Nell'Ottobre del 1932 viene bandito il concorso nazionale per la progettazione della Sede del Consiglio Provinciale dell'Economia Corporativa di Pesaro. Al termine della selezione la commissione giudicatrice assegna il primo premio alla soluzione di Giulio Pediconi e Mario Pediconi; al secondo posto giungerà invece il progetto del duo Ridolfi-Fagiolo. La soluzione proposta da Pediconi-Paniconi esprime chiaramente la sua aderenza al lessico ufficiale delle opere pubbliche di regime; il dosaggio misurato ed equilibrato di partiti classici e moderni all'interno dell'ordine segnato dalla scansione ritmica delle bucature, conferisce infatti all'edificio un carattere architettonico rispondente alla duplice esigenza di soddisfare i requisiti di ordine funzionale connessi al ruolo di servizio pubblico e quelli relativi alla sua natura istituzionale. A questo binomio, che contiene un rimando diretto alle categorie della tradizione e della modernità corrisponde poi, in termini architettonici e costruttivi, l'impiego combinato di due prioritari sistemi di finitura della parete: la tessitura continua in cortina di mattoni e il rivestimento in lastre di travertino. In questo ambito l'interesse riservato alla lettura critica degli elaborati grafici d'epoca e la relativa rielaborazione degli stessi, ha consentito di ripercorrere i vari momenti che accompagnano il lungo iter progettuale della vicenda.
R. Gulli (2006). La vicenda costruttiva del Palazzo dell'Economia Corporativa di Pesaro (1932-36). URBINO : Quattroventi.
La vicenda costruttiva del Palazzo dell'Economia Corporativa di Pesaro (1932-36)
GULLI, RICCARDO
2006
Abstract
Nell'Ottobre del 1932 viene bandito il concorso nazionale per la progettazione della Sede del Consiglio Provinciale dell'Economia Corporativa di Pesaro. Al termine della selezione la commissione giudicatrice assegna il primo premio alla soluzione di Giulio Pediconi e Mario Pediconi; al secondo posto giungerà invece il progetto del duo Ridolfi-Fagiolo. La soluzione proposta da Pediconi-Paniconi esprime chiaramente la sua aderenza al lessico ufficiale delle opere pubbliche di regime; il dosaggio misurato ed equilibrato di partiti classici e moderni all'interno dell'ordine segnato dalla scansione ritmica delle bucature, conferisce infatti all'edificio un carattere architettonico rispondente alla duplice esigenza di soddisfare i requisiti di ordine funzionale connessi al ruolo di servizio pubblico e quelli relativi alla sua natura istituzionale. A questo binomio, che contiene un rimando diretto alle categorie della tradizione e della modernità corrisponde poi, in termini architettonici e costruttivi, l'impiego combinato di due prioritari sistemi di finitura della parete: la tessitura continua in cortina di mattoni e il rivestimento in lastre di travertino. In questo ambito l'interesse riservato alla lettura critica degli elaborati grafici d'epoca e la relativa rielaborazione degli stessi, ha consentito di ripercorrere i vari momenti che accompagnano il lungo iter progettuale della vicenda.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.