Il libro inizia con una discussione delle nozioni lingusitiche di Gramsci, influenzate da G.M. Bartoli, M. Bréal e G.I. Ascoli in particolare. Gramsci sviluppa in particolare le posizioni sociolinguistiche dell'Ascoli, espresse nella ben nota polemica con Manzoni. Il discorso di Gramsci è analizzata alla luce di due studiosi. Il primo V.N. Vološinov, un contemporaneo di Gramsci e collaboratore di M.M. Bakhtin, rende chiaro la natura del segno linguistico come parte integrante dell'ideologia e come tale aiuta a chiarire importanti aspetti del discorso di Gramsci. Il secondo è utile per chiarire la natura della traduzione tra paradigmi; qui si trata di T.S. Kuhn, il cui libro, Structure of Scientific Revolutions, fu pubblicato un quarto di secolo dopo la morte di Gramsci, ed è essenziale per capire la natura del paradigma scientifico e la possibilità - o altro - di effettuare una traduzione tra paradigmi. Le posizioni di Kuhn e Gramsci sono messe a confronto, per poter illustrare la differenza tra la traducibilità nelle scienze esatte e quelle umane. Gramsci definisce come criterio della traducibilità tra lingue naturali la somiglianza tra le strutture (in senso marxiano) tra le società coinvolte. Ma la traduzione tra lingue e culture nazionali non è l'unico tipo di traduzione. partendo da Marx (La Sacra Famiglia) ed incorporando analisi delle opere di Machiavelli e dei pragmatisti, egli arriva al concetto della traduzione interparadigmatica (vedi Kuhn). Si procede lungo tale direttrice per poi illustrare come Gramsci ha adoperato il suo concetto di traducibilità per tradurre nel paradigma della filosofia della praxis la filosofia speculativa, con particolare riferimento a B. Croce. Gramsci concepisce la traduzione soprattutto come atto culturale e così si rivela precursore della cosiddetta svolta culturale in traduttologia negli anni Ottanta del Novecento. La traduzione è sempre vista da Gramsci come intervento politico-culturale con lo scopo di innovare la cultura e lingua di arrivo

Traducibilità e processi traduttivi. Un caso: A. Gramsci Linguista / BOOTHMAN D.. - STAMPA. - (2004).

Traducibilità e processi traduttivi. Un caso: A. Gramsci Linguista

BOOTHMAN, DEREK
2004

Abstract

Il libro inizia con una discussione delle nozioni lingusitiche di Gramsci, influenzate da G.M. Bartoli, M. Bréal e G.I. Ascoli in particolare. Gramsci sviluppa in particolare le posizioni sociolinguistiche dell'Ascoli, espresse nella ben nota polemica con Manzoni. Il discorso di Gramsci è analizzata alla luce di due studiosi. Il primo V.N. Vološinov, un contemporaneo di Gramsci e collaboratore di M.M. Bakhtin, rende chiaro la natura del segno linguistico come parte integrante dell'ideologia e come tale aiuta a chiarire importanti aspetti del discorso di Gramsci. Il secondo è utile per chiarire la natura della traduzione tra paradigmi; qui si trata di T.S. Kuhn, il cui libro, Structure of Scientific Revolutions, fu pubblicato un quarto di secolo dopo la morte di Gramsci, ed è essenziale per capire la natura del paradigma scientifico e la possibilità - o altro - di effettuare una traduzione tra paradigmi. Le posizioni di Kuhn e Gramsci sono messe a confronto, per poter illustrare la differenza tra la traducibilità nelle scienze esatte e quelle umane. Gramsci definisce come criterio della traducibilità tra lingue naturali la somiglianza tra le strutture (in senso marxiano) tra le società coinvolte. Ma la traduzione tra lingue e culture nazionali non è l'unico tipo di traduzione. partendo da Marx (La Sacra Famiglia) ed incorporando analisi delle opere di Machiavelli e dei pragmatisti, egli arriva al concetto della traduzione interparadigmatica (vedi Kuhn). Si procede lungo tale direttrice per poi illustrare come Gramsci ha adoperato il suo concetto di traducibilità per tradurre nel paradigma della filosofia della praxis la filosofia speculativa, con particolare riferimento a B. Croce. Gramsci concepisce la traduzione soprattutto come atto culturale e così si rivela precursore della cosiddetta svolta culturale in traduttologia negli anni Ottanta del Novecento. La traduzione è sempre vista da Gramsci come intervento politico-culturale con lo scopo di innovare la cultura e lingua di arrivo
2004
1-197
8877157151
Traducibilità e processi traduttivi. Un caso: A. Gramsci Linguista / BOOTHMAN D.. - STAMPA. - (2004).
BOOTHMAN D.
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