in maniera accorta. L’Appennino bolognese presenta un sito ben strutturato con una banca dati turistica di facile accessibilità e ricca di informazioni . Il sito dell’Appennino modenese si caratterizza per una grafica accurata e per una scelta facile dei contenuti, perché orientata da una mappa del territorio . A loro volta l’Appennino parmense e quello piacentino, oltre all’inserimento positivo nel Sistema informativo regionale, possono contare sul sostegno allo sviluppo offerto dalla Soprip, un organismo privato-pubblico che comprende 27 comuni e che rivolge una particolare attenzione alla montagna. Ne fanno parte, oltre a questi comuni, la Provincia di Parma, le Comunità montane, le principali associazioni imprenditoriali nelle loro componenti «direttamente produttive», la Camera di Commercio, le banche principali e le Fondazioni bancarie del Parmense. Numerosi sono i progetti sviluppati dalla Soprip, dei quali il più importante è certo il Il Patto Territoriale dell’Appennino parmense. Esso rappresenta l’ultima delle esperienze che in Provincia di Parma sono state avviate per favorire politiche di riequilibrio territoriale tra le aree “depresse” di montagna e quelle “sviluppate” di pianura . Pure nell’Appennino bolognese (al 2003) la Fondazione Carisbo ha realizzato iniziative finalizzate alla promozione del territorio montano , il quale valorizza proprio le scuole di 4 comuni montani al fine di diffondere l’impiego delle nuove tecnologie tra la popolazione. Si potrebbero fare altri esempi di iniziative volte ad agevolare il superamento delle difficoltà di collegamento tra le genti di Montagna tramite le nuove tecnologie della comunicazione, ma penso che questi esempi, vicini all’Appennino reggiano, siano sufficienti a mostrare l’utilità e la praticabilità di una tale via. Al tempo stesso, non basta offrire informazioni: occorre creare comunicazione, ovvero persuadere la gente che è possibile raggiungere obiettivi qualificati impiegando le risorse esistenti, nel quadro degli aiuti pubblici allo sviluppo della Montagna, sia italiani (aiuti provinciali e regionali, Fondo nazionale per la Montagna), sia europei (Gal–Gruppi di azione locale e Pal–Piani di azione locale). Creare comunicazione persuasiva, suscitare entusiasmo di iniziative facendo leva sullo spirito di comunità ancora forte tra le genti di Montagna, può essere possibile –specie tra i giovani– ricorrendo ai nuovi punti di aggregazione telematici. Penso che ciò sarebbe possibile istituendo un Portale telematico per lo sviluppo della Mo...

Martelli S. (2004). Le trasformazioni sociali e culturali della montagna interpellano la Chiesa. FELINA (RE) : Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla.

Le trasformazioni sociali e culturali della montagna interpellano la Chiesa

MARTELLI, STEFANO
2004

Abstract

La tesi difesa dal contributo è la seguente. Una migliore armonizzazione delle conoscenze di fondi ed aiuti per lo sviluppo dell'Appennino, così come l’appropriato coordinamento delle iniziative in merito saranno facilitate dall’impiego appropriato delle reti di comunicazione telematica, e in particolare tramite l’apertura di un Portale telematico per lo sviluppo della Montagna reggiana. Anche nel Reggiano esistono già alcune esperienze nel campo della comunicazione con le nuove tecnologie. Il Sistema informativo regionale per il Turista, progettato e coordinato dal Servizio Turismo e Qualità Aree Turistiche della Regione Emilia-Romagna, rappresenta un sistema unico nel suo genere (al 2003) nel nostro Paese per la mole delle informazioni presenti, per l'ampiezza dei territori cui si riferiscono e per il suo modello organizzativo. Il sistema si basa, infatti, su 19 redazioni locali, che operano in autonomia per valorizzare il proprio territorio attraversi siti locali che consentono di mettere a disposizione una grossa mola di dati turistici omogenei e aggiornati. Occorre però dire che la qualità delle realizzazioni reggiane è bassa e che i siti realizzati –a parte quello del Parco del Gigante – appaiono di scarsa capacità comunicativa e poveri di informazione , o addirittura impediscono l’accesso al navigante non provvisto di password. Al contrario, altre province emiliane (al 2003) hanno impiegato questo Sistema informativo in maniera accorta. L’Appennino bolognese presenta un sito ben strutturato con una banca dati turistica di facile accessibilità e ricca di informazioni . Il sito dell’Appennino modenese si caratterizza per una grafica accurata e per una scelta facile dei contenuti, perché orientata da una mappa del territorio . A loro volta l’Appennino parmense e quello piacentino, oltre all’inserimento positivo nel Sistema informativo regionale, possono contare sul sostegno allo sviluppo offerto dalla Soprip, un organismo privato-pubblico che comprende 27 comuni e che rivolge una particolare attenzione alla montagna. Ne fanno parte, oltre a questi comuni, la Provincia di Parma, le Comunità montane, le principali associazioni imprenditoriali nelle loro componenti «direttamente produttive», la Camera di Commercio, le banche principali e le Fondazioni bancarie del Parmense. Numerosi sono i progetti sviluppati dalla Soprip, dei quali il più importante è certo il Il Patto Territoriale dell’Appennino parmense. Esso rappresenta l’ultima delle esperienze che in Provincia di Parma sono state avviate per favorire politiche di riequilibrio territoriale tra le aree “depresse” di montagna e quelle “sviluppate” di pianura . Pure nell’Appennino bolognese (al 2003) la Fondazione Carisbo ha realizzato iniziative finalizzate alla promozione del territorio montano , il quale valorizza proprio le scuole di 4 comuni montani al fine di diffondere l’impiego delle nuove tecnologie tra la popolazione. Si potrebbero fare altri esempi di iniziative volte ad agevolare il superamento delle difficoltà di collegamento tra le genti di Montagna tramite le nuove tecnologie della comunicazione, ma penso che questi esempi, vicini all’Appennino reggiano, siano sufficienti a mostrare l’utilità e la praticabilità di una tale via. Al tempo stesso, non basta offrire informazioni: occorre creare comunicazione, ovvero persuadere la gente che è possibile raggiungere obiettivi qualificati impiegando le risorse esistenti, nel quadro degli aiuti pubblici allo sviluppo della Montagna, sia italiani (aiuti provinciali e regionali, Fondo nazionale per la Montagna), sia europei (Gal–Gruppi di azione locale e Pal–Piani di azione locale). Creare comunicazione persuasiva, suscitare entusiasmo di iniziative facendo leva sullo spirito di comunità ancora forte tra le genti di Montagna, può essere possibile –specie tra i giovani– ricorrendo ai nuovi punti di aggregazione telematici. Penso che ciò sarebbe possibile istituendo un Portale telematico per lo sviluppo della Mo...
2004
Vivere in montagna si può?
237
259
Martelli S. (2004). Le trasformazioni sociali e culturali della montagna interpellano la Chiesa. FELINA (RE) : Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla.
Martelli S.
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