Il contributo analizza il processo decisionale in Parlamento dell’introduzione dei principi del giusto processo nella Costituzione italiana ad opera della Legge Costituzionale n. 2 del 1999. Dopo aver ricostruito le ragioni che hanno indotto il Parlamento a modificare la Costituzione per introdurre nuove garanzie processuali e aver condotto un’analisi, anche in prospettiva comparata, sulla nozione di giusto processo e sulla sua applicazione, lo scritto si incentra sull’analisi del dibattito parlamentare ricostruendo le posizioni dei singoli partiti all’interno della maggioranza e dell’opposizione. Dall’analisi emerge che la legge è frutto di un compromesso parlamentare bipartisan che limita la portata della riforma introdotta anche in relazione a quanto previsto dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La riforma costituzionale ha quindi introdotto solo garanzie processuali anziché ulteriori diritti inalienabili del cittadino, anche a causa della struttura dei nostri processi e delle modalità di accesso alla Corte Costituzionale. Il contributo si conclude con una riflessione sugli strumenti necessari affinché queste garanzie si trasformino in diritti sostanziali.
Francesca Zannotti (2006). La costituzionalizzazione dei principi del giusto processo nel dibattito parlamentare. PADOVA : CEDAM.
La costituzionalizzazione dei principi del giusto processo nel dibattito parlamentare
ZANNOTTI, FRANCESCA
2006
Abstract
Il contributo analizza il processo decisionale in Parlamento dell’introduzione dei principi del giusto processo nella Costituzione italiana ad opera della Legge Costituzionale n. 2 del 1999. Dopo aver ricostruito le ragioni che hanno indotto il Parlamento a modificare la Costituzione per introdurre nuove garanzie processuali e aver condotto un’analisi, anche in prospettiva comparata, sulla nozione di giusto processo e sulla sua applicazione, lo scritto si incentra sull’analisi del dibattito parlamentare ricostruendo le posizioni dei singoli partiti all’interno della maggioranza e dell’opposizione. Dall’analisi emerge che la legge è frutto di un compromesso parlamentare bipartisan che limita la portata della riforma introdotta anche in relazione a quanto previsto dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La riforma costituzionale ha quindi introdotto solo garanzie processuali anziché ulteriori diritti inalienabili del cittadino, anche a causa della struttura dei nostri processi e delle modalità di accesso alla Corte Costituzionale. Il contributo si conclude con una riflessione sugli strumenti necessari affinché queste garanzie si trasformino in diritti sostanziali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.