La silloge Eternit® di Giovanni Nadiani è stata giudicata vincitrice, all’unanimità, della prima edizione del Premio nazionale di poesia in dialetto “Città di Ischitella - Pietro Giannone” da una qualificata giuria presieduta da Dante Della Terza e composta da Rino Caputo, Giuseppe Gaetano Castorina, Achille Serrao, Cosma Siani, Filippo Fiorentino, Vincenzo Luciani. “In Eternit® – secondo la motivazione della giuria – Nadiani dà vita ad un racconto, delineato per quanto possibile, in un discorso comunque ‘impuro’, dissociato, sguincio e perciò non del tutto ossequioso di regole, di grammatiche e sintassi ben assestate. Il suo testo evidenzia una riduzione del tasso di sperimentazione e un forte ricupero di semanticità. Vi si esalta una ‘componente aforistica’ e si ripropone una visione del mondo immobile e vuoto, in decadimento, in cui dominano lo ‘sbriciolarsi’, l’accartocciarsi, il grido, il vivere nel piattume ‘di mesi e giorni tutti uguali’; una visione dolorosa, radiograficamente dolorosa della realtà e della vita attraverso i gesti minimi, i tic e le inveterate false convinzioni e abitudini. In Eternit® (incline alla misura poematica) emerge per tutto, su tutto, un’aria di partecipata attesa, ché avvenga qualcosa, si riscatti perfino un poco di tanto disgregarsi, almeno in nome del ragionevole dubbio; un’attesa e un dubbio espressi prevalentemente dagli interrogativi disseminati nell’intera raccolta. Ma di là dal cauto desiderio palingenetico, verso il quale tuttavia Nadiani non sembra forzare la mano, resta un costante sonoro polifonico impiego di lingua, unico nel panorama della poesia contemporanea.”
Nadiani G. (2004). Eternit. ROMA : Cofine.
Eternit
NADIANI, GIOVANNI
2004
Abstract
La silloge Eternit® di Giovanni Nadiani è stata giudicata vincitrice, all’unanimità, della prima edizione del Premio nazionale di poesia in dialetto “Città di Ischitella - Pietro Giannone” da una qualificata giuria presieduta da Dante Della Terza e composta da Rino Caputo, Giuseppe Gaetano Castorina, Achille Serrao, Cosma Siani, Filippo Fiorentino, Vincenzo Luciani. “In Eternit® – secondo la motivazione della giuria – Nadiani dà vita ad un racconto, delineato per quanto possibile, in un discorso comunque ‘impuro’, dissociato, sguincio e perciò non del tutto ossequioso di regole, di grammatiche e sintassi ben assestate. Il suo testo evidenzia una riduzione del tasso di sperimentazione e un forte ricupero di semanticità. Vi si esalta una ‘componente aforistica’ e si ripropone una visione del mondo immobile e vuoto, in decadimento, in cui dominano lo ‘sbriciolarsi’, l’accartocciarsi, il grido, il vivere nel piattume ‘di mesi e giorni tutti uguali’; una visione dolorosa, radiograficamente dolorosa della realtà e della vita attraverso i gesti minimi, i tic e le inveterate false convinzioni e abitudini. In Eternit® (incline alla misura poematica) emerge per tutto, su tutto, un’aria di partecipata attesa, ché avvenga qualcosa, si riscatti perfino un poco di tanto disgregarsi, almeno in nome del ragionevole dubbio; un’attesa e un dubbio espressi prevalentemente dagli interrogativi disseminati nell’intera raccolta. Ma di là dal cauto desiderio palingenetico, verso il quale tuttavia Nadiani non sembra forzare la mano, resta un costante sonoro polifonico impiego di lingua, unico nel panorama della poesia contemporanea.”I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.