Due fenomeni contrastanti e concomitanti si sono verificati nell’Appennino dagli anni ’50 ad oggi: da un lato l’esodo degli abitanti verso le città e la pianura, dall’altra la diffusione della meccanizzazione agricola. Le conseguenze sono evidenti soprattutto a livello di uso del suolo: l’abbandono dei terreni meno produttivi e più impervi è accompagnato all’estensivazione, introdotta dalla meccanizzazione. L’agricoltura, fino agli anni ’50, era praticata con mezzi che interessavano il suolo “in superficie”, inoltre erano eseguite sistematicamente le opere di regimazione delle acque. Tuttavia, l’apparente sostenibilità dell’uso del suolo risulta spesso in contrasto con la documentazione dell’epoca, che testimonia un grave dissesto idrogeologico, in aree intrinsecamente fragili. Questa situazione critica è confermata anche dalla realizzazione, a partire dai primi anni del 1900, di importanti e diffusi interventi di regimazione idraulica negli alvei torrentizi e di sistemazioni idraulico forestali sui versanti, oltre che da iniziative di tipo “politico-legislativo”. Nel presente lavoro si riporta un caso emblematico di studio: il Rio Maggiore nel bacino montano del fiume Reno, dove, a partire dall’inizio del 1900, sono state realizzate, in un periodo di circa 50 anni, intense opere di sistemazione idraulico-forestale sia negli alvei che sui versanti. Le immagini aeree attuali ci mostrano la copertura vegetale costituita in gran parte da prati stabili, arbusteti in evoluzione, formazioni boschive e seminativi, sebbene i versanti siano tuttora interessati da movimenti di massa, conseguenza della fragilità intrinseca del territorio, più che da un insufficiente regimazione idraulico forestale. L’erosione del suolo è limitata alle pendici del basso Appennino, dove l’agricoltura trova ancora riscontro economico. Gli alvei torrentizi sono sostanzialmente in equilibrio, dimostrando quindi il successo degli interventi effettuati, sennonché gran parte delle opere realizzate, richiedono interventi manutentori più o meno urgenti ed estesi.  

Uso del suolo e sistemazioni idraulico-forestali nell’alta valle del Reno: cento anni di trasformazioni ed interventi / D. Pavanelli; C. Cavazza; A. Bigi; M. Rigotti. - STAMPA. - (2006), pp. 489-502. (Intervento presentato al convegno "Le sistemazioni idraulico-forestali per la difesa del territorio" tenutosi a Saint Vincent, AOSTA, ORGANIZZATO DA UNIV. DI PADOVA, ASSOCIAZIONE ITALIANA DI IDRONOMIA, REGIONE VALLE D'AOSTA nel 27 Ottobre 2006).

Uso del suolo e sistemazioni idraulico-forestali nell’alta valle del Reno: cento anni di trasformazioni ed interventi

PAVANELLI, DONATELLA;CAVAZZA, CLAUDIO;BIGI, ALESSANDRO;RIGOTTI, MARCO
2006

Abstract

Due fenomeni contrastanti e concomitanti si sono verificati nell’Appennino dagli anni ’50 ad oggi: da un lato l’esodo degli abitanti verso le città e la pianura, dall’altra la diffusione della meccanizzazione agricola. Le conseguenze sono evidenti soprattutto a livello di uso del suolo: l’abbandono dei terreni meno produttivi e più impervi è accompagnato all’estensivazione, introdotta dalla meccanizzazione. L’agricoltura, fino agli anni ’50, era praticata con mezzi che interessavano il suolo “in superficie”, inoltre erano eseguite sistematicamente le opere di regimazione delle acque. Tuttavia, l’apparente sostenibilità dell’uso del suolo risulta spesso in contrasto con la documentazione dell’epoca, che testimonia un grave dissesto idrogeologico, in aree intrinsecamente fragili. Questa situazione critica è confermata anche dalla realizzazione, a partire dai primi anni del 1900, di importanti e diffusi interventi di regimazione idraulica negli alvei torrentizi e di sistemazioni idraulico forestali sui versanti, oltre che da iniziative di tipo “politico-legislativo”. Nel presente lavoro si riporta un caso emblematico di studio: il Rio Maggiore nel bacino montano del fiume Reno, dove, a partire dall’inizio del 1900, sono state realizzate, in un periodo di circa 50 anni, intense opere di sistemazione idraulico-forestale sia negli alvei che sui versanti. Le immagini aeree attuali ci mostrano la copertura vegetale costituita in gran parte da prati stabili, arbusteti in evoluzione, formazioni boschive e seminativi, sebbene i versanti siano tuttora interessati da movimenti di massa, conseguenza della fragilità intrinseca del territorio, più che da un insufficiente regimazione idraulico forestale. L’erosione del suolo è limitata alle pendici del basso Appennino, dove l’agricoltura trova ancora riscontro economico. Gli alvei torrentizi sono sostanzialmente in equilibrio, dimostrando quindi il successo degli interventi effettuati, sennonché gran parte delle opere realizzate, richiedono interventi manutentori più o meno urgenti ed estesi.  
2006
"Le sistemazioni idraulico-forestali per la difesa del territorio" Quaderni di idronomia montana,
489
502
Uso del suolo e sistemazioni idraulico-forestali nell’alta valle del Reno: cento anni di trasformazioni ed interventi / D. Pavanelli; C. Cavazza; A. Bigi; M. Rigotti. - STAMPA. - (2006), pp. 489-502. (Intervento presentato al convegno "Le sistemazioni idraulico-forestali per la difesa del territorio" tenutosi a Saint Vincent, AOSTA, ORGANIZZATO DA UNIV. DI PADOVA, ASSOCIAZIONE ITALIANA DI IDRONOMIA, REGIONE VALLE D'AOSTA nel 27 Ottobre 2006).
D. Pavanelli; C. Cavazza; A. Bigi; M. Rigotti
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/33273
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact