Le concezioni sciamaniche di matrice siberiana esercitano una sensibile influenza sull’arte russa contemporanea. Già i pittori russi d’avanguardia, come, ad esempio, Pavel Filonov (1883-1941), si ispiravano alla simbologia del sistema sciamanico di credenze. D’altra parte, i primi pittori russi a ispirarsi al Kalevala furono proprio i rappresentanti della Scuola di Pavel Filonov, che illustrarono un’edizione in russo dell’epopea nazionale finlandese, uscita a Mosca nel 1933. Gli artisti di quella Scuola reinterpretarono la realtà mitica facendola rivivere in immagini che appaiono spesso come vere e proprie affabulazioni visive, in cui la concezione sciamanica della natura, che sempre si rinnova, e degli animali totemici costituisce un motivo ricorrente. Trovano eloquente espressione in quelle illustrazioni anche le concezioni sciamaniche della sofferenza iniziatica come fonte di creazione, dell’aldilà come luogo di “passaggio”, della reincarnazione. Ai nostri tempi, diversi artisti della Russia post-sovietica mostrano un notevole interesse per i dati etnografici, ereditato dalle avanguardie del primo Novecento, e coniugato con il recupero della tradizione intesa come espressione dell’identità culturale. Le loro opere valorizzano la cultura della provincia, a lungo ignorata, differenziandosi dalle forme d’arte contemporanee che manifestano auto-decostruzione dei “miti” nazionali e ironia postmoderna.
Carla, C.M. (2014). Uno sciamano-artista. L’influenza della tradizione sciamanica sull’arte russa. Roma : ARACNE editrice Srl.
Uno sciamano-artista. L’influenza della tradizione sciamanica sull’arte russa
CORRADI, CARLA
2014
Abstract
Le concezioni sciamaniche di matrice siberiana esercitano una sensibile influenza sull’arte russa contemporanea. Già i pittori russi d’avanguardia, come, ad esempio, Pavel Filonov (1883-1941), si ispiravano alla simbologia del sistema sciamanico di credenze. D’altra parte, i primi pittori russi a ispirarsi al Kalevala furono proprio i rappresentanti della Scuola di Pavel Filonov, che illustrarono un’edizione in russo dell’epopea nazionale finlandese, uscita a Mosca nel 1933. Gli artisti di quella Scuola reinterpretarono la realtà mitica facendola rivivere in immagini che appaiono spesso come vere e proprie affabulazioni visive, in cui la concezione sciamanica della natura, che sempre si rinnova, e degli animali totemici costituisce un motivo ricorrente. Trovano eloquente espressione in quelle illustrazioni anche le concezioni sciamaniche della sofferenza iniziatica come fonte di creazione, dell’aldilà come luogo di “passaggio”, della reincarnazione. Ai nostri tempi, diversi artisti della Russia post-sovietica mostrano un notevole interesse per i dati etnografici, ereditato dalle avanguardie del primo Novecento, e coniugato con il recupero della tradizione intesa come espressione dell’identità culturale. Le loro opere valorizzano la cultura della provincia, a lungo ignorata, differenziandosi dalle forme d’arte contemporanee che manifestano auto-decostruzione dei “miti” nazionali e ironia postmoderna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.