Vista l’architettura istituzionale del sistema politico italiano, gli elettori hanno sempre avuto l’opportunità di esprimere più di una preferenza in occasione delle consultazioni politiche: un voto per eleggere il Senato della Repubblica ed (almeno) un altro per eleggere la Camera dei deputati. Indipendentemente dai vari sistemi elettorali che si sono avvicendati nel corso degli anni, gli elettori italiani, dunque, si sono sempre trovati davanti a (come minimo) due schede elettorali, una per ciascuno dei due rami del parlamento. In altri termini, in Italia gli elettori hanno da sempre la facoltà di differenziare il proprio voto, votando, contemporaneamente, per un partito alla Camera e per uno diverso al Senato. Utilizzando i dati delle inchieste campionarie effettuate da Itanes in concomitanza delle elezioni politiche dal 1987 al 2008, questo lavoro presenta alcune analisi esplorative sul ricorso al voto differenziato in Italia. Quanto il voto degli elettori italiani si differenzia tra Camera e Senato? Quale uso si è fatto di questo strumento nel tempo? Nelle pagine successive si cercherà prima di rispondere a questi interrogativi preliminari. In seguito, esaminando alcuni rilevanti tratti socio-demografici dell’elettorato, si tenterà di individuare le categorie di elettori che si dimostrano più disponibili a differenziare il proprio voto. Infine, si analizzerà il fenomeno del voto differenziato mettendolo in relazione con gli incentivi offerti dai diversi sistemi elettorali che si sono avvicendanti nel corso degli anni presi in esame, e con le variazioni intervenute nelle caratteristiche e nella configurazione dell’offerta politica nel tempo.
Pinto L., Pedrazzani A. (2013). L'evoluzione del voto differenziato tra Camera e Senato, 1987-2008. Firenze : Società Italiana Studi Elettorali.
L'evoluzione del voto differenziato tra Camera e Senato, 1987-2008
PINTO, LUCA;PEDRAZZANI, ANDREA
2013
Abstract
Vista l’architettura istituzionale del sistema politico italiano, gli elettori hanno sempre avuto l’opportunità di esprimere più di una preferenza in occasione delle consultazioni politiche: un voto per eleggere il Senato della Repubblica ed (almeno) un altro per eleggere la Camera dei deputati. Indipendentemente dai vari sistemi elettorali che si sono avvicendati nel corso degli anni, gli elettori italiani, dunque, si sono sempre trovati davanti a (come minimo) due schede elettorali, una per ciascuno dei due rami del parlamento. In altri termini, in Italia gli elettori hanno da sempre la facoltà di differenziare il proprio voto, votando, contemporaneamente, per un partito alla Camera e per uno diverso al Senato. Utilizzando i dati delle inchieste campionarie effettuate da Itanes in concomitanza delle elezioni politiche dal 1987 al 2008, questo lavoro presenta alcune analisi esplorative sul ricorso al voto differenziato in Italia. Quanto il voto degli elettori italiani si differenzia tra Camera e Senato? Quale uso si è fatto di questo strumento nel tempo? Nelle pagine successive si cercherà prima di rispondere a questi interrogativi preliminari. In seguito, esaminando alcuni rilevanti tratti socio-demografici dell’elettorato, si tenterà di individuare le categorie di elettori che si dimostrano più disponibili a differenziare il proprio voto. Infine, si analizzerà il fenomeno del voto differenziato mettendolo in relazione con gli incentivi offerti dai diversi sistemi elettorali che si sono avvicendanti nel corso degli anni presi in esame, e con le variazioni intervenute nelle caratteristiche e nella configurazione dell’offerta politica nel tempo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.