Il saggio documenta le vicende della ricostruzione ed espansione delle città francesi durante i “Trente Glorieuses” - così in Francia vengono denominati gli anni “eroici” della ricostruzione seguita alla seconda guerra mondiale e del boom economico, fino alla prima crisi petrolifera degli anni Settanta del Novecento - con particolare riferimento al ruolo politico e tecnico svolto dallo Stato. La Francia è infatti, fra i paesi europei di tradizione liberale, quello in cui la ricostruzione post-bellica, e la successiva fase di espansione delle città, sono state controllate e gestite nel modo più generalizzato e diretto dall’autorità pubblica, ponendo costantemente la questione dell’alloggio e la regolazione delle politiche urbane fra le priorità del governo nazionale. Questa scelta di campo in favore di una “urbanistica di Stato” si esplicita nell’imposizione, sulla duplice “tabula rasa” offerta dalle distruzioni belliche e dai territori di espansione, di una nuova città moderna – caratterizzata da minore densità, ampi spazi collettivi ed alloggi adeguati alle esigenze di vita di una popolazione in gran parte giovane – e corrisponde alla tensione a costruire, anche fisicamente, la modernizzazione del paese. Questa nuova ideologia urbana, nel paese in cui la Carta d’Atene è diventata dottrina dello Stato, trova nella diffusione generalizzata dei “Grands Ensembles” d’abitazione il proprio strumento privilegiato di affermazione. Il saggio ripercorre la parabola dei “Grands Ensembles”, dalla loro introduzione all’inizio degli anni Cinquanta del Novecento all’esaurimento di questa esperienza, sancito ufficialmente dalla Circolare Ministeriale n. 73 del 1973, sottolineando lo specifico apporto della cultura e della tecnica urbanistica alla concezione ed alla realizzazione delle vaste “cités” che oggi costituiscono in buona parte le aree “sensibili” nelle “banlieues” francesi.
V. Orioli (2006). I Grands Ensembles e l'urbanistica della ricostruzione in Francia. PARMA : Festival Architettura Edizioni.
I Grands Ensembles e l'urbanistica della ricostruzione in Francia
ORIOLI, VALENTINA
2006
Abstract
Il saggio documenta le vicende della ricostruzione ed espansione delle città francesi durante i “Trente Glorieuses” - così in Francia vengono denominati gli anni “eroici” della ricostruzione seguita alla seconda guerra mondiale e del boom economico, fino alla prima crisi petrolifera degli anni Settanta del Novecento - con particolare riferimento al ruolo politico e tecnico svolto dallo Stato. La Francia è infatti, fra i paesi europei di tradizione liberale, quello in cui la ricostruzione post-bellica, e la successiva fase di espansione delle città, sono state controllate e gestite nel modo più generalizzato e diretto dall’autorità pubblica, ponendo costantemente la questione dell’alloggio e la regolazione delle politiche urbane fra le priorità del governo nazionale. Questa scelta di campo in favore di una “urbanistica di Stato” si esplicita nell’imposizione, sulla duplice “tabula rasa” offerta dalle distruzioni belliche e dai territori di espansione, di una nuova città moderna – caratterizzata da minore densità, ampi spazi collettivi ed alloggi adeguati alle esigenze di vita di una popolazione in gran parte giovane – e corrisponde alla tensione a costruire, anche fisicamente, la modernizzazione del paese. Questa nuova ideologia urbana, nel paese in cui la Carta d’Atene è diventata dottrina dello Stato, trova nella diffusione generalizzata dei “Grands Ensembles” d’abitazione il proprio strumento privilegiato di affermazione. Il saggio ripercorre la parabola dei “Grands Ensembles”, dalla loro introduzione all’inizio degli anni Cinquanta del Novecento all’esaurimento di questa esperienza, sancito ufficialmente dalla Circolare Ministeriale n. 73 del 1973, sottolineando lo specifico apporto della cultura e della tecnica urbanistica alla concezione ed alla realizzazione delle vaste “cités” che oggi costituiscono in buona parte le aree “sensibili” nelle “banlieues” francesi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.