Tra la fine del Rinascimento e gli inizi dell’età Barocca, nella seconda metà del XVI secolo, il complesso monastico di Cairate subì notevoli trasformazioni, evidenziate anche dagli scavi condotti tra il 1979 e il 2012. Il materiale che prenderemo in esame in questo contributo appartiene proprio a queste fasi e alle seguenti stratificazioni che hanno caratterizzato l’insediamento in seguito alla sua soppressione (1761). Una relazione preliminare del vasellame da mensa è stata presentata di recente , ma in questa sede abbiamo l’occasione di mostrare il repertorio completo di tutto il vasellame rinvenuto negli scavi e che doveva costituire il corredo monastico di cui disponevano le monache oltre che i servizi da cucina e il vasellame a scopi decorativi dei cortili e degli altri spazi aperti. Molti dei materiali descritti di seguito provengono dagli strati associati alle trasformazioni che subì il complesso monastico nell’area settentrionale dove si concentravano le attività funzionali alla vita del Monastero, in seguito all’unificazione col monastero di San Pancrazio di Villadossosia che comportò consistenti e radicali modifiche. L’accorpamento avvenne in seguito a un accordo stipulato nel 1479 fra Eugenia da Cairate, badessa a San Pancrazio e Antonia da Cairate badessa a Cairate, entrambe della famiglia Cairati. L’11 maggio 1481 risulta concessa l’unione tra i due monasteri e circa un anno dopo, nel 1482 a suffragare l’unione viene affrescata la piccola abside della navata settentrionale della chiesa, ai lati della Madonna con Bambino in trono sono raffigurate le sante Agata e Maria Maddalena, sui pilastri S.Pancrazio e S. Caterina d’Alessandria . Sono da ricondurre a questo arco di anni l’ampliamento e la risistemazione del chiostro in forme rinascimentali, la divisione della chiesa e la costruzione del suo campanile. La chiesa romanica viene divisa in due parti. La porzione a est, destinata alle monache verrà d’ora in poi definita nei documenti “ interna”; l’altra porzione ancora articolati in tre navate, definita “esterna”, sarà invece in uso dalla popolazione di Cairate. Sul setto divisorio fra le due chiesa nel 1561 Aurelio Luini affresca il ciclo dell’Assunta. Per i secoli successivi non si registrano significativi cambiamenti edilizi. Sono invece molti i documenti, insieme alle stoviglie che verranno presentate, a illustrare momenti e aspetti della cultura materiale della comunità monastica femminile di Cairate che, ricca e importante ancora per tutto il Cinquecento e Seicento. In questo contributo cercheremo di definire le caratteristiche del vasellame da mensa e dei servizi da cucina rinvenuti nel monastero nei momenti salienti della sua storia post-medievale.
Enrico Cirelli (2014). VASELLAME DA MENSA E SERVIZI DA CUCINA DEL MONASTERO DI CAIRATE TRA RINASCIMENTO E PRIMA ETÀ INDUSTRIALE. Mantova : SAP Società Archeologica s.r.l..
VASELLAME DA MENSA E SERVIZI DA CUCINA DEL MONASTERO DI CAIRATE TRA RINASCIMENTO E PRIMA ETÀ INDUSTRIALE
CIRELLI, ENRICO
2014
Abstract
Tra la fine del Rinascimento e gli inizi dell’età Barocca, nella seconda metà del XVI secolo, il complesso monastico di Cairate subì notevoli trasformazioni, evidenziate anche dagli scavi condotti tra il 1979 e il 2012. Il materiale che prenderemo in esame in questo contributo appartiene proprio a queste fasi e alle seguenti stratificazioni che hanno caratterizzato l’insediamento in seguito alla sua soppressione (1761). Una relazione preliminare del vasellame da mensa è stata presentata di recente , ma in questa sede abbiamo l’occasione di mostrare il repertorio completo di tutto il vasellame rinvenuto negli scavi e che doveva costituire il corredo monastico di cui disponevano le monache oltre che i servizi da cucina e il vasellame a scopi decorativi dei cortili e degli altri spazi aperti. Molti dei materiali descritti di seguito provengono dagli strati associati alle trasformazioni che subì il complesso monastico nell’area settentrionale dove si concentravano le attività funzionali alla vita del Monastero, in seguito all’unificazione col monastero di San Pancrazio di Villadossosia che comportò consistenti e radicali modifiche. L’accorpamento avvenne in seguito a un accordo stipulato nel 1479 fra Eugenia da Cairate, badessa a San Pancrazio e Antonia da Cairate badessa a Cairate, entrambe della famiglia Cairati. L’11 maggio 1481 risulta concessa l’unione tra i due monasteri e circa un anno dopo, nel 1482 a suffragare l’unione viene affrescata la piccola abside della navata settentrionale della chiesa, ai lati della Madonna con Bambino in trono sono raffigurate le sante Agata e Maria Maddalena, sui pilastri S.Pancrazio e S. Caterina d’Alessandria . Sono da ricondurre a questo arco di anni l’ampliamento e la risistemazione del chiostro in forme rinascimentali, la divisione della chiesa e la costruzione del suo campanile. La chiesa romanica viene divisa in due parti. La porzione a est, destinata alle monache verrà d’ora in poi definita nei documenti “ interna”; l’altra porzione ancora articolati in tre navate, definita “esterna”, sarà invece in uso dalla popolazione di Cairate. Sul setto divisorio fra le due chiesa nel 1561 Aurelio Luini affresca il ciclo dell’Assunta. Per i secoli successivi non si registrano significativi cambiamenti edilizi. Sono invece molti i documenti, insieme alle stoviglie che verranno presentate, a illustrare momenti e aspetti della cultura materiale della comunità monastica femminile di Cairate che, ricca e importante ancora per tutto il Cinquecento e Seicento. In questo contributo cercheremo di definire le caratteristiche del vasellame da mensa e dei servizi da cucina rinvenuti nel monastero nei momenti salienti della sua storia post-medievale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.