“Il caso D’Annunzio. Prove di una fascinazione” è un concerto drammatizzato in sei sequenze nato dalla volontà di presentare un ritratto composito della personalità di Gabriele D’Annuzio, attraverso un montaggio di frammenti di opere in versi e in prosa del celebre scrittore, alternati a giudizi critici formulati su di lui, a cominciare dalla celebre analisi di Renato Serra, consegnata al capitolo dannunziano de «Le Lettere» (1914). Il libretto scaturito dalla giustapposizione delle varie tessere testuali appena descritte, ha ispirato sei musicisti compositori di altrettante partiture (utilizzate in spettacolo come musiche di scena, sia in forma di intermezzo, sia in forma di base del canto o della recitazione). Il copione, scheletro dell’intera creazione, è concepito come un dialogo immaginario tra D’Annunzio e un suo ipotetico interlocutore il quale, sul filo di una fitta serie di domande, spinge il Vate a riflettere sul suo rapporto con la poesia e la celebrità, con la guerra, con la musica, con le donne, in primis Eleonora Duse ed infine con la morte.
C. Longhi (2013). "Il caso D'Annunzio. Prove di una fascinazione". Concerto drammatizzato in sei sequenze.
"Il caso D'Annunzio. Prove di una fascinazione". Concerto drammatizzato in sei sequenze
LONGHI, CLAUDIO
2013
Abstract
“Il caso D’Annunzio. Prove di una fascinazione” è un concerto drammatizzato in sei sequenze nato dalla volontà di presentare un ritratto composito della personalità di Gabriele D’Annuzio, attraverso un montaggio di frammenti di opere in versi e in prosa del celebre scrittore, alternati a giudizi critici formulati su di lui, a cominciare dalla celebre analisi di Renato Serra, consegnata al capitolo dannunziano de «Le Lettere» (1914). Il libretto scaturito dalla giustapposizione delle varie tessere testuali appena descritte, ha ispirato sei musicisti compositori di altrettante partiture (utilizzate in spettacolo come musiche di scena, sia in forma di intermezzo, sia in forma di base del canto o della recitazione). Il copione, scheletro dell’intera creazione, è concepito come un dialogo immaginario tra D’Annunzio e un suo ipotetico interlocutore il quale, sul filo di una fitta serie di domande, spinge il Vate a riflettere sul suo rapporto con la poesia e la celebrità, con la guerra, con la musica, con le donne, in primis Eleonora Duse ed infine con la morte.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.