Il testo si inserisce in una serie di lavori dell’autore dedicati all’analisi della capacità predittiva dei sondaggi sulle intenzioni di voto pubblicati in occasione delle elezioni per la Camera dei deputati. In particolare alle elezioni politiche del 2013 si applica l’indice “A” (Martin, Traugott e Kennedy 2005), anche in maniera innovativa, ossia a una molteplicità di rapporti di forza *inter*-coalizionali (cen¬tro-sinistra versus centro-destra, centro-sinistra versus Movimento 5 stelle, centro-destra versus Movimento 5 stelle, centro-sinistra versus Con Monti per l’Italia, centro-destra versus Con Monti per l’Italia, Movimento 5 stelle versus Con Monti per l’Italia), nonché (per il centro-sinistra e il centro-destra) ai rapporti di forza *infra*-coalizionali. Si documenta come, in occasione delle elezioni politiche del 2013, la capacità predittiva dei sondaggi sulle intenzioni di voto pubblicati sui mezzi di informazione durante la campagna elettorale sia stata inferiore rispetto alle altre elezioni politiche a partire dal 2001. Nello specifico, i sondaggi preelettorali hanno fortemente sotto-stimato i consensi del Movimento 5 stelle, sovra-stimato il sostegno degli elettori per la coalizione centrista guidata da Mario Monti e sovra-stimato altresì il margine di vittoria della coalizione di centro-sinistra rispetto alla coalizione di centro-destra. Si discutono alcune congetture avanzate per spiegare questo “fallimento”, le quali comunque non danno conto della sovra-stima dei consensi per la coalizione centrista e per Rivoluzione civile, né risultati difformi, rispetto agli esiti effettivi della tornata elettorale, degli instant polls diffusi alla chiusura delle urne. Sul piano strettamente metodologico, le dimensioni campionarie delle inchieste sulle intenzioni di voto hanno continuato a ridursi nel corso degli ultimi 12 anni; peraltro questa riduzione è aggravata dall’aumentata incidenza di astenuti, indecisi e non rispondenti. Sul piano più sostanziale, i risultati si prestano a due tesi distinte: i sondaggi preelettorali tendono a sovra-stimare, in qualche misura, il margine di vittoria, qualunque sia la coalizione vincente; con il sistema elettorale vigente – proporzionale con premio di maggioranza – i sondaggi preelettorali sovra-stimano i consensi per la coalizione di centro-sinistra.

La capacità predittiva dei sondaggi preelettorali pubblicati in occasione delle elezioni politiche italiane del 2013

GASPERONI, Giancarlo
2013

Abstract

Il testo si inserisce in una serie di lavori dell’autore dedicati all’analisi della capacità predittiva dei sondaggi sulle intenzioni di voto pubblicati in occasione delle elezioni per la Camera dei deputati. In particolare alle elezioni politiche del 2013 si applica l’indice “A” (Martin, Traugott e Kennedy 2005), anche in maniera innovativa, ossia a una molteplicità di rapporti di forza *inter*-coalizionali (cen¬tro-sinistra versus centro-destra, centro-sinistra versus Movimento 5 stelle, centro-destra versus Movimento 5 stelle, centro-sinistra versus Con Monti per l’Italia, centro-destra versus Con Monti per l’Italia, Movimento 5 stelle versus Con Monti per l’Italia), nonché (per il centro-sinistra e il centro-destra) ai rapporti di forza *infra*-coalizionali. Si documenta come, in occasione delle elezioni politiche del 2013, la capacità predittiva dei sondaggi sulle intenzioni di voto pubblicati sui mezzi di informazione durante la campagna elettorale sia stata inferiore rispetto alle altre elezioni politiche a partire dal 2001. Nello specifico, i sondaggi preelettorali hanno fortemente sotto-stimato i consensi del Movimento 5 stelle, sovra-stimato il sostegno degli elettori per la coalizione centrista guidata da Mario Monti e sovra-stimato altresì il margine di vittoria della coalizione di centro-sinistra rispetto alla coalizione di centro-destra. Si discutono alcune congetture avanzate per spiegare questo “fallimento”, le quali comunque non danno conto della sovra-stima dei consensi per la coalizione centrista e per Rivoluzione civile, né risultati difformi, rispetto agli esiti effettivi della tornata elettorale, degli instant polls diffusi alla chiusura delle urne. Sul piano strettamente metodologico, le dimensioni campionarie delle inchieste sulle intenzioni di voto hanno continuato a ridursi nel corso degli ultimi 12 anni; peraltro questa riduzione è aggravata dall’aumentata incidenza di astenuti, indecisi e non rispondenti. Sul piano più sostanziale, i risultati si prestano a due tesi distinte: i sondaggi preelettorali tendono a sovra-stimare, in qualche misura, il margine di vittoria, qualunque sia la coalizione vincente; con il sistema elettorale vigente – proporzionale con premio di maggioranza – i sondaggi preelettorali sovra-stimano i consensi per la coalizione di centro-sinistra.
2013
Sondaggi ed elezioni. Le regole del gioco e della comunicazione
2
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G. Gasperoni
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