Scopo di questo lavoro è quello di determinare la suscettività al dissesto di un territorio utilizzando le banche dati e le informazioni normalmente disponibili alle amministrazioni. La pericolosità a franare è definita come la probabilità che un evento franoso si verifichi in un determinato intervallo temporale. La suscettività al dissesto indica invece la propensione all’instabilità dei versanti calcolata sulla base di giudizi qualitativi, mancando in questo caso un riferimento temporale. In uno studio di tipo statistico, che si avvale dei sistemi informativi geografici, è necessario utilizzare le informazioni che si rendono disponibili, ma che non sempre corrispondono a ciò che è richiesto per una corretta determinazione dell’instabilità dei versanti. L’uso dei GIS e del trattamento statistico dei dati, ha permesso di sviluppare metodologie atte a determinare la propensione al dissesto. I fattori che influenzano la stabilità dei versanti sono: le caratteristiche litologiche del substrato, la copertura vegetale, la morfologia e l’umidità del suolo. La copertura vegetale agisce in maniera positiva tramite l’opera di intercettazione della pioggia da parte degli apparati fogliari, determinando una diminuzione della quantità d’acqua che giunge al terreno, inoltre le radici, oltre a rinforzare il suolo, incrementano la scabrosità e la permeabilità del terreno facilitando l’infiltrazione delle acque. L’umidità del suolo agisce sulla pressione interstiziale all’interno dei suoli, in più comporta una diminuzione della resistenza al taglio, e lubrifica le superfici preferenziali di scivolamento quali fratture e giunti di stratificazione. Le caratteristiche litologiche sono quelle più difficilmente trasferibili in un Sistema Informativo Geografico, in particolare il grado di fratturazione e di cementazione delle rocce, oppure la giacitura degli strati sono difficilmente estrapolabili arealmente. I fattori di cui si è tenuto conto e che si pensa possano influenzare la stabilità dei versanti sono molteplici, alcuni provengono da rilievi diretti in campagna e dalla fotointerpretazione, altri sono ricavati dal modello digitale altimetrico. Nel complesso i risultati ottenuti dimostrano come l’approccio metodologico sia valido, pur con una leggera sovrastima delle aree aventi maggiore suscettività al dissesto.

L'uso dei GIS nella determinazione e rappresentazione della suscettività al dissesto / G. Giorgi. - STAMPA. - (2006), pp. 1-6. (Intervento presentato al convegno X Conf. Naz. ASITA tenutosi a Bolzano nel 14-17 Novembre 2006).

L'uso dei GIS nella determinazione e rappresentazione della suscettività al dissesto

GIORGI, GABRIELE
2006

Abstract

Scopo di questo lavoro è quello di determinare la suscettività al dissesto di un territorio utilizzando le banche dati e le informazioni normalmente disponibili alle amministrazioni. La pericolosità a franare è definita come la probabilità che un evento franoso si verifichi in un determinato intervallo temporale. La suscettività al dissesto indica invece la propensione all’instabilità dei versanti calcolata sulla base di giudizi qualitativi, mancando in questo caso un riferimento temporale. In uno studio di tipo statistico, che si avvale dei sistemi informativi geografici, è necessario utilizzare le informazioni che si rendono disponibili, ma che non sempre corrispondono a ciò che è richiesto per una corretta determinazione dell’instabilità dei versanti. L’uso dei GIS e del trattamento statistico dei dati, ha permesso di sviluppare metodologie atte a determinare la propensione al dissesto. I fattori che influenzano la stabilità dei versanti sono: le caratteristiche litologiche del substrato, la copertura vegetale, la morfologia e l’umidità del suolo. La copertura vegetale agisce in maniera positiva tramite l’opera di intercettazione della pioggia da parte degli apparati fogliari, determinando una diminuzione della quantità d’acqua che giunge al terreno, inoltre le radici, oltre a rinforzare il suolo, incrementano la scabrosità e la permeabilità del terreno facilitando l’infiltrazione delle acque. L’umidità del suolo agisce sulla pressione interstiziale all’interno dei suoli, in più comporta una diminuzione della resistenza al taglio, e lubrifica le superfici preferenziali di scivolamento quali fratture e giunti di stratificazione. Le caratteristiche litologiche sono quelle più difficilmente trasferibili in un Sistema Informativo Geografico, in particolare il grado di fratturazione e di cementazione delle rocce, oppure la giacitura degli strati sono difficilmente estrapolabili arealmente. I fattori di cui si è tenuto conto e che si pensa possano influenzare la stabilità dei versanti sono molteplici, alcuni provengono da rilievi diretti in campagna e dalla fotointerpretazione, altri sono ricavati dal modello digitale altimetrico. Nel complesso i risultati ottenuti dimostrano come l’approccio metodologico sia valido, pur con una leggera sovrastima delle aree aventi maggiore suscettività al dissesto.
2006
Atti X Conf. Naz. ASITA
1
6
L'uso dei GIS nella determinazione e rappresentazione della suscettività al dissesto / G. Giorgi. - STAMPA. - (2006), pp. 1-6. (Intervento presentato al convegno X Conf. Naz. ASITA tenutosi a Bolzano nel 14-17 Novembre 2006).
G. Giorgi
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