Il tema del saggio è costituito dalla relazione tra architettura e città nell’esperienza di costruzione e di riforma dei Grands Ensembles in Francia, dalla metà degli anni Cinquanta agli anni 2000. L’articolo mette in evidenza la ricerca complessa che attraversa i primi decenni della ricostruzione postbellica francese sul tema della composizione dello spazio della città. Concepito come una superficie unitaria collettiva, lo spazio urbano viene articolato nelle innumerevoli varianti della composizione di volumi solitari appoggiati al suolo affrancati dagli obblighi dell’allineamento stradale. In questa esperienza si possono riconoscere alcuni modi ricorrenti, fondati sul primato dell'impianto ortogonale; sulla centralità dello spazio collettivo attorno al quale si articolano sequenze di edifici in linea; sull’evidenza del grande gesto architettonico, ovvero del volume unitario ed autosufficiente in esplicito riferimento alla lezione di Le Corbusier. All’analisi delle questioni di composizione urbana proprie dell’esperienza francese segue la documentazione per ampie sintesi della questione, anch’essa pluridecennale, della trasformazione urbana e architettonica di questi quartieri. Attraverso la presentazione di progetti contemporanei, l’articolo documenta le strategie principali: dalla demolizione fino agli interventi sulle qualità dello spazio pubblico, sulla struttura fondiaria, sui dispositivi di relazione con l'intorno urbano, sulla trasformazione del tessuto e sul “remodelage” architettonico degli edifici.
V. Balducci (2006). L’architettura dei Grands Ensembles: dalla tabula rasa verso la riconquista della città. PARMA : Festival Architettura Edizioni.
L’architettura dei Grands Ensembles: dalla tabula rasa verso la riconquista della città
BALDUCCI, VALTER
2006
Abstract
Il tema del saggio è costituito dalla relazione tra architettura e città nell’esperienza di costruzione e di riforma dei Grands Ensembles in Francia, dalla metà degli anni Cinquanta agli anni 2000. L’articolo mette in evidenza la ricerca complessa che attraversa i primi decenni della ricostruzione postbellica francese sul tema della composizione dello spazio della città. Concepito come una superficie unitaria collettiva, lo spazio urbano viene articolato nelle innumerevoli varianti della composizione di volumi solitari appoggiati al suolo affrancati dagli obblighi dell’allineamento stradale. In questa esperienza si possono riconoscere alcuni modi ricorrenti, fondati sul primato dell'impianto ortogonale; sulla centralità dello spazio collettivo attorno al quale si articolano sequenze di edifici in linea; sull’evidenza del grande gesto architettonico, ovvero del volume unitario ed autosufficiente in esplicito riferimento alla lezione di Le Corbusier. All’analisi delle questioni di composizione urbana proprie dell’esperienza francese segue la documentazione per ampie sintesi della questione, anch’essa pluridecennale, della trasformazione urbana e architettonica di questi quartieri. Attraverso la presentazione di progetti contemporanei, l’articolo documenta le strategie principali: dalla demolizione fino agli interventi sulle qualità dello spazio pubblico, sulla struttura fondiaria, sui dispositivi di relazione con l'intorno urbano, sulla trasformazione del tessuto e sul “remodelage” architettonico degli edifici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


